L'uomo del labirinto
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Chi ha paura del coniglio?
Una ragazzina, mentre un mattino se ne va a scuola tutta scombussolata, perché un compagno di scuola ha chiesto di parlarle a quattr'occhi scompare nel nulla. Ricompare dopo quindici anni in una strada persa nei boschi nuda, con una gamba rotta e con la memoria che arriva solo a momenti. Non sa di non essere più un'adolescente, ricorda solo di essere finita in un posto dove un'entità superiore giocava con lei, dandole dei premi nel momento in cui riusciva a raggiungere gli obiettivi che le venivano di volta in volta messi davanti. Sullo sfondo di tutto questo un uomo con un'enorme testa da coniglio e degli occhi a forma di cuore. Questo romanzo mi è piaciuto molto, e dall'inizio alla fine. Mi ha intrigato come Carrisi sia riuscito a giocare col lettore, divertendosi a portarlo fuori strada, per lanciare la bomba solo alla fine, l'ingenuo di turno si beava del fatto di essere riuscito a capire tutto. e invece no, tutto è un illusione. Mi inquieta molto pensare a che cosa si nasconda nella mente di questo scrittore per riuscire ad essere così crudele coi suoi personaggi e coi suoi seguaci, ma qualsiasi cosa sia, mi piace.
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non guarderò più i conigli allo stesso modo
Samantha sparisce una mattina mentre sta andando a scuola, ha solo 13 anni. Per 15 lunghi anni non si sa più niente di lei, tant'è che molti hanno temuto il peggio. Un giorno improvvisamente ricompare in un bosco, ha una gamba rotta ed è molto confusa, ma è viva. Parte quindi la caccia al mostro che l'ha tenuta prigioniera e ha abusato di lei per tutto questo tempo, caccia che coinvolge non solo la polizia ma anche un investigatore privato che all'epoca, ingaggiato dalla famiglia, aveva indagato sui fatti senza impegnarsi particolarmente in quanto anche lui la credeva morta, e per questo ora si sente in colpa.
Inizia così una ricerca che porterà a galla tante verità nascoste, i cosiddetti "figli del buio", una situazione che purtroppo è più reale e più diffusa di quanto si creda, ma soprattutto ci farà vivere una malvagità che sembra quasi impossibile che possa esistere, e invece è forte e presente e ci fa accapponare la pelle.
Come altre volte nei libri di Carrisi, l'ambientazione non è ben definita, così come questo perenne caldo e infernale e il giorno e la notte invertiti danno un'atmosfera cupa ma quasi irreale. I personaggi sono ben delineati solo per quello che devono rappresentare ma non si sa niente di più di loro, infatti ogni pagina che leggi riserva una sorpresa quasi sempre amara.
Non è uno dei migliori libri di Carrisi, ma tiene comunque incollati alle pagine, quello che ti accompagna per tutto il libro e che ti resta alla fine è un forte senso di inquietudine. Sono infatti indecisa se andare a vedere il film appena uscito oppure no, essendo l'autore anche il regista, mi fa pensare che non ci saranno brutte sorprese per quanto riguarda tagli alla trama, ma non so se ho voglia di rivivere questa inquietudine anche sul grande schermo.
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Fino all'ultima parola
Una giovane donna si sveglia in un letto d'ospedale. Ha una gamba rotta, è anche disorientata e non ricorda nulla. La stanza in cui si trova non ha finestre, solo un enorme specchio che riveste una parete, anche se non riesce a vedere il suo riflesso.
Con lei c'è un uomo che si presenta come Dr White, un profiler criminale. Questo spiega alla ragazza che si chiama Samantha, che è stata rapita e tenuta prigioniera, ma è riuscita a scappare e che il suo compito è trovare il rapitore. Tuttavia, la caccia non avrà luogo nel mondo esterno, ma nella mente di Samantha.
White rivela a Samantha che non ha più tredici anni, età che aveva quando è stata rapita, ma ventotto. Con il suo aiuto, inizia gradualmente a ricordare alcuni episodi della sua prigionia.
