L'ipotesi del male Hot
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Ritorno dalla seconda occasione
Ritorna l'agente Mila Vasquez, protagonista de "Il Suggeritore" che in seguito agli eventi del libro precedente si ritova a lavorare nel Limbo, una sezione particolare della polizia che si occupa delle vittime di omicidio senza un nome e di persone scomparse.
Il lavoro al Limbo è una specie di rifugio per agenti in lotta con i propri demoni interiori, ognuno ha la sua storia i suoi fallimenti , il Limbo è un posto di penombra anche nella descrizione che ne fa l'autore.
Improvvisamente da questa ombra viene ripescata l'agente Vazquez chiamata dalla polizia, vista la sua abilità sul tema delle scomparse, a collaborare sulla strage di una famiglia in cui è sopravvissuto solo il bambino più piccolo.
La difficoltà non è scoprire l'autore del delitto che è assolutamente noto e anzi ha fatto di tutto per palesare la propria identità ma il fatto che questa persona fosse scomparsa molti anni prima senza lasciare traccia e sia ricomparso per compiere questo delitto addirittura vestito con gli stessi abiti che indossava l'ultimo giorno prima di scomparire.
Quella che superficialmente potrebbe passare per una vendetta non convince l'agente Vasquez la quale spinta dalle proprie inquietudini oltre che dal particolare carattere, inizia ad indagare in modo piuttosto personale, supportata da Simon Berish un agente speciale di grande qualità divenuto anni prima un reietto per i colleghi a causa di un presunto tradimento al corpo di polizia.
Un certo numero di persone scomparese ritornano ad anni di distanza commettendo efferati crimini, ritorna a galla una caso rimasto irrisolto anni prima nel quale il misterioso Kairus, il Signore della buonanotte, tirava le fila di una inquietante serie di sparizioni che oggi diventano omicidi commessi da persone che avrebbero dovuto essere scomparse da tempo, c'è sempre la sua opera dietro a tutto?
Nel perfetto stile di Carrisi la trama diventa via via più complessa e quando pensi di aver capito tutto volti pagina e ti accorgi che l'autore è già due passi avanti a te e ti ha mischiato le carte in tavola con un nuovo colpo di scena.
Molto interessante il tema delle persone scomparse, della seconda possibilità che spesso è solo apparente e intrigante la teoria che da il titolo al libro, l'ipotesi del male: il bene di qualcuno finisce per essere il male di un altro come se le due cose non fossero mai completamente separate ma un filo per quanto sottile le tenesse legate.
Bella la trama e anche l'introspezione dei vari personaggi, finale meno sconvolgente di altre opere dell'autore ma forse ci ha solo abituati troppo bene.
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Inquietante
Un gran bel romanzone, un thriller molto coinvolgente, uno di quei libri che più vai avanti, più ti catturano e non ti danno pace fino a che non ne hai terminato la lettura!Mai letto niente di Donato Carrisi, prima d’ora; in effetti, mi stavo stavo perdendo qualcosa.
Scorrevole e accattivante lo stile narrativo, magistrale la trama, ben caratterizzati i personaggi. Tra questi, ho apprezzato in modo particolare quello del coprotagonista Simon Berish, il reietto del dipartimento, l’esperto d’interrogatori, l’uomo a cui tutti vogliono confessare i propri crimini, per il quale ho provato una speciale empatia (anche se non ho crimini da confessare, solo peccatucci veniali).
Al di la della “fiction”, ho trovato attuale e interessante il tema intorno a cui ruota tutta la vicenda: la sparizione di persone di cui, all’improvviso, si perde ogni traccia. Come scrive l’autore stesso in una nota finale, “tutti abbiamo provato, almeno una volta nella vita, il desiderio di scomparire.”
