Dettagli Recensione
COOL!
Non male questo giallo thriller svedese, acquistato in promozione a pochi eurini, e nonostante la lunghezza una bella sorpresa!
Punti di forza:
1) il racconto per compartimenti stagni (ognuno col suo punto di vista) ha l'indiscutibile vantaggio di rendere tutto più semplice, anche, come in questo caso, quando si racconta un plot ricco di sottotrame;
2) il contesto sociale e umano, che si focalizza in particolare sull'insieme di rituali d'onore delle popolazioni slave (in questo mi ricorda anche "Educazione siberiana" di Nicolaij Lilin) e sulla vita agiata di certa upper class svedese (JW non è un nipotino nordico di Patrick Bateman?);
3) una bella suspence, che praticamente non ha cedimenti per tutta la lunghezza del racconto, e che beneficia del fatto che non ci sono inutili digressioni, ma tutto il racconto è incentrato sui 3 protagonisti.
Punti di debolezza:
1) l'ambientazione: Lapidus si sforza di conferire una connotazione geografica e sociale citando spessissimo i quartieri, le strade, le singole vie di Stoccolma, ma il rischio di una descrizione quasi folkloristica e campanilistica è dietro l'angolo.
2) il titolo secondo me è fuorviante e poco congruo rispetto al racconto, visto che molte scene sono descritte durante la stagione estiva.
3) alla fine del libro ci si chiede quanto di vero o di verosimile ci sia nel suo racconto. A giudicare sulla base del libro Stoccolma è una città che manco il peggior Bronx degli anni '70....
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Commenti
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Come aspettavo questo momento!
No scherzo, è vero quello che dici sul ricorso così frequente all'ambientazione locale, ma purtroppo non ho letto Stieg (mi sono ripromesso di farlo presto) e nessuno mi toglierà dalla testa che non è il nome della strada a suggerire il modus vivendi e l'humus di un posto, ma le atmosfere, le situazioni che rinviano alla sua idea. Ad esempio, pur non volendo fare paragoni fuori luogo, Bulgakov nel suo "Maestro e Margherita" citava molte strade di Mosca, ma non si serviva unicamente di queste per suggerire quell'idea di "russità" (perdona il neologismo appena partorito) che invece scaturisce prepotente da quel libro (adorato!).
Poi il titolo, condivido: è congruo, ma per me, da sempre affascinato dai luoghi nordici (luoghi fisici e dell'anima) poteva essere anche spiegato da altre motivazioni....
Ed infine: io ci sono stato a Stoccolma, e forse 4 giorni non sono sufficienti a capire davvero la situazione di disagio sociale e di criminalità che il libro descrive. Tuttavia, ragionando al contrario, in posti come Napoli o Caserta invece direi proprio che si percepisce, ed anche in molto meno di quattro giorni!
PS: non me ne vogliano altri, io sono un meridionale e meridionalista convinto!
dai, allora, visto che ami i libri nordici, ti consiglio la Millennium Trilogy!! :)
alla prossima "polemica"!! ;))))
Apprezzo a pieno il post scriptum nonchè la tua recensione; lo leggo!
Amalia
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se posso permettermi di commentare:
1) ambientare le vicende in modo così dettagliato, con tanto di strade che poco dicono a noi italiani, è una caratteristica tipica di alcuni scrittori nordici: vedi, primo tra tutti Stieg Larsson.
2) il titolo è congruissimo!!!! :)) la "neve" è intesa come "qualcos'altro" ;)) ....su, non è difficile... si parla solo di quello lungo tutto il corso del libro!! ;))
3) io non credo sia poi così distante dalla dura realtà di molte città, anche italiane... mai visto qualche servizio de "Le Iene"?!
p.s. i miei commenti non vogliono essere polemici :) scusa se posso sembrare un po' infervorata, ma è un libro che ho amato molto e mi faccio prendere ;))))
con simpatia, faye