In una città sopraffatta da un'ondata di calore feroce, dove la gente ha iniziato a dormire durante il giorno e lasciando le proprie case solo di notte, un detective privato chiamato Bruno, che ha trascorso anni a indagare sulla scomparsa di Samantha, viene a sapere della sua liberazione. Colpito da una malattia cardiaca, il detective ha solo due mesi di vita, ma coglie di nuovo la caccia.
Tanti piccoli indizi per ogni capitolo che mi hanno spinto a voltare pagina velocemente.
Anche quei pochi punti in cui ho pensato di aver intuito la fine, di aver risolto il caso, mi sono accorto che era tutta una manovra di Carrisi per spingermi fuori strada.
Forse in questo Carrisi è il migliore. Più di ogni altro suo romanzo, questo mi ha tolto il sonno. Fino all'ultima pagina, fino all'ultima parola.
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I figli del buio
L’apertura di questo giallo, che ci racconta la storia della sparizione di una bambina, Samantha, e della sua ricomparsa dopo ben 15 anni di segregazione totale, ricorda l’incipit di Alice nel paese delle meraviglie, perché fin dalle prime pagine del thriller compare un coniglio, che sarà un elemento ricorrente nella storia. Ed è proprio la ricerca di questo uomo-coniglio, con la testa bianca da coniglio e gli occhi a forma di cuore, il canovaccio narrativo essenziale di una storia davvero ricca di alta tensione, con colpi di scena ben studiati e posizionati narrativamente in modo finemente strategico. E’ un libro che non ci racconta solo la storia di Samantha, ma anche quella di tanti altri bambini, vittime di mostri che non sanno nemmeno di essere tali. I cosiddetti figli del buio sono purtroppo tanti, vittime di un mondo che, così come è capace di donarci una straordinaria ed inimmaginabile bellezza e meraviglia, ci mostra anche ogni giorno il suo volto più malvagio, violento e profondamente disumano. La parte finale è un continuo crescendo di fatti concatenati e di emozioni, di allucinazioni e scambi, con elementi narrativi che spiazzano il lettore, lo fanno brancolare lui stesso nel buio, quasi non capendo in che labirinto è finito, per poi ricucire, alla fine, in modo direi magistrale, due storie parallele, una delle quali era sembrata, a torto, solo una storia secondaria.
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Dio è un bambino, non lo sapeva?....
"Dio è un bambino, non lo sapeva? Per questo quando ci fa del male non se ne rende conto."
Non era un giorno come tutti gli altri per Samantha: dopo una notte insonne trascorsa pensando a quanto le aveva confidato la sua migliore amica, non vedeva l'ora che facesse giorno per poter constatare quanto quella confidenza fosse vera o se si trattasse di un semplice malinteso. 'Si era rigirata nel letto per tutta la notte come l'indemoniata di alcuni film dell'orrore, provando a ipotizzare i motivi che spingevano uno dei ragazzi più carini della scuola - e del creato - a voler scambiare frasi di senso compiuto proprio con lei'. "Tony Baretta vuole parlarti" le aveva sussurrato in un orecchio la sua amica il giorno prima durante l'ora di ginnastica e quelle parole continuavano a ronzarle nella mente prepotentemente cacciando via ogni altro pensiero mentre percorreva la strada verso la scuola. Solo una preoccupazione riuscì a distoglierla: nella fretta di uscire, aveva trascurato di nascondere con un pò di trucco le occhiaie causate dalla lunga veglia notturna e temeva fossero ora troppo evidenti. Un minivan bianco con i finestrini a specchio parcheggiato lungo la strada sembrava fosse stato piazzato lì dalla provvidenza. Tuttavia, il sollievo per aver constatato che le borse sotto gli occhi erano quasi invisibili durò pochi secondi: il suo volto riflesso sul finestrino poco alla volta scompariva sostituito da quello di un coniglio con gli occhi a cuore che diventava sempre più nitido nei suoi lineamenti man mano che si avvicinava al portellone del minivan.
