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Home by the sea
La casa vicino al mare, così si intitolava una canzone dei Genesis di tanti anni fa.
Nel nuovo romanzo di Stephen King, Duma Key, è proprio una casa in riva al mare a fare da protagonista. Lei, e l’uomo che la abita. Ma anche lei, e l’anziana donna che la abita. Ma anche, infine, lei e la bambina che quella donna una volta è stata.
Duma Key è una delle isolette che formano quella penisola artificiale unita dai ponti, a sud della Florida. Un posto dove si ritirano persone anziane, o persone che devono far ricominciare la loro vita. Come Edgar Freemantle, che da costruttore milionario si trova ora senza un braccio e senza più la moglie. Come Wireman, che in un’altra vita faceva l’avvocato, quando ancora non aveva un buco nella testa.
Questo nuovo lavoro di King è l’ennesima conferma della sua grandezza, buono almeno quanto La storia di Lisey che lo ha preceduto. Un King che torna nei territori della sua fanciullezza di scrittore, gli anni ’70 e poco oltre.
Zio Steve ci porta in un territorio che a prima vista è conosciuto, la storia dell’uomo mutilato apre la mente a cento diverse strade, ma che poi si rivela pieno di nuovi elementi, sempre più accerchianti. Il lettore si trova a essere trasportato in Florida, alla mostra dei quadri che Edgar ha disegnato nel giro di poche settimane. Prima di cominciare a capire davvero alcune delle stranezze che erano accadute nelle pagine precedenti, stranezze che gli faranno capire poi pian piano quello che accadrà ai suoi eroi. Perché di questo si tratta, protagonisti di una storia che si dipana in anni di misteri, creature che arrivano dall’impossibile, ricordi, paure, amori e dolore. “Dio ci punisce per quello che non riusciamo a immaginare”, è una delle stupende frasi attribuite all’ex avvocato Wireman, nuovi regali che il Re ci pone davanti agli occhi. Grazie zio!