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Il ragazzo che giocava con la neve...
Il titolo di questo romanzo mi ha incuriosita fin dalla prima volta in cui lo vidi, poi lessi la recensione di Sabrina su Qlibri e decisi di acquistarlo: non era esattamente il genere che avevo voglia di affrontare in questo periodo, però, non avendo io mai nessun tipo di preclusione per genere di letture, mi ci sono comunque buttata a capofitto e l'ho trovato decisamente un'ottima scelta.
L'alternanza delle vicende dei tre protagonisti, sempre con capitoli con la stessa cadenza permette di considerarlo una sorta di "fiction", a cui presto ci si affeziona, e, nonostante le vicende narrate siano abbastanza intricate, credo che proprio questa scelta stilistica, apparentemente ripetitiva, renda la lettura più semplice e notevolmente scorrevole. Trovo sia difficile appassionarsi a un personaggio piuttosto che a un altro: nonostante qualche valore di fondo (la famiglia, la paternità), sono tutti personaggi negativi, chi più chi meno. Inizialmente ho trovato più interessanti le vicende dell'arrivista JW, uno spacciatore fashion-victim che a tratti mi ha fatto pure sorridere per la sua superficialità. I tre protagonisti, ma anche i personaggi che ruotano loro attorno e che hanno comunque ruoli di grande rilevanza, sono ben delineati e non appesantiti troppo dai soliti chichès riguardanti narcotraffico e mafia. Mrado, Jorge e JW alternano le loro azioni e i loro pensieri per più di 600 pagine, senza annoiare mai, tenendo sempre gli occhi del lettore incollati, e dando vita ad un romanzo appassionante ma interessantissimo anche dal punto di vista sociale. Promosso a pieni voti Jens Lapidus!
La traiettoria della neve fa parte di una trilogia (sicuramente leggerò il successivo, dal titolo Mai far cazzate), ma è leggibilissimo come romanzo a sé stante. Lo stile scandinavo, definito generalmente freddo e gelido da tanta critica, non è riproposto in questo romanzo: ho trovato piuttosto uno stile secco e aspro, ma anche molto frizzante e giovane e sicuramente adatto a dipanare una vicenda dai contenuti così crudi e violenti. Visto l'argomento trattato ho trovato qualche assonanza con il secondo romanzo larssoniano, La ragazza che giocava con il fuoco: l'argomento che sottende la vicenda di Mikael e Lisbeth, e che passa apparentemente in secondo piano rispetto agli sviluppi della storia dei due, qui è sviscerato nel suo profondo ed affrontato con uno stile diverso e accattivante. Quindi, se volete inoltrarvi nel lato criminale dell'affascinante Stoccolma, accomodatevi pure...
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Commenti
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mmm non so se fa per te, sai?! forse un po' troppo on the road.... sarà che io ti vedo sempre con un'aura dorata circondato dalle fatine della bella addormentata nel bosco che ti svolazzano intorno....... ;) ;)
valuterò....
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