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Troppa carne al fuoco
Gli ingredienti per un buon giallo (il paesino apparentemente tranquillo che, come la crosta di ghiaccio che riveste le acque nei mesi invernali, nasconde pericoli e morte; personaggi dal passato oscuro e una protagonista decisa a scoprire la verità) ci sono tutti; il problema è che a questi se ne aggiungono altri, troppi, che creano un insieme piuttosto scontato e poco appetibile.
I personaggi eccessivamente caratterizzati fanno intuire con rapidità quali scheletri nascondano negli armadi mentre quelli che dovrebbero essere i veri protagonisti risultano abbozzati in modo superficiale, comparse che sembrano messe lì apposta a giustificazione di un mistero che, bene o male, va risolto.
L'inizio è molto promettente ma, a mano a mano che ci si addentra nella storia, cresce la sensazione che si sia voluto toccare ogni tema possibile ed immaginabile - critica sociale, burocrazia, abuso, rapporti familiari, 'true crime', amicizia, amore, tradimento, violenza sulle donne - senza centrarne in pieno nessuno ed a farne le spese è la tensione che dovrebbe caratterizzare un thriller.
Agatha Christie si rivolta nella tomba...