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Quattrocento
 
Quattrocento 2011-08-17 07:34:04 Dennina
Voto medio 
 
1.0
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
1.0
Dennina Opinione inserita da Dennina    17 Agosto, 2011
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Mediocrità e improbabilità storiche.. bocciato.

Mediocre tentativo di romanzo di genere. Sulle prime la protagonista cerca di farsi passare per una studiosa del Rinascimento, che sarà in grado di risolvere un antico mistero e regalando un tassello perduto alla Storia. Fin da subito invece dimostra di essere una sgallettata raccomandata che studia poco ma gira molto per Firenze immaginando di essere circondata da paggi, cavalieri e dame quattrocenteschi. Non perde occasione per sbavare dietro il professore che la segue durante il dottorato e che, essendo amico del padre scomparso, ha almeno 30 anni più di lei. Anche la parte del libro ambientata nella Firenze medicea è poco più che raffazzonata. Tutto si concentra sulla congiura, sull'atto truculento e molte cose sono inesatte e addirittura poco plausibili. Il libro è così brutto che nemmeno l'autrice aveva più voglia di continuarlo, presumibilmente. Di fatti la storia si interrompe all'improvviso. Non succede niente. Sono i protagonisti che stanno seduti a chiacchierare tra di loro a rivelarci l'epilogo della vicenda storica. Anzi, è il professore che parla, lei intanto continua a sbavare e a pensare ai fattacci suoi. Sembra che l'unica cosa che conti veramente sia la precisazione sulla storia d'amore tra i due e le elucubrazioni filosofiche da quattro soldi della protagonista che si gode l'alba col fidanzato/nonno.
Altra cosa che odio sono le citazioni a vanvera, messe pur di far vedere che si conoscono le cose, e gli elenchi interminabili di cose, di qualsiasi cosa si stia parlando, pur di allungare il discorso e far volume di pagine. La morte del romanzo storico.

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Commenti

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condivido completamente, il libro è stata una delusione. Fra l'altro ho poi letto il saggio di Marcello Simonetta "l'enigma Montefeltro" citato dall'autrice come una delle sue fonti e devo dire che l'ho trovato molto più appassionante, nonostante il genere letterario, del romanzo in questione.
In risposta ad un precedente commento
Dennina
24 Agosto, 2011
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Ma si, se è per quello dice anche di essersi ispirata ad Umberto Eco e a "Il nome della rosa".. Eresia! Dopo aver scritto una pacchianata simile non dovrebbe nemmeno permettersi di nominarlo Eco!
elina
17 Settembre, 2011
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Sono assolutamente d'accordo!
La storia potrebbe pure andare ma è lo stile che mi lascia senza parole, il volersi a tutti i costi soffermare su descrizioni che stonano e non c'entrano nulla con la narrazione, senza parlare degli innumerevoli paragoni forzati (mi sto divertendo a contare i "come" disseminati tra le pagine)!
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