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Morbide guance
Dopo il grottesco e urticante "Le quattro casalinghe di Tokio" Natsuo Kirino ci prova con le morbide guance di Kasumi e di Yuka, decisamente diverso nei contenuti ma sostanzialmente accomunate dal disagio disperato dei protagonisti. Come una lama affilata penetra docilmente nell'anima utilizzando strumenti o strategie che non faranno spargere sangue ma che ugualmente feriscono e fanno male. Il mistero della scomparsa della piccola Yuka ha fatto cambiare molte persone, si scava nelle vite di ognuno e da ciascuno emerge qualche presagio. Rimango sempre di più affascinata da questa autrice, così onirica e "chirurgica".
Mi viene in mente una frase di J. Lee Burke: "per quando orrendo o crudele possa essere un crimine, nel modo in cui lo commettono, gli esseri umani sono convinti di non avere scelta".
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