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Bathory: una epopea
Elisabeth Bathory ha suscitato per quattro secoli enorme scalpore intorno a sè.
Si ritiene infatti che sia stata la prima e più cruenta omicida seriale della storia, e le vengono attribuite oltre 600 vittime, tutte giovani domestiche o contadine alle sue dipendenze. La ragione dei suoi delitti: bagnarsi nel sangue di queste giovani, che credeva un miracoloso rimedio all’invecchiamento. La contessa venne riconosciuta colpevole di questi crimini, e murata viva nella torre di un suo castello, a Csejthe, in Ungheria, dove morì in solitudine, nel 1614.
Molti film, biografie e canzoni hanno narrato le terribili gesta di Elisabeth Bathory; questo libro invece contiene la storia raccontata direttamente dalla protagonista, che narra i suoi sogni, i suoi amori, le preoccupazioni per i figli.
E’ un punto di vista originale rispetto alla storia a noi pervenuta; ben poco spazio viene lasciato alla descrizione dei fatti di sangue o delle vittime, che vengono “punite” dalla contessa perchè ree di aver oziato, rubato o fornicato. Completamente assente ogni riferimento al sangue come miracoloso unguento della giovinezza.
E’ un libro piacevole, intrigante, avvincente, che traccia un vivido affresco del XVI secolo, fra invasioni turche, la peste, la Riforma, e le vicende di una nobildonna che forse fu vittima di una congiura di palazzo, e ruvidamente condannata dalla Storia.
Garzanti, euro 18,60