Cancellare la propria attuale esistenza per crearne una nuova, abbandonare affetti, lavoro, la propria identità e lasciarsi inghiottire dal buio più assoluto per ricominciare chissà dove e chissà con chi… Una forte tentazione che si può sperimentare in momenti cruciali dell’esistenza; e non si tratta di una scomparsa bonaria alla Arto Paasilinna come ne “L’anno della lepre”, ma di qualcosa di più inquietante. Se ci si vuole fare anche solo una vaga idea del fenomeno, basta fare un giro su internet. Fredde e puntuali, le statistiche ci consegnano numeri impressionanti: a livello mondiale, della gente che sparisce misteriosamente si perde ormai il conto; in Italia si tratta di un esercito di 35 mila persone (dati aggiornati al 2016), almeno un migliaio ogni anno e in costante aumento; nella maggior parte dei casi si tratta di allontanamenti volontari (tra questi non vengono quindi conteggiate le scomparse dei minori). Dati che fanno davvero riflettere e rabbrividire.
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IL CONFINE FRA BENE E MALE
Carrisi con questo thriller-giallo ci porta di nuovo a seguire le indagini dell' agente Mila Vazquez, già conosciuta nel precedente romanzo Il suggeritore. La narrazione si svolge all'incirca sette anni dopo i fatti narrati ne Il suggeritore.
Mila si trova a lavorare in nuovo reparto, chiamato il limbo, dove si indaga sui casi di persone scomparse. E proprio queste hanno deciso di riapparire dopo anni per tornare a uccidere.
L' autore ci porta ancora di più all' interno del "buio" di Mila, analizzando la dicotomia fra il bene e il male e il labile confine che c' è fra i due, ovvero l'ipotesi del male, la teoria che dal bene si può generare del male e viceversa.
La narrazione è molto fluida e trascinante, grazie alla costruzione dei capitoli che sono brevi e asciutti.
La caratterizzazione dei personaggi è sempre ottima. Sorpreso dal nuovo entrato Simon Berish che, visto il personaggio, c'era il rischio di avere una sagra dei clichè cosa che invece non è avvenuta.
Il libro può essere letto anche se non si è letto il libro precedente, per; non si afferreranno alcuni particolari. Personalmente consiglio la lettura de Il suggeritore prima di affrontare L'ipotesi del male.
Unico difetto riscontrato è che il finale ci lascia con un cliffhanger non indifferente!
Carrisi sbrigati a scrivere il prossimo libro!
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L'Ipotesi del male
Dopo il grande successo del suo primo thriller “Il Suggeritore” , romanzo apprezzato in tutto il mondo , Donato Carrisi torna in “scena “ con il sequel del suo primo grande successo , “L ‘ipotesi del male”.
Il titolo del romanzo ha un significato ben preciso , ovvero :” Il bene di alcuni coincide sempre con il male di altri. Bene e male non sono affatto due entità che si escludono dualisticamente a vicenda , ma possono essere complementari , ovvero due opposti necessari per cui senza il male non esisterebbe il bene e viceversa”.
Dopo sette anni dalla chiusura del caso del”Suggeritore” , Klaus Boris chiama l'agente Mila Vasquez a collaborare ad un caso di omicidio. L’assassino ha ucciso lentamente un'intera famiglia risparmiando solo il figlio più piccolo. L’indiziato principale è un uomo sparito nel nulla 17 anni prima. La notte dell’omicidio indossava lo stesso vestito con cui scomparse .
Parto subito scrivendo che il metro di paragone usato per dare un giudizio a tale romanzo è stato proprio “Il Suggeritore”.
Il ritmo e i colpi di scena del romanzo non sono paragonabili al predecessore. Il ritmo è si serrato, con un linguaggio semplice e comprensibile, ma ho trovato un thriller forse più riflessivo e meno propenso all’azione .Probabilmente perché i temi trattati sono più vasti e più profondi, o probabilmente perché dopo l’estasi provata nel prequel , riponevo eccessive aspettative sull’ultimo lavoro di Carrisi.
