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The parody of the romantic vampire
E finalmente ho capito il perché!
Il perché, di quello slogan accattivante che una mente eccelsa e veritiera ha pensato bene di piazzare in copertina: “Ecco in Italia il primo capitolo della saga che ha rivoluzionato il fantasy”.
E che rivoluzione, cari amanti del genere, che innovazione, che sprint, che scarica di ormoni (scadenti!) , ma soprattutto, che risate! Sì, perché la saga va letta e gustata con la giusta chiava interpretativa, che non può non essere comica, ed inchinandosi alla Feehan che rimarrà nella storia come la madre di un nuovo genere letterario: the parody of the romantic vampire.
Pensavate, voi, che le parodie fossero più comuni nella cinematografia! E invece no, con “Il principe vampiro” diamo il via ad una nuova era letteraria del fantasy.
Ma veniamo al dunque:
Lei è Raven, un’americana bella, giusta e buona che si porta dietro il peso di saper leggere nel pensiero, talento che, considerata la sua immensa bontà, ha deciso di mettere a frutto nella ricerca dei serial killer. Così, dopo l’ennesima cattura, decide di andare a disintossicarsi la mente in un rifugio sui Carpazi, ma, non avendo granché da fare, intercetta Lui, Mikhail, il principe carpaziano, che proprio quella notte, dopo cinquecento anni di rotture e di buio, vuole farla finita. E siccome Lei non ha già abbastanza grattacapi con i serial killer, va più o meno così:
“Pronto, pronto… ma perché ti vuoi ammazzare? Ma la scia perdere, fidati, con la morte non è che risolvi…” . Il principe si innamora seduta stante! Effettivamente, valla a trovare un’altra che ti legge nel pensiero e ti fa risparmiare in telefonate ed sms. Quella stessa notte si fa una passeggiata fino al rifugio, si carica Raven sulle spalle senza troppe spiegazioni e se la porta a casa. Lei vorrebbe protestare, ma avendo visto il maschione che si trova davanti, bello come il sole, muscoloso come una montagna, “ormonato” al punto giusto, concorda con se stessa che solo per una notte può anche sorvolare, poi chi s’è visto s’è visto. Ma il fato incombe, ed il carpaziano, che altri non è se non il capo di un’intera stirpe di vampiri a cui un gruppo di fanatici sta dando la caccia, pensa bene di accorciare i tempi e di recitare, durante l’ “accoppiamento”, la formula magica che renderà Raven la sua compagna per l’eternità. Ovviamente, quando lei se ne renderà conto, si altererà un attimino: ma tranquilli, basterà che i due si sfiorino appena per risolvere ogni screzio col solito metodo: chissenefrega del dialogo, la carne è carne!
Seguiranno notti (tre o quattro?) in cui a turno i nostri eroi rischieranno di morire. Prima Mikhail messo “ko” da una fucilata a bruciapelo e poi subito dopo Raven, che sempre per quella sua ostinazione a non volersi trovare un hobby e in assenza del suo amore con cui intrattenersi in miglior maniera, se ne va in giro ad ascoltare i pensieri altrui e si imbatte, puta caso, in una carpaziana incinta che sta per partorire sotto terra e sui cui incombono gli assassini, tra i quali per altro ce n’è una che possiede a sua volta delle capacità telepatiche.
“Pronto, pronto… ma perché sei andata a partorire là sotto?... Senti, fai una cosa, smetti di gridare col pensiero che qui la cattivona che cerca di ucciderti ci sgama”. Ma la carpaziana è oltremodo sgomenta e succede l’irreparabile.
I sudditi carpaziani non permetteranno, tuttavia, che il loro re e la loro nuova regina periscano. Passeranno intere notti a squarciarsi e a nutrire di sangue benefico i poveretti in fin di vita, e quando non ci sarà altra soluzione che improvvisare una vera e propria trasfusione “umana”, con ago e tubicini, per Raven che non ne vuole sapere di bere direttamente dalle ferite aperte, neppure quella modalità “così primitiva e disgustosa” li fermerà dal salvare la ragazza.
Quale sarà il destino di Raven e Mikhail? Chi turberà ancora il loro unico “passatempo” che li mette sempre d’accordo? Leggete il libro e, tra un paio di improperi per averlo acquistato ed un mare di inevitabili risate, lo scoprirete.
Tornando sempre alla copertina dell’edizione italiana Vertigo, ed alla stessa mente eccelsa e veritiera di prima che, non contenta dell’infallibile slogan, ci ha messo, come si sul dire, “il carico”
“Dopo Bram Stoker e Anna Rice, è Christine Feehan la nuova regina dei vempiri. - Time -”
indignata e delusa posso solo rispondere: MA FATECI IL PIACERE!
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Commenti
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Grazie Raoul!! ci metto il "cuore" nelle recensioni ;))...
e cerco sempre di finire quello che inizio! costi quel che costi!!
Passando al libro (che a me è piaciuto molto), come ripeto sempre, la lettura è sempre soggettiva e non sei la sola a non aver apprezzato il libro ma considera questo:
a. E' l'opera d'esordio dell'autrice
b. La serie è arrivata al 22esimo libro. ^_^
Tanto lo so che mi hai già perdonato! :PPPP
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Ps. volevo correggerti su una cosa: "chissenefrega del dialogo, la carne è carne!".. io avrei detto: "sticazzi!" :))