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Intelligenza, simpatica e novità
Partiamo da un presupposto. Le forze dell’ordine, in Italia, sono viste come un’accozzaglia praticamente incompentente (basti pensare alle barzellette sui carabinieri) ma comunque attraverso una lente di simpatia e rispetto. In Grecia la polizia è quasi un nemico, è tacciata di fascismo e di violare alle libertà personali. Questa mentalità è figlia del regime degli anni 70, in cui la polizia era il braccio armato dei colonnelli e non si faceva molti problemi a torturare, arrestare e far sparire persone sulla base di delazioni anche inconsistenti. In Grecia la polizia fa ancora paura. Per questo il commissario Charitos è un personaggio immediatamente simpatico. Non è un esaltato dal proprio lavoro ma nemmeno un fannullone che pensa solo a scaldare la sedia. E’ un uomo che usa l’intelligenza, che sa cercare, un personaggio buono, che il più delle volte passa per “coglione” anche quando non dovrebbe. Leggere un romanzo di Markaris è come leggere un testo di sociologia. La società ateniese moderna è descritta in maniera perfetta. Gli arrivisti, i palazzinari, le star dello spettacolo, i disoccupati, gli immigrati, i nostalgici del regime e i vecchi comunisti, le aspirazioni (tradite) del dopo-olimpiade. La realtà greca contemporanea è descritta in maniera decisa dalle impressioni del commissario, dalle sue riflessioni, dalle analisi sulla psicologia dei personaggi che incontra, il tutto unito a uno stile semplice e immediato. Il commissario Charitos è un uomo come tutti: ingabbiato tra una moglie religiosa e una figlia dalla mentalità moderna, alle prese con un capo che pensa solo a salvarsi il didietro che lo assegna alle indagini più puriginose. In questo romanzo, che prende immediatamente, Charitos è direttamente coinvolto nel rapimento della figlia su una nave diretta a Creta e poi inviato ad Atene per indagare su strani omicidi nel mondo dello star-sistem greco. Con una prosa avvicente e semplice, Markaris lascia incollati alle pagine per tutta la durata della vicenda, tra il mare di Creta e l’afa insopportabile di Atene. Forse la soluzione dell’enigma mi è sembrata un po’ banale, uno stratagemma “deus ex machina” per concludere la vicenda ma potrebbe essere solo un’impressione. Markaris riesce nell’obbiettivo ( enel sogno) di ogni scrittore: far tornare a casa solo per prendere il libro in mano e continuare nella lettura. E questo è un grande merito del “Maigret” greco.