Samantha aveva 13 anni quando conobbe per la prima volta Bunny, il coniglio dagli occhi a cuore, il suo rapitore.
Dopo ben 15 anni, Samantha viene ritrovata nuda in un bosco e mentre la polizia indaga nei pressi del bosco cercando tracce del rapitore, nella stanza di ospedale in cui Samantha viene ricoverata il dottor Green indaga nella mente della ragazza, ormai donna, nel tentativo di riportare alla luce ricordi di quei 15 anni trascorsi tra le pareti umide e grigie del 'labirinto', così come Samantha definiva il luogo in cui era stata segregata, delineando un possibile profilo psicologico del mostro e cercando di sottrarre Samantha dal 'buio', dal baratro di orrore, disperazione e follia in cui inevitabilmente precipitano coloro che sopravvivono a tali soprusi. Fuori dalla stanza isolata dell'ospedale, in una città oppressa da un caldo asfissiante, quasi infernale, si muove sulle tracce di Bunny anche Bruno Genko, un investigatore privato che fu contattato dai genitori disperati di Samantha subito dopo la sua scomparsa senza però ottenere alcun risultato; a 15 anni di distanza, Genko gioca le sue ultime carte per rimediare al suo primo fallimento cercando così di placare almeno in parte il rimorso di non aver fatto tutto il possibile per salvare la bambina. E sarà una corsa contro il tempo la sua: un foglio che porta sempre con sè nella tasca della sua giacca, la diagnosi di una grave malattia al cuore, gli ricorda che mancano solo pochi giorni al suo appuntamento con la morte.
Con L'uomo del labirinto, l'italiano Donato Carrisi conferma ancora una volta il suo talento nel filone sempre in voga del thriller psicologico, ormai saturo di titoli spesso accomunati da una trama con pochi spunti di originalità che induce inevitabilmente nel lettore un senso di deja-vù. Carrisi invece riesce a rendere speciale ed inconsueto ogni suo romanzo, seppur ruotando tutti intorno ad un comune denominatore: il male nella sua forma più subdola, più viscida e perversa, che si trasmette come un virus dal carnefice alla vittima, come il passaggio di un 'testimone' la follia del mostro contagia chi ne è inizialmente succube trasformandolo a sua volta in un mostro. Non si tratta di serial killer, il loro fine non è uccidere, anzi la morte è un fatto puramente marginale: sono sadici consolatori. "Lo scopo principale di questi psicopatici è trasformare la vittima in un essere abietto. Nella prigione di un sadico consolatore si viene sottoposti a prove crudeli, plagiati con la paura, costretti ad atti abominevoli.. E' in questo modo che loro consolano se stessi per il fatto di essere dei mostri."
Carrisi trascina il lettore sin dalle prime pagine in un vortice di tensione e follia da cui è impossibile sottrarsi; si viene letteralmente soggiogati dalla ricostruzione graduale della prigionia di Samantha nel 'labirinto' di Bunny e man mano che riaffiorano nella sua memoria le efferatezze subite si aggiungono nuovi tasselli alla trama rendendola essa stessa un labirinto, in cui basta poco per perdersi tra vari anfratti, dubbi ed interrogativi che l'autore lascia volutamente sospesi. E quando finalmente sembra delinearsi l'epilogo della storia, Carrisi rimescola nuovamente tutte le carte in gioco disorientando definitivamente il lettore che si ritrova così catapultato in una storia parallela, in un altro luogo ed in un altro tempo, in cui la nuova vittima diventa Mila Vasquez, l'investigatrice specializzata nella ricerca delle persone scomparse e che molti ricorderanno come protagonista dei primi romanzi di Carrisi, Il Suggeritore e L'ipotesi del male.
Ecco, personalmente, seppur ritenendo estremamente coinvolgente la lettura di questo romanzo, ho poco apprezzato la scelta dell'autore di introdurre nel finale un collegamento con un probabile nuovo capitolo della serie del Suggeritore: mi sembra una scelta dettata da fini puramente commerciali che a mio parere sminuisce non poco la qualità dell'opera. L'uomo del labirinto rimane comunque un romanzo che non deluderà di certo le aspettative degli appassionati del genere.
