Ragionevoli dubbi Ragionevoli dubbi

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Belmi Opinione inserita da Belmi    20 Settembre, 2020
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Guerrieri convince ancora

Terzo capitolo con protagonista l'avvocato Guerrieri e terza conferma per quanto mi riguarda.

Siamo sempre a Bari e questa volta il passato e il presente del nostro protagonista si intrecciano. Guerrieri viene chiamato per difendere un uomo accusato di aver trasportato 40 kg di droga dal Montenegro all'Italia. L'indiziato si dichiara innocente ma al primo incontro con Guerrieri, sono altre le emozioni che si svegliano nel nostro caro avvocato.

Per lui Fabio Paolicelli è Fabio Raybàn, un viso che ha segnato l'infanzia del nostro Guerrieri e non in positivo. Riuscirà a difendere una persona che lui in prima persona non reputa degno di difesa? Ma soprattutto perché ha scelto proprio lui?

""Di lei si dice che non ha paura".
"In che senso?".
"Si dice che non si tira indietro, se è per una cosa giusta. Si dice che lei è una persona per bene".
Sentii un leggero formicolio, sul cuoio capelluto e poi lungo la schiena.
"E si dice che lei è molto bravo".

Ho trovato questo terzo capitolo al momento il migliore dei tre, il libro scorre velocemente e rispetto agli altri sono meno i "punti morti" o comunque io li ho sentiti meno. La lettura come dicevo è stata fluida e l'ho trovato decisamente diverso dagli altri due capitoli, come se ci fosse stata una svolta o una crescita dell'autore.

Un libro quindi che consiglio; ogni volta Carofiglio ci insegna qualcosina in più sul mondo legale e su tutto quello che ci gira intorno. Per una inesperta come me questo mondo raccontato da chi l'ha realmente vissuto ha il suo fascino.

Anche se ogni libro racconta un caso a sè, consiglio la lettura in ordine di uscita perché all'interno del libro si sviluppano delle dinamiche e si conoscono dei personaggi che capitolo dopo capitolo aumentano di spessore e sarebbe un peccato perdersi gli inizi.

Buona lettura!

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    08 Ottobre, 2015
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Un altro grande Guido Guerrieri

Mi sono imbattuto in questo libro, datato 2006, dopo aver letto il più recente "La regola dell'equilibrio" e i capitoli precedenti.
Con piacere mi accorgo che lo stile di Carofiglio continua a migliorare. Il romanzo dimostra che l'autore ha sicuramente la stoffa nel narrare un buon giallo soffermandosi ed esaltando il carattere dei personaggi piuttosto che il crimine stesso. L'attenzione per la vita interiore di Guido Guerrieri è un segno distintivo di tutti i libri di questa serie. La tensione degli eventi è crescente e si mescola ai pensieri di Guerrieri dando vita ad una storia interessante e avvincente.

Inoltre è possibile notare come, rispetto ai primi due romanzi, la componente di mistero è maggiore.
Resto sempre un po' sconcertato nell'addentrarmi nel sistema giudiziario italiano che Carofiglio descrive abilmente.

Proprio per il continuo crescendo, consiglio vivamente l'intera serie, iniziando con "Testimone inconsapevole" e non in ordine quasi sparso come ho fatto io. Se si dovesse entrare nella vita di Guido Guerrieri leggendo solo questo libro alcune delle numerose sfumature del carattere del personaggio potrebbero andare perse.

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L'intera serie di Guerrieri
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Minifrank Opinione inserita da Minifrank    18 Dicembre, 2013
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Il diritto non è una scienza esatta!

Prima volta che leggo Carofiglio, ottima impressione.
Il libro si lascia scorrere molto molto in fretta, soprattutto per via della curiosità che scatena l'ottima trama. Da non sottovalutare ai fini della voglia di leggerlo, il carisma e quell'autoironia molto leggera e piacevole del protagonista. Avvocato brillante, ma dalla grande sensibilità, Guido si lascerà guidare dal proprio dovere morale accettando di difendere Paolicelli, pregiudicato trovato in possesso di kg 40 di cocaina pura quasi al 70%, nella scocca dell'auto con la quale era andato in vacanza in Montenegro insieme a moglie e figlia. Lettura molto leggera, a tratti divertente, ma mai banale, anzi!
Ottimo la scelta dei personaggi.
Grandiosa la storia, non mancherò di leggere qualcos'altro di questo bravo scrittore!
Consigliato.

