Dettagli Recensione
Sotto le aspettative.
Prima di leggere "L'ipnotista" non sapevo che esistessero tanti aggettivi per descrivere l'accento finlandese (dolce, melodioso, malinconico, tranquillo...e via dicendo). In sostanza penso che in questo libro ci sia troppo di tutto: un giovane serial killer troppo efferato, la protagonista pazza troppo "pazza", la banda di ragazzini troppo cattivi, troppe storie parallele, troppi personaggi, troppi aggettivi, troppe descrizioni, troppi stacchi temporali. Il tutto risulta un po' caricato e quindi inverosimile. Eppure era partito bene! La storia del ragazzino che apparentemente aveva assistito al brutale omicidio della sua famiglia poteva essere sviluppata in maniera diversa e più organica (e mi aspettavo che quello fosse il perno del libro). Non so...è come se ad un certo punto, a corto di idee, l'autore abbia cercato di salvarsi in corner abbozzando tutta una fantasmagoria di situazioni ( non ultimo l'autobus arrugginito con le chiavi inserite che parte al primo colpo e come un deus ex machina irrompe sulla scena salvando capra e cavoli) che nulla aggiungono alla narrazione, se non il risultato di lasciare l'amaro in bocca al lettore. Lo stile è scorrevole, è un libro che se letto senza troppe aspettative aiuta a passare il tempo, ma non lascia nulla.
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Commenti
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;)
ciao