Dettagli Recensione
Da leggere fino all'osso...
"Il collezionista di ossa" è un romanzo da leggere oltre le sue 400 e più pagine, oltre le macchie d'inchiostro stampate sui fogli, oltre l'apparenza della lettura. Il primo racconto di Lincoln Rhyme non poteva che essere un titolo importante, che lasciasse il segno, e che condensasse in un libro tutta la bravura di Deaver.
Uno dei maggiori punti di forza del romanzo, in effetti, è proprio il protagonista: un uomo forte, ma che nella sua forza si è stancato di lottare contro la sua stessa vita. Rhyme non è solo un criminologo intelligente, intuitivo e brillante: è soprattutto una fonte di riflessioni e di insegnamenti sulla nostra esistenza, che - perdendo il desiderio di vivere a causa del suo lavoro - lo ritrova nello stesso modo.
Un altro dettaglio fondamentale è l'ambiente: una New York morbosamente descritta nei suoi quartieri, nelle sue strade, nella sua atmosfera, che diventa anche la "nostra" città, durante la lettura.
Il resto è un intreccio di enigmi, colpi di scena ed effetti matrioska tipici dell'autore, che propone una trama affascinante e decisamente avvincente.
Unici due difetti: il testo risulta prolisso nella descrizione delle procedure scientifiche, nella parte iniziale, rallentando il ritmo della lettura; il finale è, a mio modo di vedere, un po' banale e riduttivo a fronte della maestria letteraria ammirata nel corso dell'opera.
Tirando le somme, credo che qualunque giudizio sia estremamente limitato, in merito ad un libro che - ci tengo a ribadire - è molto più che "uno". L'unico consiglio che sento di poter dare è di leggerlo, di viverlo e di godere ogni emozione che vi farà provare.