Buona lettura.

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Opinione inserita da francesco    17 Dicembre, 2013

davvero deludente

Leggendo le altre recensioni mi sono chiesto se non ho letto un altro libro.
Premessa: non ho letto (nè penso leggerò) altri libri di Carofiglio, quindi il giudizio è relativo solo a quest'opera.
La trama è abbastanza banale, nessun colpo di scena ma non valuto per questo un libro.
Quello che mi ha deluso, quasi imbarazzato, è lo stile davvero poco coinvolgente e l'analisi dei personaggi, superficiale, ripetitiva, oserei dire da fiction in prima serata.
Guerrieri è poco più di un fumetto, i cui pensieri sembrano usciti da un confessionale del GF..che dire? una grande delusione.

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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    18 Novembre, 2013
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Indubbie ragioni

Guido sempre più Guido. Come ogni romanzo imperniato sul suo protagonista principale anche in “Ragionevoli dubbi” si assiste all'analisi che Guerrieri fa della sua vita e delle vicende che deve affrontare, accentrando l'attenzione.
L'uomo esce ancora distrutto, annientato nelle sue certezze e nei suoi bisogni, l'amore ritrovato viene perduto.“Quando Margherita disse che doveva parlarmi, pensai che aspettasse un bambino. Era un tardo pomeriggio di settembre. Con tutta la luce drammatica dell'estate che finisce, che preannuncia la penombra e i misteri dell'autunno. Un buon momento per sapere che diventerai padre,(...)
«Ho avuto un'offerta per un nuovo lavoro. Un'offerta molto buona. Ma se l'accetto devo partire e stare fuori parecchi mesi. Forse un anno ».
La guardai con l'espressione di chi non ha sentito bene, o non ha capito le parole. Cosa c'entrava questa offerta di lavoro con il bambino che avremmo avuto fra qualche mese?”
Mesto e triste, accetta o semplicemente sorvola sulle decisioni imposte da altri alla sua vita, non lotta per questa nuova storia fallita, non mette in luce i suoi bisogni. “Pensavo stessi per dirmi che aspettavi un bambino. Pensavo che a quarantadue anni la mia vita insulsa all'improvviso, per magia, avrebbe trovato un senso e una ragione. Per questo bambino, o questa bambina cui avrei fatto in tempo a insegnare delle cose, prima di diventare vecchio.
Non dissi così. Mi tenni tutto dentro, come una cosa che ti vergogni anche solo di avere pensato. Perché ti vergogni della tua debolezza, della tua fragilità.”
Lotta invece l'avvocato, attivo e presente, contattato attraverso un telegramma, non senza tormenti, accetta di difendere una conoscenza giovanile, un certo Fabio Paolicelli, detto Raybàn, ex-picchiatore fascista, trovato con 40 kg di cocaina purissima dai finanzieri al ritorno della ferie in Montenegro.
Decide di credergli e in pochi mesi prepara la difesa in corte d'appello a un anno e mezzo dai fatti, sfruttando l'amicizia con l'ispettore Tancredi e contravvenendo ad una delle regole non scritte del codice secondo cui “ un avvocato non difende un cliente buttando a mare un collega”.
Prima che alla corte, l'ardua sentenza tocca alla coscienza di Guido, alla sua professionalità e alla sua onestà salda, sporcata solo da piccole macchie.
I dubbi e le decisioni da prendere sono i protagonisti di questo romanzo, sciolti attraverso le scelte di Guerrieri, ma ogni lettore ci si può rispecchiare pensando alla personale reazione se posto nelle stesse condizioni.
Difendere o meno chi si crede indegno, chi forse è colpevole dei fatti, chi, come se non bastasse, potrebbe, anche se inconsciamente, farti dono di quella pace familiare agognata? Placare i dubbi che attanagliano la moglie del cliente, Natsu Kawabata, di cui ti sei innamorato e di cui adori la figlia? Semplicemente, rubare la vita degli altri, solo perché non riesci a fartene una propria? Cosi tra le certezze di sempre, il cibo, le citazione musicali, jazz incluso, e letterarie e una deliziosa Bari notturna, ecco, con una scrittura semplice e lineare, i drammi dell'uomo e dell'avvocato e la risposta che Carofiglio dà attraverso Guido Guerrieri.
Da gustare senza sosta!

