Dettagli Recensione
La contessa nera - bello con riserva
Il libro in se non ha nulla per cui essere rimproverato: è scorrevole, è ben scritto, è piuttosto documentato e credibile. Un ottimo romanzo storico, spunto per approfondire alcune conoscenze geografiche e storiche sull'Europa dell'est. La mia riserva è dovuta al potenziale che l'autrice non ha sfruttato. Con una protagonista come la contessa Bathory sarebbero potute svilupparsi situazioni intriganti e ambientazioni noir di tutto rispetto e invece la scelta stilistica su cui è improntato tutto il romanzo nega a priori ogni accenno alla leggendaria crudeltà della protagonista.
La lettera dal carcere indirizzata al figlio non può che contenere un tentativo di discolparsi, di minimizzare e nascondere i fatti più truci e di captatio benevolentia da parte della madre. Così tutta la narrazione in prima persona è permeata del vittimismo di Erzebeth: tradita dal marito, derisa dalle serve che le mancano di rispetto, tradita dagli amici e dagli amanti. Tutti ingrati nei suoi confronti, che la costringono a rivalersi in qualche modo. Le sevizie ai danni delle servette non sono altro che uno sfogo di una rabbia incontenibile che offusca la mente della Bathory mentre perpetua le violenze.
Narrativamente tutto ciò è di grande effetto, ma è assai poco credibile vista la fama della "contessa dracula" per essere stata la prima vera serial killer della storia. Centinaia di omicidi provati, feroci quanto futili i suoi, che sarebbero stati, tra leggenda e verità, ottimo spunto letterario e che evidentemente sono stati sprecati.