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L’illusione è servita
Ecco Donato Carrisi, il re del poker, del bluff, dell’illusione. Con sorriso sornione tiene abilmente nascoste le sue carte fino alla fine, lasciandoti credere di avere ormai capito tutto. D’altra parte, quale macchinazione letteraria potrebbe essere ancora in grado di sorprendere un lettore avvezzo al genere? Quale artificio sarebbe mai possibile inventare che non sia già stato detto, scritto, letto? Invece hai vinto, Carrisi. Ancora una volta.
Sul palcoscenico dell’oscuro, in un tempo capovolto in cui, a causa di un’ondata di caldo fuori dal comune, si vive solo al calar del sole, si muovono torbide ombre.
L’ombra di Samantha, che si sveglia in un ospedale dopo quindici anni di prigionia, a lottare contro ricordi affilati come lame e paure ormai sedimentate nelle ossa. Ma l’incubo è davvero finito?
L’ombra del dottor Green, famoso profiler che deve indagare tra quei ricordi, a caccia di suoni, odori, indizi, per provare a dare un volto al sadico carceriere che si è nutrito per anni di quel terrore.
L’ombra di Bruno Genko, detective privato su cui pende un decreto di morte sancito da un’incurabile malattia. Gli restano pochi giorni di vita, non di più. Pochi giorni per riscattare un’intera esistenza di errori commessi e occasioni sprecate, trovando una verità per Samantha. Basteranno?
“Lui non lo sa, ma c’è un posto da cui non può scappare. Ed è lì che avverrà la caccia: non là fuori, ma nella tua mente”.
Con “L’uomo del labirinto” Donato Carrisi ci propone un viaggio negli inferi, nel mondo dei “figli del buio”. Così sono chiamati i minori scomparsi che vengono ritrovati o riappaiono inspiegabilmente dopo anni di sevizie, abusi e torture psicologiche; anni vissuti spesso in tane sotterranee e nauseabonde, con l’unica compagnia dei propri carnefici. È un mondo inquietante e agghiacciante, in cui per sopravvivere non si può far altro che stare alle regole del gioco, imparando a convivere con il terrore e la violenza, lasciandosi permeare dal germe del male. E quando si esce, non si potrà più essere come prima.
Anche queste pagine, in fondo, non sono altro che un labirinto, fatto di specchi in cui bene e male si riflettono l’uno nell’altro, senza offrire mai punti di riferimento. E tu, lettore, non puoi fare altro che assecondare la storia, farti trasportare dalla caccia, accettando le regole del gioco: tensione psicologica, inquietudine, colpo di scena.
Perché, ancora una volta, a questo banchetto, è servita illusione.
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Un libro che non convince
Donato Carrisi, dopo aver firmato bestseller assoluti come Il Suggeritore, Il tribunale delle anime, L’ipotesi del buio, La ragazza nella nebbia, ora firma L’uomo del labirinto.
Un romanzo forte, duro, psicologicamente denso; scritto con una prosa sempre più incalzante, precisa e netta, che coinvolge il lettore in un vortice continuo di sensazioni intense.
Chi è l’uomo del labirinto? E’ un coniglio con due cuori al posto degli occhi! E’ lui che quindici anni prima ha rapito Samantha Andretti, allora tredicenne. Ora viene ritrovata sul ciglio di una strada che vaga senza meta, nuda e con una gamba fratturata. Ha subito soprusi indicibili, è in stato di shock, non ha che ricordi frammentari. Di lei si occupa il dottor Green, un dottore un po’ strano. Lui non cura le vittime, ma cerca di entrare nella loro mente e di comprendere cosa è accaduto. Insegue il mostro, divenuto tale in quanto
“figlio del buio. (…) Nessuno ha compreso che il mostro era penetrato segretamente dentro di lui. Il buio l’ha infettato. Negli anni dell’infanzia, (…) ha nutrito l’ombra che si portava dentro: l’abbandono, l’indifferenza e la violenza sono stati una pericolosa incubatrice per ciò che sarebbe diventato in seguito (..) Il rapitore di Samantha Andretti.”.
