Dettagli Recensione
Si vive una volta sola
Un uomo , Jake Epping,viene messo a conoscenza di un segreto incredibile da un amico che sta per morire: esiste un luogo nascosto nel retro di una tavola calda da cui si può accedere all'America del 1958. Per quanto tempo si trascorra in questo mondo , tornando da "questa parte" nel 2011 saranno passati solo 2 minuti (ovviamente chi viaggia nel tempo invecchia normalmente).
Jake viene convinto dall'amico a intraprendere un'impresa rischiosa e forse folle: tornare in quel 1958 e vivere lì per cinque anni per organizzarsi in modo da impedire l'assassinio di Kennedy nel 1963. La convinzione alla base di questa scelta è che tanti mali del mondo si sarebbero potuti evitare (Vietnam, la guerra fredda e via così...).
Mettiamo un attimo da parte la ragionevolezza o meno della tesi dato che noi europei non potremmo capire...gli americani hanno una vera ossessione per la vicenda dell'omicidio di JFK e per il suo ruolo nella storia, ogni popolo ha le proprie sciagure ed i propri miti!.
Cambiare il passato non è facile, il passato "non vuole essere cambiato..." , soprattutto quando c'è di mezzo l'amore e quando capisci che , per quante possibilità pensi di avere viaggiando nel tempo , la vita è una sola e tutti i momenti più belli sono tali proprio perchè sai che rimarrano unici, magari ne aggiungerai altri ma non potrai mai semplicemente sostituirli.
King non è sicuramente perfetto a livello "tecnico" (i viaggi nel tempo portano con se una serie di incongruenze e paradossi che non eviti nemmeno se prendi una laurea in fisica quantistica...)e nemmeno a livello stilistico perchè ultimamente è diventato un pochino prolisso MA...alla fine ci regala una storia che emoziona tantissimo pur senza essere brillantissima in termini di azione e colpi di scena.
Questo è quello che dovrebbe fare un libro: regalare emozioni e lasciare "qualcosa", in questo racconto King lo fa alla grande senza aforismi o affermazioni clamorosi, ma solo con la storia che racconta.
L'America del 1958 e degli anni appena successivi è resa benissimo, passa il tempo ma non la straordinaria capacità affabulatoria di King che ti fa sentire CON i personaggi.
Alla fine ti commuovi "vivendo" accanto allo straordinario Deke, a Jake e a Sadie , quando King mette tra i tasti della macchina da scrivere e la carta i sentimenti, il senso di quanto abbiamo perduto, il valore dei ricordi di fronte a ciò che "poteva essere ma non è stato ", raggiunge vette che altri vedono solo con il binocolo...qui sfiora la poesia delle pagine finali di IT o di alcuni punti di Stagioni Diverse. Il miglior King da un bel pò di anni a questa parte, nel finale la tira alla lunga ma ne sei assolutamente felice perchè non vorresti lasciare quel mondo di finzione letteraria che ha creato. LONG LIVE THE KING.