Tutte le descrizioni sono dettagliate e mai fine a se stesse. Com’è stato per il primo romanzo i luoghi in cui prende vita la vicenda non sono geograficamente definiti , conferendo maggior fascino ai fatti narrati.
Come al solito l’autore si riconferma eccezionale nell’architettare la struttura della trama ,caratterizzato da un andamento quasi circolare e ricco di colpi di scena , dove ogni dettaglio tralasciato all’inizio del romanzo ti viene prima o poi “sbattuto “ in faccia dall’autore (nel senso positivo del termine), come per dirti : ” Hai visto? Ti ho fregato”.
Devo ammettere che è questa la caratteristica più intrigante dei romanzi di Carrisi, ti sa sempre sorprendere .
Fatte queste considerazioni , la mia impressione sul libro è ottima , la lettura è straconsigliata a tutti coloro che come me hanno avuto la fortuna di leggere “Il Suggeritore”.
Buona lettura a tutti!
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NEL BUIO DI MILA
Chi avesse già letto il “Il suggeritore” conoscerà sicuramente Mila Vasquez, agente specializzata in ritrovamenti di persone scomparse. Persona schiva, segnata profondamente dai traumi passati. Le pareti del suo ufficio, Il Limbo, sono tappezzate di foto; occhi che fissano il vuoto, immagini di persone scomparse ormai da anni, nessuno ne hai mai più sentito parlare, di fatto sono sospese tra la vita e la morte.
Dopo lo sconvolgente caso de “il Suggeritore”, molte cose sono cambiate, Mila è da tempo che non viene a contatto con una scena del crimine fino a quando viene coinvolta nell’indagine di uno strano caso. Un’intera famiglia viene ritrovata sterminata a colpi di fucile. Un singolo colpo, sembra proprio essere un’esecuzione in piena regola. L’autore di tutto questo è Roger Valin, che fino in quel momento era sospeso nel Limbo, nessuno aveva mai più avuto sue notizie fino a quel giorno. Questo è solo il primo di una catena di omicidi.
Gli indizi scoperti da Mila nel corso delle indagini collegano gli omicidi che si susseguono a persone scomparse da anni, esseri del Limbo che ormai erano incastonate nella parete dell’ufficio di Mila che si stanno gradualmente risvegliando dal buio, spinte da una forza oscura; un disegno superiore, un’armata mossa da un regista malefico.
Qual è il progetto che sta dietro tutto questo? Cosa muove e accomuna queste persone?
Dopo aver terminato con positivo stupore “il suggeritore”, ho subito iniziato a leggere “l’ipotesi del male” rimanendo anche questa volta affascinato dal ritmo, dalla tecnica e dalle atmosfere tenebrose e incalzanti disegnate da Carrisi.
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...è al buio che ogni tanto devo ritornare...
La serie avente per protagonista Mila Vasquez, iniziata con "Il Suggeritore" ed ottimamente proseguita con "L'ipotesi del male", continua a riscuotere un grande successo.
Poliziotta dal carattere chiuso e con occasionali tendenze autolesioniste provocate da un passato difficile, Mila lavora ancora nel Limbo, la sezione che si occupa del ritrovamento dei soggetti scomparsi.
Ogni volta che entra in ufficio centinaia di foto appese al muro, raffiguranti volti di persone scomparse, la fissano incessantemente.
Klaus Boris, ispettore del Dipartimento e collega di Mila ai tempi del caso del Suggeritore, la coinvolge in una nuova indagine intricata e pericolosa.
Roger Valin, un impiegato scomparso per 17 anni, ha sterminato un'intera famiglia lasciando vivo solo il figlio più piccolo, per poi sparire nuovamente. Sarà il primo di una lunga serie di avvenimenti simili.
