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Buoni o cattivi?
“Ancora oggi non so esattamente cosa mi spinse a fare quello che feci in seguito.Forse fu vedere quel pallido,crudele delinquente che si portava via il mio regalo di compleanno,il simbolo di tutte le mie ambizioni future;forse fu la rabbia per quello che aveva fatto alla mamma;forse fu perché mi aveva detto che ero brutta; forse la verità è che tutti abbiamo un limite oltre il quale non possiamo più sopportare-anche i topi-e che quando quel limite viene superato,qualcosa si spezza.”
E’ questo il momento esatto in cui una vittima si trasforma in carnefice.
Cosa la spinge?Cosa scatta nei meandri del suo cervello?E’il senso di giustizia?Il non tollerare più le angherie?O più semplicemente il fatto che in fondo siamo tutti attratti dal potere che da compiere un atto malvagio?La cattiveria, in fondo, ha un suo fascino?
Questo il tema che struttura il libro.
Shelley e sua madre sono miti,insicure,senza coraggio,senza autorevolezza:sono dei topi che vivono nascosti e il cui scopo nella vita è essere invisibili.
Il padre e marito le ha abbandonate,senza nulla concedergli,per una giovane 24enne.Le compagne di scuola di Shelley,un tempo amiche,oggi praticano su di lei ogni tipo di angheria verbale e fisica.I colleghi della madre approfittano indegnamente della sua intelligenza e della sua incapacità a pronunciare la parola "no".
Le due donne tentano insieme di ricostruirsi un loro mondo,in una casa isolata,lontana da tutti,dove riscoprire che le piccole cose che danno gioia sono curative per una psiche segnata.
Ma all’improvviso,quando meno lo aspettano e sicuramente quando meno lo meritano la violenza ripiomba nelle loro vite.
E’a questo punto che arriva la trasformazione e non si può negare che provino un piacere perverso nel metterla in atto.
Il gesto di rottura che compiono ha effetti sul loro vivere quotidiano,ma ancor di più sui loro processi psicologici.
Scoprono di poter compiere qualcosa di estremo e cresce in loro la consapevolezza di non aver più bisogno di nascondersi,di fuggire per non subire.
“Tanto in là ho camminato nel sangue
Che tornare indietro sarebbe fatica più aspra
Del procedere”
Al di là di ogni tipo di riflessione sul bene e il male,sul confine tra legittima difesa e accanimento,sull’incapacità di tornare indietro, c’è da dire che il libro è scritto benissimo.
I brevi capitoli danno velocità al racconto e sono magistralmente aperti e chiusi.Ogni capitolo è un anello completo che si incastra con il successivo creando attesa e lasciando nuovi spunti al pensiero.
Davvero un libro interessante che ancora una volta ci ricorda che il tempo,come sempre,tutto lascia passare.
Le cicatrici scompaiono,il ricordo dei dolori subiti anche,il senso di colpa per quanto commesso idem.
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Commenti
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rece molto profonda e intensa !!!
Giusto o sbagliato io ho goduto profondamente durante la lettura quando i topi si sono trasformati in gatti. Tutto ha un limite.
Ciao !
Cub concordo con te...però gli è piaciuto davvero tanto diventar gatti...a volte mi inquietava!!Ciao!!
La tua ottima recensione è senz'altro insieme alle precedenti un invito molto invitante. Devo dire che questo non è il mio genere preferito, però ci penso! ;-)
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