Inoltre c’è un altro personaggio chiave: Bruno Genko, investigatore privato, che a causa di una incurabile infezione al cuore, ha i giorni ormai contati. Gli resta poco tempo, e, forse per un ultimo scrupolo di coscienza, vuole occuparsi di quel vecchio caso rimasto insoluto. Lui era stato, infatti, assunto dai genitori della ragazza per ritrovarla. Ma aveva fallito, e ora con le sue ultime forze riscatta un passato sbagliato. Da qui ritroviamo: bambini scomparsi, lugubri case famiglia che allevano futuri mostri, diabolici fumetti anni Quaranta che con uno specchio mutano contenuti, diventando pura e folle pornografia. Il finale chiude a fatica ed è poco comprensibile.
Un dettaglio è particolare: parla della esistenza in Vaticano di un archivio segreto in cui vengono raccolti i peccati che i malvagi raccontano in confessione. Una rivelazione che batte in fantasia qualunque Inferno di dante o Dan Brown che dir si voglia.
Il romanzo mescola, abilmente, più generi: thriller d’azione, giallo psicologico, thriller violento a tinte fosche. Troppi, forse. La narrativa scorre velocemente, i colpi di scena assicurati, ma al termine….. Mah! Spiazzante.
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Chi sei uomo del labirinto?
Quando quel 23 febbraio si perdono le tracce di Samantha Andretti, questa è ancora una ragazzina di 13 anni la cui vita ruota attorno alla scuola media, a una fedele migliore amica e a un ragazzo, Tony, che è il più bello della scuola e che le vuole parlare. Non riesce a crederci, la giovane, se lo è fatto ripetere innumerevoli volte, eppure è così: tra tutte lui ha chiesto di lei. Un peccato di vanità? Una sosta dinanzi a un furgone nel momento sbagliato e nel posto sbagliato?
Sono trascorsi 15 lunghi lustri quando la donna scomparsa riprende conoscenza in un letto d’ospedale. Il Dott. Green le si presenta con la qualifica di profiler della polizia e con il suo tono pacato e sicuro. Lei, dal suo canto, ha una gamba ingessata a causa di una frattura, un catetere vescicale, escoriazioni varie, ma, soprattutto, non ricorda niente di sé, né degli anni della segregazione, né del suo inspiegabile ritrovamento in una palude a ridosso di un bosco: come è riuscita a fuggire la ormai adulta Sam? Come è sopravvissuta per tutto questo tempo? Perché il sequestratore non l’ha uccisa?
E se da un lato gli agenti speciali della polizia si mettono al lavoro, dall’altro interviene Bruno Genko, un investigatore privato che ha trascorso la sua esistenza mantenendo un basso profilo e privandosi di ogni affetto. Unico pseudo legame è quello che ha instaurato, dopo averla salvata, con Linda. È infatti con lei che si confida; la malattia terminale cardiaca che lo ha colpito non gli ha lasciato al massimo che un paio di mesi di vita, un paio di mesi di vita che sono già passati. Il gong, la fine, la scadenza del termine, è alle porte. Ma il detective non può andarsene senza prima aver risolto il caso di Samantha. I genitori si rivolsero a lui poco dopo la sua sparizione, lui si comportò in modo alquanto rigido e duro nei loro confronti trascinandosi l’irrisolutezza di quel mistero. Deve far chiarezza in merito, deve scoprire chi è l’uomo con gli occhi a forma di cuore e la testa a coniglio, deve dare una risposta a tutti i suoi perché. E Bruno nella sua ricerca riesce, va ben oltre le aspettative. Riuscirà a passare il testimone prima che sopraggiunga la morte?