Carrisi continua ad utilizzare quelli che ormai sono diventati veri e propri marchi di fabbrica nella sua produzione letteraria: un’ambientazione claustrofobica, asettica ed indefinita, la compresenza tra bene e male in tutti i personaggi, la considerazione che ogni essere umano, in certe particolari circostanze, potrebbe trasformarsi in un assassino.
Personalità cupe, fragili, complesse, dai contorni sfuggenti. Sono questi i protagonisti del romanzo di Carrisi, che completa il quadro con un’ottima gestione del ritmo e dei colpi di scena.
“L’ipotesi del male” non possiede probabilmente lo stesso carico di originalità che aveva contraddistinto “Il suggeritore”, ma eguaglia il titolo precedente in altre importanti componenti come la qualità dell’intreccio e la tensione narrativa, confermando lo status di Donato Carrisi come ottimo autore di thriller dal forte richiamo cinematografico ed internazionale.
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il male e il bene .....
Carrisi è veramente un buon tessitore di macchinazioni letterarie. La trama del suo libro si può paragonare ad un puzzle, man mano che si raggiunge la fine del libro i pezzi si incastonano e il lettore è sempre più "impregnato" nella storia. La complessa trama del libro fa continuamente richiamo a quella del "Suggeritore", nelle prime pagine ci sono una serie di delitti concatenati sulla quale si intravede uno spiraglio di luce che poi viene disatteso o smentito. Lo stile è piacevole ed libro scorrevole grazie anche ai brevi capitoli con annessi colpi di scena parziali, i personaggi sono credibili e ben connotati. Molto stimolanti sono i cambi di direzioni delle indagini che disorientano il lettore e insinuano seri dubbi sulle sue certezze, quando pensi di aver compreso da che parte è il bene e dov'è nascosto il male ti rendi conto che non è vero nulla. L'abilità dell'autore è nel cambiare continuamente l'orizzonte bene - male, il lettore perde la bussola primordiale e cade nel tranello della domanda " Quando si fa del male a fin di bene, il bene può trasformarsi in male?". Il libro dovrebbe essere letto tutto di un fiato, per assaporare meglio la suspence che invece di svanire nelle ulime pagine crea un presupposto ad un sequel.
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Differenza impalpabile
Esiste la dualità bene-male? oppure si può supporre che siano la stessa situazione in relazione alle circostanze? Il romanzo inizia a fatica ma poi riesce a trascinare il lettore in un vortice di sensazioni tali da poter indurre alla visione di altra possibilità afferente la nascita di certi tragici e orrendi delitti. Siamo sempre davanti a infiniti bivi durante il nostro percorso terreno; a volte, quindi, numerose casualità potrebbero condurci ai confini di quella che la moltitudine definisce sanità mentale.
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L'IPOTESI DEL SUGGERITORE
Le pagine dei libri di Carrisi non sono composti da carta normale: ogni fibra è intrisa di inquietudine, tensione, e di un male opprimente da cui non si riesce mai a sfuggire, che non riesci a individuare ma che ti è sempre vicino, anche a due passi da te. Se in "Il Suggeritore" veniva delineata una figura spaventosa per la sua impalpabilità e la sua capacità di essere sempre un passo davanti a tutti, nell'Ipotesi del male le sensazioni associate all'essere che si cela dietro il disegno incomprensibile di tutti i delitti che si verificano vengono amplificate, ci si renderà conto di avere a che fare con un genio del male che pianifica i suoi delitti da anni e anni, se non generazioni: un serial killer che possiede capacità così raffinate che vanno al limite delle possibilità umane (mi sono chiesto se la persona fosse veramente un uomo o qualcosa di più quando ho finito il romanzo). Il senso di impalpabilità è affiancato dall'impossibilità di determinare la località precisa in cui si svolge la storia, in cui i protagonisti e i suoi abitanti sembrano essere sempre di più delle marionette governate dai fili di un folle, che intreccia in una tela del destino empia e inesorabile. Un essere che, come l'autore spiega, esiste veramente nel nostro mondo, e che potrebbe un giorno decidere di far diventare uno di noi una pedina della sua scacchiera.