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legal thriller, altri della serie..
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    29 Settembre, 2013
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Metodi e casi per riflettere

Nel terzo episodio (dopo i precedenti “Testimone inconsapevole” e ”Ad occhi chiusi”) che ha per protagonista l’avvocato Guido Guerrieri, Gianrico Carofiglio affronta in forma romanzata alcune tematiche metodologiche della professione forense.

Prima questione, quella che attanaglia l’uomo comune: ma un difensore penalista sa se la persona che sta difendendo in tribunale è colpevole o innocente? E se è a conoscenza della colpevolezza – perché gli è stata confessata o perché se ne è convinto in via autonoma – come si deve comportare?
Benissimo. In “Ragionevoli dubbi” il mesto Guerrieri deve difendere una sua vecchia conoscenza: Fabio Paolicelli detto Raybàn, che ai tempi dei movimenti studenteschi, era un picchiatore di estrema destra. Costui, al ritorno da una vacanza in Montenegro, è colto in flagranza di reato: sulla sua vettura viene rinvenuto un enorme quantitativo di droga. Anche per non coinvolgere la moglie, Fabio si dichiara colpevole e in primo grado – per effetto della confessione e delle prove schiaccianti a suo carico - viene condannato a sedici anni di carcere, nonostante la difesa di un avvocato romano sbucato dal nulla.

Secondo tema: la deontologia professionale consente di confliggere con un collega? "Oltre alle regole scritte, quelle del codice e delle sentenze che lo interpretano c'è una serie di regole non scritte. Queste ultime vengono rispettate con molta più attenzione e cautela. E fra queste ce n'è una che più o meno dice: un avvocato non difende un cliente buttando a mare un collega. Non si fa, e basta. Normalmente chi viola queste regole, in un modo o nell'altro, la paga. O perlomeno qualcuno cerca di fargliela pagare". L'avvocato Guido Guerrieri decide però di agire contro il collega, Corrado Macrì, in nome della professione di innocenza del condannato in primo grado.

Terzo argomento: qual è il ruolo del ragionevole dubbio? In uno stato di diritto. Di fronte alle certezze matematiche di prove concordanti. Dinnanzi alla naturale antipatia per un personaggio che ha un passato politico orrendo e di fronte a un uomo che costituisce un ingombro perfino nelle vicende sentimentali di chi lo deve difendere in secondo grado. Guido si trova infatti alla fine di una storia d’amore e si sente attratto dalla bellissima moglie del detenuto, Natsu Kawabata, figlia di un giapponese e di una napoletana…

Quanti dubbi deve affrontare un uomo come Guido, già di per sé afflitto dai conflitti interiori ("Mi dissi che ero un imbecille e un incosciente, che avevo quaranta anni passati - ampiamente passati - e che mi stavo comportando da irresponsabile e anche da stronzo")!
Complicazioni introspettive e professionali si intrecciano nella malinconia di un professionista che vive nel suo mondo barese cercando al tempo stesso un respiro più ampio. In lui Carofiglio trasfonde le sue abilità tecniche e psicologiche con eleganza di scrittura e giusto equilibrio tra cultura e dimensione pop (pizze e birre, citazioni musicali che spaziano dai cantautori al jazz, il pugilato come valvola di sfogo…).

Bruno Elpis

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...i casi di Ricciardi di De Giovanni, di Montalbano di Camilleri, di Blanca di Patrizia Rinaldi...
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    07 Agosto, 2012
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L' "osteria del caffèlatte"

"Per potersi realizzare i desideri devono essere colorati."