Con “L’uomo del labirinto” Donato Carrisi offre al grande pubblico un’opera di indiscusso valore e merito. Un thriller, quello presentato, in cui chi legge è rapito dalle vicende, è portato a non staccarsi dallo scritto perché la curiosità di conoscere del mistero è più forte di tutto. Non manca nemmeno la stoccata finale dell’epilogo in cui tutte le carte vengono nuovamente rimescolate per ricomporre quel puzzle altrimenti irrisolto. E per questa peculiarità, per questo finale doppio, il componimento si distanzia dai lavori passati. Di fatto, elementi invece comuni agli stessi, sono la narrazione atemporale e antispaziale, ovvero l’assenza di qualunque elemento che possa collocare i fatti in luoghi o giorni.
Serrato, ben costruito, di facile lettura. Si esaurisce in meno di due giorni, ma senza deludere.
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Samantha Andretti
La vita di Samanta Andretti , cambiò radicalmente quella mattina del 23 febbraio, quando la sua amica Tina gli comunicò che Tony Baretta uno dei ragazzi più belli della scuola, gli aveva chiesto un appuntamento per fare due chiacchiere con lei nel pomeriggio. Per Samantha quella notizia fu un tuffo al cuore, un colpo di scena, quelle notizie che ti chiudono lo stomaco dall'emozione, in pratica un sogno che si stava avverando.
Alle otto meno cinque le strade in cui viveva la famiglia Andretti erano quasi deserte, e per Samantha la cosa più importante era l'appuntamento con Tony nel pomeriggio, ma la paura di non essere vestita o truccata a dovere gli venne a pochi metri dalla scuola, presa dal panico incomincia a cercare qualche auto per riflettersi negli specchietti, ma vista l'ora erano poche le auto parcheggiate per dare una sistemata al trucco, finché non intravede ciò che cercava, un furgoncino con i vetri a specchio,segno del destino pensò, e mentre era li che controllava che i capelli,il trucco,e il viso fossero al massimo splendore, fece solo in tempo a vedere che all'interno qualcosa si muoveva, dopodiché il buio …. Samantha era stata rapita.
Dopo quindici anni il corpo di Samantha viene ritrovato sul ciglio di una strada di campagna da un bracconiere, le sue condizioni sono disperate ha una gamba rotta, è in stato di shock, ed è praticamente nuda. La notizia del ritrovamento fa suscitare interesse ai media tant'è che diventa il caso di cronaca più seguito e discusso, dai tg ai giornali, la gente vuole sapere chi è il colpevole, chi è il mostro che tiene prigioniera una bambina di tredici anni per quindici anni?
Anche Bruno Genko, investigatore privato ingaggiato dai genitori di Samantha appena scoperta la sparizione della figlia, vuole scoprire la verità e riprendere il lavoro la dove lo aveva lasciato, con la speranza che il suo cuore malato gli lasci il tempo di risolvere quest'ultimo caso.
Riuscirà Genko a scoprire la verità?
Dove è stata tenuta Samantha per tutto quel tempo? e come ha fatto a scappare?
Chi è il suo rapitore?
Ho letto tutti i libri di Carrisi e anche questo mi è piaciuto moltissimo,ed è stato uno dei thriller più belli letti fino ad ora. La storia l'ho trovata molto originale, i personaggi sono ben descritti, gli ambienti e le descrizioni delle scene sono narrati alla perfezione. Non mancano colpi di scena,suspense,azione, e la giusta dose di adrenalina, utile per tenere alta l'attenzione. Sul finale sono rimasto un po' disorientato, tant'è che subito non l'ho avevo capito al 100%, ma dopo che ho riletto le ultime pagine e colmato alcune lacune il mio effetto sorpresa è stato appagato lasciandomi riflettere su questa vicenda, e dalla bravura dell'autore a scrivere un libro con una storia cosi complessa e intrigante.
Per gli amanti del genere credo che questo libro difficilmente possa deludere le aspettative, per chi invece è alla ricerca di un libro con una storia che abbia un bel "tiro" magari questo titolo può essere una dritta.
