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Tua
Un matrimonio che dura da vent'anni, ormai come tanti altri, il fiume impetuoso d'amore si è sparpagliato in tanti piccoli rivoli placidi e tranquilli fino a che Inés non scopre, banalmente, la prova del tradimento del marito, Ernesto. Decide di far finta di nulla ed una sera lo segue fino ad un parco dove lui ha un appuntamento con l'amante. Li vede litigare, poi una spinta e Alicia l'amante cade, sbatte la testa e muore. Lo choc e il dolore per il tradimento ora si trasformano e Inés ha un solo obbiettivo: proteggere il marito, quindi la sua famiglia e far finta che tutto torni come prima. Ma i fatti possono essere diversi da come sembrano e le cose non sono così semplici, oltretutto, Inés e Ernesto impegnati nella ricerca della loro salvezza non si sono accorti che la figlia Lali, minorenne, aspetta un bambino.
Un rapporto ipocrita tra moglie e marito. Lui dirigente di successo, bravo nel lavoro quanto infantile e spregiudicato nella vita privata, incapace di un rapporto profondo, con moglie, amante e figlia. Lei completamente avulsa dalla realtà quotidiana, non si accorge né dei tradimenti del marito, fino in fondo, né di avere una figlia, che dovrà diventare adulta da sola, senza genitori impegnati nella loro vita egocentrica ed egoista.
Un thriller psicologico ben orchestrato con scenari che si trasformano, uno dopo l'altro e che portano ad un finale logico, ma sorprendente. Claudia Pineiro ci narra questa vicenda con fluidità e semplicità e dona un'atmosfera tragicomica alla vicenda attraverso il racconto in prima persona di Inès alternandolo però a capitoli di dialoghi fitti e serrati senza commento e pagine di freddi referti e note tecniche investigative.
Si legge piacevolmente in poco tempo. Una bella scoperta.
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Commenti
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Peccato che ci sia sempre il solito infame, che per partito preso da
sempre voto negativo a tutte le tue recensioni!
Sarebbe ora che la redazione ponesse uno stop a questi atteggiamenti conclamati !
Sono sicuro anche io che è sempre il solito e lo fa a prescindere da quello che scrivo, ma non lo definirei così negativamente è solo infantile e puerile e adora rendersi ridicolo. ;-)
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bravo Stefano, come sempre ;)