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the dragonfly
Atmosfera completamente diversa rispetto a quella del precedente romanzo: mentre in "Scritto nelle ossa" Beckett ci mostrava splendide quanto aspre cartoline dalle isole Ebridi, ne "I sussurri della morte" ci troviamo nel Tennessee, ma l'ambientazione è molto meno particolareggiata e si lascia campo aperto all'azione. Ritroviamo David Hunter, con il suo solito carico di problemi, a lavorare al fianco del suo maestro Tom Lieberman. Da sfondo una galleria di personaggi la cui caratterizzazione è solamente accennata, per usare un eufemismo. Del protagonista stesso si dice poco o niente: si fa cenno sempre agli stessi eventi del suo passato, non approfondendo mai in una minima introspezione. Gli altri personaggi sono comparse che si alternano sulla scena, non sappiamo nulla di loro a parte qualche piccola inclinazione che possono dimostrare nei dialoghi (in particolare Kyle, Summer e il profiler, Alex Irving): non conoscendo nulla di loro sarà particolarmente impossibile dare un senso proprio all'indagine e anche tentare di scoprire l'identità del serial-killer. Per quanto poco descritti riescono ad essere perfino stereotipati: il profiler piacione, il detective scorbutico, il saggio professore, l'assistente imbranato, la poliziotta scostante ma fascinosa. Perfino il protagonista assoluto, David Hunter, è decisamente più appiattito rispetto al romanzo precedente: sinceramente non capisco come possa avere tanta fortuna tra i lettori... mi sembra tanto banale... a partire già dal nome...
La vicenda è caruccia, anche se, come nello scorso romanzo, sa di già visto e già letto; le descrizioni sono ben fatte, ma sinceramente non mi hanno rigirato lo stomaco, né mi hanno terrorizzata più di tanto: semplicemente hanno richiamato alla mia mente qualche scena tratta da film (in particolare "Il silenzio degli Innocenti" o "Seven"); permettetemi una piccola digressione: per chi voglia spaventarsi e avere lo stomaco sottosopra, consiglio "Bambino 44" di Tom Rob Smith, poi ne riparliamo...!
Tutto sommato non è un brutto libro, solo non lo trovo molto significante: leggetelo (ecco, magari sotto l'ombrellone, senza avere troppe pretese) se vi è piaciuto "Scritto nelle ossa", ma non consiglio di iniziare da questo se volete conoscere questo autore. A questo punto mi manca "La chimica della morte" (il primo dei tre), incrocio le dita sperando di trovare qualcosa di più entusiasmante od originale.
Indicazioni utili
(ma non è indispensabile, la storia è comprensibile anche leggendolo come romanzo a sè stante)
Commenti
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Bella!