..."E mentre diceva queste cose io smisi di ascoltarla, tutta la scena prese la consistenza irreale di un negativo fotografico, e così rimase piantata nel mio ricordo."

Questo romanzo, al pari degli altri, segue le vicende legali ben precise dei protagonisti di turno, sempre con quello stile chiaro, preciso, che non lascia nulla al caso. E durante la narrazione, continuamente, ritorna il Carofiglio che amo, che mi racconta per farmi conoscere, sapere, sentire e vedere. Quanto mi piace questo alternarsi di fatti raccontati e sensazioni suscitate.
Ho già detto e ridetto quanto apprezzo la sua capacità di farmi ridere, non sorridere che è diverso, ma proprio ridere, cioè emettendo suoni ben riconoscibili. E questo romanzo, non dimentichiamoci, è, perchè lo è, un romanzo giallo. Allora, Guido Guerrieri va all'inaugurazione di una mostra, in un posto molto alternativo, dove trova gente molto alternativa. Gli si avvicina un ospite mai visto prima...
"Tu sei il ragazzo di Piero?
...No guarda, amico, il ragazzo di Piero - chiunque cazzo sia questo Piero - sarai tu. No signore, temo che si sbagli. Deve avermi scambiato per qualcun altro.
Ah.
Lo disse con un sospiro che poteva significare di tutto. Poi, dopo avermi squadrato, proseguì.
Ti piace il lavoro di Cazo?
Cazo?
Katso - nome dall'ambigua pronuncia - era l'artista, ma mi ci vollero tre o quattro drammatici secondi per fare mente locale.
Mi spiegò di avere ideato il titolo dell'esposizione e di essere l'autore dell'introduzione critica al catalogo.
Ah, ottimo. Ci ho dato un'occhiata e non ho capito una sola parola."
Continua in modo altrettanto divertente...ma forse letto così, in modo estemporaneo, non rende....

Ma esisterà davvero l'"Osteria del caffèlatte", libreria a Bari, in pieno centro, che apre alle 22 e chiude alle 6 con tre tavolini e un piccolo banco bar dove puoi bere o mangiare una fetta delle torte preparate dal proprietario; e il sacchetto che ha da un lato il disegno di una tazza di caffèlatte fumante, azzurra e senza manici, con il nome della libreria, dall'altra, stampate sulla plastica, una pagina di romanzo, una poesia, una citazione da un saggio. Cose che piacciono al libraio e che lui vuole consigliare ai suoi notturni clienti.
Si carofiglio è anche questo.

Insomma, avete ragionevoli dubbi per non leggerlo? :)))

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e che ama divertirsi
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Henry Opinione inserita da Henry    11 Aprile, 2012
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Cadere in tentazione

Fabio Paolicelli si trova in carcere perché tornando da una vacanza in Montenegro con la famiglia, i finanzieri hanno trovato quaranta chili di cocaina purissima nella sua auto. Lui si dichiara innocente, anche se ha già firmato una confessione dove dichiara che la droga è sua. Anche la moglie Natsu Kawabata, papà giapponese mamma napoletana, con un passato da modella e un presente da cuoca di classe, dubita della sua onesta. Non resta che contattare Guido Guerrieri, il migliore avvocato penalista di Bari, e sperare nelle sue capacità. Ma non è un momento fortunato per Guido. La sua compagna è partita per lavorare in America senza prima consultarsi con lui e ora chiede il suo aiuto un detenuto con cui in passato ha già avuto uno spiacevole incontro. Ma si sa, quando il cuore è debole, è facile cadere in tentazione. Pur di rivedere l’esotica tentazione, accetta l’incarico di difenderne il marito.
Il caso non è facile perché tutte le prove sono contro il detenuto, è già passato più di un anno dal fatto, la droga è stata trasportata da uno stato straniero e c’è una confessione firmata. Inoltre Guido dovrebbe infrangere una regola non scritta del sistema: un avvocato non difende un cliente buttando a mare un collega. E normalmente chi viola queste regole, in un modo o nell'altro, la paga. A maggior ragione quando si scopre che il precedente avvocato ha legami comprovati con la mafia.
Leggendo nella mente di Guidi scopriremo i suoi dubbi sull’onesta del cliente, vivremo le sue emozioni negli incontri con Natsu, e proveremo la sua paura negli incontri con persone poco raccomandabili. Poi entreremo nell’aula di un tribunale e sentiremo la sua arringa finale. Riuscirà a far nascere qualche ragionevole dubbio ai giudici e scagionare così il suo cliente mettendo fine alla sua nuova storia d’amore?

