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...c'è un capro espiatorio: l'Uomo - Capra...
Lettura ipnotica come Lansdale sa creare. Il linguaggio è pacato, sciolto e in linea con i personaggi, narrato in prima persona da Harry, un ragazzo bianco di dodici anni, un pò come ha fatto Ammaniti nel suo "Io non ho paura", di forte impatto la sensazione che si avverte leggendo i dialoghi tra Harry & Jacob, paragonabili a quelli tra Scout & Atticus de "Il buio oltre la siepe". Il tema è il razzismo, come ormai Lansdale ci ha abituato, un conflitto che viene "eviscerato" sempre con un stile che ormai appartiene solo a lui. L'ambiente è il Texas, quello della legge dei bianchi, delle zone paludose e dei bayou del fiume Sabine degli anni della Depressione ricco di pesci mocassino, ci sono le donne che indossano vestiti ricavati dai sacchi di patate, tutti tengono in casa un fucile oppure una pistola, c'è il "Klan", c'è il grottesco Pharaoh senza gambe che si sposta su un carrettino trainato da un maiale, c'è la paura del mostro che si aggira nei boschi "l'Uomo-Capra" il presumibile assassino. Manca il classico houmor e l'horror spietato ma c'è tanto contenuto sociale articolato magistralmente in maniera semplice e crudele.
Il mondo era tornato normale come sempre, anche se ai miei occhi non sarebbe più stato limpido e pulito come prima e qualunque cosa avessi fatto non l’ avrebbe più riportato indietro.
Non sarei stato sorpreso di scoprire all’improvviso che si può raggiungere la luna arrampicandosi fin sulla cima dell’albero più alto e che con un paio di buone forbici si poteva tagliarla in due.