Un piccolo suggerimento, siccome l'autore nella storia coinvolge alcuni personaggi protagonisti nei libri precedenti, per chi è interessato ad approfondire la loro conoscenza consiglio di leggere (anche dopo aver letto questo), gli altri suoi libri che sono altrettanto belli.
Buona lettura.
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un diabolico thriller psicologico.
Pochi autori sanno percorrere i labirinti della mente e della psiche umana come Donato Carrisi, che, in un’atmosfera stranamente torrida ove quasi si ferma ogni attività lavorativa in attesa delle ombre della sera, ambienta questo nuovo thriller denso di colpi di scena e di mistero. C’è un alone carico di elettricità, quasi che in ogni personaggio della storia possa nascondersi un possibile colpevole, in un continuo succedersi di eventi che rimandano ad un tempo passato, allorquando in un’afosa mattina scompare improvvisamente una ragazza, rapita mentre si reca a scuola da un improbabile personaggio, con la testa di coniglio e gli occhi a cuore. Qui inizia la vera e propria storia, che rivela particolari sconcertanti e che a poco a poco scopre un mondo sotterraneo e oscuro di terribili verità. Un detective a fine carriera, ai margini della società, cardiopatico con poche speranze di sopravvivere, è il personaggio che si danna l’anima per scoprire una possibile verità e ciò che si cela nel “labirinto” dove una mente perversa nasconde le vittime e maschera diabolicamente ogni comportamento. Amaro il destino del coraggioso che indaga, incalzanti gli ultimi capitoli che lasciano con il fiato sospeso e che conducono, proprio nelle ultime pagine, ad una rivelazione sorprendente ed inattesa. Il romanzo va letto cercando di non smarrirsi nel dedalo di supposizioni e ponendo ben attenzione al fatto che quello che appare vero e plausibile può non esserlo affatto: la mente umana è un labirinto, i ricordi possono essere cancellati e riaffiorare a distanza di tempo. Donato Carrisi è un maestro del thriller psicologico, e non molti scrittori sanno essere al suo livello.
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Sadico virtuoso
«Son io! Son io, che torno per sapere!
Ché molto io vidi, come voi vedete
me. Sì; ma tutto ch’io guardai nel mondo,
mi riguardò; mi domandò: Chi sono?».
(da L'ultimo viaggio di Giovanni Pascoli)
Un po' come l'Ulisse pascoliano, L'UOMO DEL LABIRINTO è un thriller psicologico che scava nei meandri reconditi della mente umana, dove la paura riesce a secretare gli avvenimenti più abominevoli e i ricordi più inquietanti. A chiedere chi lei sia è la prima protagonista di questa storia, Samanta Andretti: tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera. Molti anni dopo viene, improvvisamente e misteriosamente, liberata, ma i traumi e le ferite, fisiche e soprattutto psicologiche, le impediscono di ricordare chi è e chi l'ha tenuta segregata. Ricoverata in una stanza d’ospedale, il rassicurante dottor Green cerca di recuperare i suoi ricordi, scavando tra i suoi traumi.
Accanto alla vicenda di Samanta, c'è un'altra storia. Infatti, due vicende scorrono parallelamente a capitoli alterni. La seconda storia è quella di Bruno Genko, un uomo che non ha niente da perdere. È l'investigatore privato, incaricato del caso nella scomparsa di Samanta Andretti, sedici anni prima. Ha saputo della ricomparsa della ragazza e vuole risolvere il caso, catturare il colpevole, prima della polizia, mantenendo una promessa fatta ai genitori, rimasta sospesa nel tempo. È così che Bruno Genko dà la caccia al peggior tipo di sadico, quello più interessante, il sadico virtuoso.
Ma la caccia prosegue su un doppio binario: quello nel mondo reale, condotta da Genko, e quella nella mente di Samanta, portata avanti dal dottor Green.
Tante sono le risposte da trovare, tanti i personaggi che ritornano dal passato.
L'UOMO DEL LABIRINTO è un thriller sorprendente e con un originale finale a sorpresa, che si ricollega ad altri due romanzi di Donato Carrisi: Il Suggeritore e L'ipotesi del male.
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