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Carofiglio
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lucabettin Opinione inserita da lucabettin    21 Ottobre, 2011
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Ragionevoli Dubbi

Ho scritto la mia opinione, come sempre, senza leggere quelle di chi mi ha preceduto. Una volta finito, e quindi letto anche gli altri giudizi, mi è venuto da sorridere e da pensare che il bello della letteratura è proprio il fatto di suscitare a persone diverse, che leggono un libro in momenti differenti, sensazioni contrastanti.
--------------------------------
L’approccio a questo romanzo è stato piuttosto casuale, incrociandolo sulla mia strada tra un libro finito ed uno ancora da comprare e cominciare, in quella “terra di mezzo” da riempire con qualcosa.
L’ho trovato in casa e mi ha incuriosito, spinto dal fatto che, in questi giorni, in ogni libreria ci si imbatte in cataste di libri dell’autore presentati con una certa enfasi.
La storia parla di un avvocato e di una particolare vicenda processuale che lo riguarda, intrecciandosi con la sua vita privata e con le sue inquietudini personali. Capitolo dopo capitolo si alternano gli incontri con il cliente in carcere e con la moglie fuori, l’amicizia con un poliziotto che lo aiuta nelle indagini, le procedure e i meccanismi delle aule dei tribunali, le pulsioni di un avvocato quarantenne che, continuamente, fa bilanci sulla propria vita professionale e sentimentale.
La narrazione procede fluida e senza strappi e risulta piacevole anche se non eccessivamente brillante. Non ci sono colpi di scena che spiazzano il lettore e tutto si snoda secondo un copione piuttosto scontato e prevedibile. Il linguaggio utilizzato è semplice e scorrevole e, a volte, lascia dietro di sé una scia non sempre appagante.
La sensazione finale, ovviamente assolutamente personale, è quella di dire: Non male, ma… tutto qui?
Ho letto solo quest’opera dell’autore e quindi non posso esprimere giudizi complessivi.
Ieri, però, andando da Feltrinelli e vedendo all’entrata decine di libri di Carofiglio uno sull’altro, ho avvertito la strana impressione di non aver compreso qualcosa oppure di essere in un meccanismo dove, inconsapevolmente, ci troviamo a leggere libri che sempre meno scegliamo noi e sempre più i giudizi sugli stessi sono quanto meno “orientati e guidati”.
Forse è lecito avere, qualsiasi sia il giudizio, ragionevoli dubbi.

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    19 Giugno, 2011
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Ragionevoli dubbi

Ho appena terminato di leggerlo, il mio stato d'animo proprio per il finale, è estremamente malinconico...come quella sensazione che un po' tutti credo abbiano provato in una giornata di fine estate passata al mare con la consapevolezza che le ferie stanno terminando ed anche le serate a baraccare con gli amici. Questo è l'effetto che genera in me l'autore con le sue opere.
Dallo stile fresco e asciutto, senza inutili fronzoli ma preciso come la cornice di un quadro al cui interno c'è una storia nella storia, la trama di un legal thriller legata a venature degli stati d'animo e delle emozioni del protagonista, l'avvocato Guerrieri, personaggio che ha conquistato la mia attenzione anche in questa terza storia.
Inutile aggiungere che tutto questo rende l'opera piacevole a pieni voti.
Proseguo nel mio tentativo di affiancare il libro ad una bevanda...in questo caso una limonata fresca e dissetante che lascia le papille stordite ma allo stesso tempo soddisfatte.
Complimenti Carofiglio, l'avvocato Guerrieri e la tua Bari mi sono rimasti nel cuore.
Syd

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Carofiglio: Testimone inconsapevole, Ad occhi chiusi.
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    02 Dicembre, 2010
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Amato Guerrieri....( e bravo Carofiglio!)


