Dettagli Recensione
Un mito della tradizione
Sono abbastanza combattuto nel dare un’opinione su questo libro. Da amante del genere mi sono avvicinato a Bram Stocker con grandi aspettative. Non c’è dubbio che l’autore sia riuscito nell’impresa di imprimere nell’immaginario collettivo la figura del conte dracula (che nel romanzo viene identificato con un certo conte Vlad , storicamente esistito) , descritto come “vecchio, alto, sbarbato ma con lunghi baffi bianchi, vestito di nero dalla testa ai piedi: neppure una nota di colore in tutta la sua persona”. Ma ancor di più ha dato origine ad un vero e proprio mito, destinato a durare nel tempo , e ha creato un importante filone culturale…
Ma nonostante ciò ho trovato due grandi difetti. Prima di tutto l’assoluta piattezza dei personaggi, tutti animati dai medesimi sentimenti (tra l’altro a volte troppo sdolcinati) , nonostante l’espediente di raccontare la storia tramite diari e lettere degli stessi protagonisti, che in teoria avrebbe permesso una notevole caratterizzazione. In secondo luogo una trama poco movimentata e coinvolgente dopo la prima parte ambientata a castel dracula.
Il linguaggio è abbastanza arcaico e alla lunga può diventare pesante.
Un romanzo che non definirei horror, perché di spaventoso non ha quasi nulla, ma gotico, caratterizzato da ambientazioni lugubri, personaggi misteriosi e tenebrosi, che in ogni modo lasciano una traccia di inquietudine nell’animo di chi legge. Concludendo posso dire che sicuramente poteva essere espresso in una forma più felice, ma comunque sono rimasto affascinato da “Dracula” un classico del genere, un mito della tradizione.
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