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Un romanzo privo di personaggi positivi
Jens Lapidus, avvocato e scrittore svedese trentasettenne ci introduce con questo prolisso romanzo (più di cinquecento pagine) nell’oscuro e losco mondo dei traffici illeciti, cocaina e prostitute di basso e alto rango, in una Stoccolma lugubre e segnata da lotte di bande criminali, locali, slave, arabe, per il dominio sulle mille risorse della malavita ed il riciclaggio di fiumi di denaro sporco. Si muovono stringendo alleanze e facendosi una concorrenza spietata personaggi ben delineati, il cui scopo essenziale è l’accumulo di ricchezza e l’eliminazione di pericolosi rivali. Dopo un inizio lento e a tratti noioso, il romanzo prende quota, si fa avvincente : la guerra tra boss della droga coinvolge svariati strati sociali, dall’immigrato arabo all’evaso sudamericano, dagli slavi spietati reduci da guerre fratricide a rampolli locali di buona famiglia bramosi di agiatezze e di denaro facile. Tra le pecche, da segnalare lunghi brani di interrogatori e resoconti tratti da cartelle giudiziarie (se ne poteva fare a meno) ed un finale sbrigativo e a tratti inverosimile , come se lo scrittore non sapesse come concludere la lunga e intricata vicenda. Un buon romanzo, comunque, che apre spiragli su un mondo oscuro e nascosto, privo di speranze e di personaggi positivi.