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Holmes non deve morire!!
"Holmes non deve morire!" sembrava essere il pensiero dei lettori, quando nell'ultimo numero dello Strand Magazine Sherlock Holmes era precipitato, insieme al suo acerrimo nemico Moriarty, in un crepaccio. Un pò riecheggiando la psicopatica infermiera del libro di Stephen King, "Misery non deve morire", la quale non riesce ad accettare la morte della sua eroina letteraria, gli affezionati lettori del mitico Holmes "costringono" Conan Doyle a continuare la pubblicazione delle avventure del famigerato investigatore. Dopotutto quando un personaggio diventa un mito acquista una specie di vita indipendente, o meglio, collettiva, a cui il pubblico si affeziona e si identifica inesorabilmente.
Ed ecco dunque vedere la luce Il mastino dei Baskerville! Un testo anomalo se vogliamo, poichè si tratta di un romanzo. Quasi tutte le 60 avventure "canoniche" di S. H. non superano la misura del racconto, le quindici venti pagine al massimo. Un altra particolarità è il fatto che l'azione si svolge prevalentemente in campagna. Mentre quando pensiamo a S.H, siamo portati a vederlo molto "urbano", contro uno sfondo londinese, o davanti al caminetto, in Baker Street. E' presente poi tutto l'armamentario della letteratura gotica: antico manoscritto, maledizione di famiglia, morte per terrore, cupo castello nella brughiera, strane luci in movimento, ombre mostruose, infernali..
Holmes invece è sempre lo stesso: berretto da cacciatore, mantellino a quadri, pipa e il solito formidabile intuito. Già in apertura, Holmes, esegue una piroetta di presentazione, dà immediatamente un saggio delle proprie capacità a proposito di un bastone da passeggio. In tutte le sue inchieste, non manca mai questo mini-enigma introduttivo, una specie di marchio di garanzia. E' questo forse il difetto che riscontro nella prosa di Conan Doyle, questa specie di "ammiccamento" al pubblico che senza dubbio ha un valore ed un intento commerciali, che annuncia il prodotto in serie e fa pensare al lettore: "vediamo cosa combina stavolta il caro vecchio Holmes!!". E' normale che quasi tutti i personaggi le cui avventure proseguono nel corso del tempo vivono in parte di ripetitività e che in generale sono le peripezie che devono variare, ma Holmes è sempre identico a se stesso. Non invecchia, non ingrassa, non si modifica. Per suoi successori, Poirot, Miss Marple, Maigret e tanti altri, gli anni passano crudelmente, banalmente.. per lui no. Manca di profondità psicologica. Ma lui è un monumento..e forse è anche giusto così..
Indicazioni utili
Irrinunciabile poi per chi ama i gialli