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Splendido viaggio nei meandri della psiche umana
Siamo nella Londra del 1959, all'interno di un ospedale psichiatrico e viviamo la vicenda attraverso la visione analitica, professionale e distaccata del narratore, uno psichiatra.
La moglie del candidato futuro primario ospedaliero, benestante, ma annoiata ed insoddisfatta, si invaghisce e poi si innamora di un malato recluso per l'assassinio efferato della propria moglie che le offre tutto quello che lei non ha: passione, mistero ed imprevedibilità.
La passione, crescerà sempre più e si avviterà in un vortice sempre più cupo ed inarrestabile, una distruzione lenta e silenziosa, fino alla tragedia finale.
Il romanzo, scritto con uno stile asciutto, semplice, ci risucchia all'interno della storia. Patrick McGrath descrive splendidamente i particolari dei luoghi dove si sviluppa la vicenda, la tristezza dell'ospedale psichiatrico, gli angoli bui di Londra o la campagna grigia ed inospitale del Galles così come è capace di farci vivere l'ossessione della protagonista, il suo scendere sempre più nell'abisso della follia, ma anche il suo grande sentimento d'amore.
Lo psichiatra che narra la storia, all'inizio ci dice: "Le storie d'amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni", ma McGrath, molto abilmente non ci lascia la possibilità di essere distaccati come il narratore che usa, anzi il coinvolgimento è totale; capiremo Stella, la protagonista, la difenderemo, l'odieremo, entreremo nel suo cuore e soffriremo con lei fino a chiederci, alla fine, chi può decidere dove porre il confine tra amore, passione e follia e se, in fondo, sia la vittima o il carnefice.
Uno splendido viaggio nei meandri della psiche umana.