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un addio triste e soprattutto noioso
Henning Mankell ci ha regalato con i romanzi del commissario Wallander alcuni fra i migliori gialli degli ultimi 15-20 anni (" la leonessa bianca" e " la settima donna " sono dei veri capolavori ).E' un vero peccato che il suo addio al malinconico commissario svedese sia cosi sotto tono, cosi noioso.La storia, non originale (il tema del ruolo ambiguo della Svezia al tempo della guerra fredda era già stato affrontato con altro vigore da stieg Larsson ) non decolla mai nè come intreccio nè come ritmo narrativo.Le uniche pagine ben scritte ( ma di una tristezza profondissima ) sono legate al tema della vecchiaia , le riflessioni sulla vita che scorre inesorabile e sui rimpianti che lascia nell'animo del protagonista.Forse Mankell era stufo del suo triste eroe, forse è stufo di scrivere gialli.
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