Terza , riuscita, avventura dell'avvocato Guido Guerrieri.
Prima ancora di parlarne, vi dico già che non si può perdere!

Altro caso disperato. Ma stavolta , disperato lo è ancora di più, perchè il romanzo inizia con un colloquio funesto per Guido: Margherita, la donna con cui aveva ritrovato la sua gioia di vivere, se ne va.
Per quanto non si sa.Ma è un brutto momento....

Incipit struggente, dunque. Qualche parola.

"....Non lo volevo sapere il perchè. O forse sì, ma dissi di no lo stesso.
Non volevo che mi scaricasse addosso le sue ragioni -che sicuramente erano ottime ragioni - alleggerendosi il cuore, o l'anima, o dovunque le nostre colpe si vanno a posare.
Io mi tenevo la mia, di sofferenza, e lei la sua.
Ci avrei pensato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, a tormentarmi con quella domanda, e con i ricordi e con tutto il resto.
Ma per quel tiepido, SPIETATO pomeriggio di settembre, bastava".

Guerrieri deve difendere un uomo accusato di trasporto di droga. E non basta il suo travaglio personale a complicargli la vita e le notti; si aggiunge il fatto che l'uomo in questione è una sua vecchia conoscenza, un picchiatore fascista che lo aveva pestato da ragazzino.

E da allora Guido aspetta di vendicarsi! Quale migliore occasione?

Ma il destino ci mette lo zampino: Guido conosce la bella moglie orientale del suo assistito e....

E qui arrivano i "ragionevoli dubbi" dei titolo.
Che sono profondissimi, e SU DUE FRONTI. Quelli che riguardano il caso e quelli quelli che riguardano il suo comportamento, le sue scelte.
Non è lui stesso un ladro, in questo momento, innamorandosi della donna dell'"altro"? Desiderando portargliela via?

Con queste bellissime storie di vita, Carofiglio non ci stanca mai.Soprattutto come in questo romanzo, in cui ha saputo calibrare perfettamente la parte personale e quella dedicata alle indagini ed ai dibattiti in tribunale.
Voto: ottimo.

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pinucciobello Opinione inserita da pinucciobello    07 Settembre, 2010
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L'irragionevole Guerrieri

Terzo romanzo di Carofiglio con protagonista l'avvocato Guerrieri. che riesce, anche peggio del solito, ad impantanarsi in una situazione apparentemente senza uscita e dove c'è solo da perdere. Si trova, infatti, a dover difendere, lui decisamente di sinistra, un ex picchiatore fascista dei tempi in cui erano entrambi giovanissimi. Un poco di buono finito in carcere perchè trafficante internazionale di droga, preso con le mani nel sacco e che aveva, in un primo tempo, per di più confessato. Anche a costo di mettersi contro un collega affermato, però Guerriei inizia a scavare e piano piano ....
Lasciamo il piacere della lettura a chi conosce ed apprezza il bel personaggio creato da Carofiglio, autore italiano raffinato come pochi. Consigliatissimo

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Tanu Opinione inserita da Tanu    05 Aprile, 2010
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Bello davvero

Politicamente scorretto, l'Avvocato Guerrieri diventa subito simpatico al lettore, un anti-eroe alla barese per cui viene subito tanta simpatia. La storia si snocciola con il dovuto pathos ma sicuramente aggiunge qualcosa di nuovo al legal thriller: direi che è l'anti-Grisham per eccellenza e - da quel che mi dicono amici inglesi - Carofiglio è più apprezzato a Londra del famoso collega americano. Bravo Gianrico, un altro bel capitolo della saga dello sfigato Guerrieri.

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qualsiasi giallo che abbia un pizzico di ironia ... potrebbe piacere agli amanti di Maigret come ai fans di Philip Marlowe.
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