Abbiamo a che fare sia con un sequel che con un prequel, le vicende di svolgeranno effettivamente diversi anni dopo il caso del Suggeritore, e avremo a che fare con una Mila che ha voluto trasferirsi al reparto delle persone scomparse, nonostante le abbiamo offerto una promozione molto sostanziosa dopo il successo che ha ottenuto dopo il caso del Suggeritore. Mila è sempre più attratta dal buio, la sua indole alla autodistruzione è rimasta sepolta per un anno ma è pronta a svegliarsi, assecondando il disegno oscuro che profana la sua vita e la sua famiglia. La complessa trama del libro approfondirà alcuni aspetti del libro d'esordio dell'autore, e ne verranno chiariti i punti lasciati in sospeso.
Probabilmente l'opera migliore dell'autore, ogni libro è leggermente superiore al precedente, anche se l'impianto narrativo generalmente viene sempre conservato: una serie di delitti concatenati sulla quale si dovrà far luce, dai quali emergerà il tema estremo del male a fin bene. Si tratta di un vero e proprio pezzo grosso del genere, che fa trasparire diversi spunti per un altro romanzo incentrato su Mila Vasquez e la macabra figura del Suggeritore.
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la sala dei passi perduti
Situato al piano seminterrato della sede del dipartimento di polizia federale, si trova il Limbo. Questo è il nome che viene attribuito all’ufficio persone scomparse, un nome che indica lo stato di uomini, donne e bambini che non sono ne vive ne morte. Persone che ti fissano attraverso centinaia di foto appese alle pareti dell’ingresso,la sala dei passi perduti. E’ qui che lavora Mila Vasquez, un luogo dimenticato dai suoi stessi colleghi e da dove lei può fare quello che le riesce meglio: affacciarsi nel buio, quel buio che ha inghiottito le persone che sta cercando. Quello stesso buio che stava per inghiottire anche lei sette anni prima mentre indagava sul caso del suggeritore.
Carrisi si conferma un grandissimo scrittore e grazie a queste doti scendiamo anche noi nel Limbo per scoprire che alcuni di quelli che sono scomparsi l’hanno fatto di propria iniziativa, con la volontà di dar vita a una nuova esistenza. E sono proprio queste persone che un giorno decidono di tornare, con uno scopo preciso: uccidere. Questo è quello su cui Mila deve indagare, affiancata dal collega Simon Berish, un poliziotto reietto.
Ho letto questo romanzo sull’onda dell’entusiasmo subito dopo “Il Suggeritore”. Carrisi ha un’eccezionale capacità narrativa : scorrevole, incalzante, imprevedibile. Con Carrisi niente è come sembra. Con abile visione introspettiva, ci fa conoscere i personaggi scavando nel loro intimo, fino a scoprire il loro lato più nascosto. E’ su questo presupposto che Carrisi basa la natura dei suoi protagonisti. Infatti non troveremo nei suoi libri “l’eroe della storia” ma persone vere che per quanto positive sono umane, con le loro debolezze e meschinità. Mila ne è l’emblema: diffidente, senza un briciolo di empatia, non ama essere toccata, attratta dal pericolo e dal buio che la circonda, Mila è in continua lotta con se stessa per riuscire ad accettarsi e amarsi per quello che è. E proprio per questo è ricca di quell’umanità che ci fa assomigliare a lei più di quanto non immaginiamo o non vorremmo.
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Noir e vuoti silenziosi: tipicità di Carrisi
Dopo il suggeritore ho terminato il mio secondo libro di Carrisi, con rammarico, come nel primo. Il romanzo si legge con piacere, in poche pagine ci si intreccia al racconto e si accede agli ambienti del libro, ambienti silenziosi dove i protagonisti compiono ricerche, dove avvengono omicidi, dove c'è chi si nasconde e chi viene cercato, ma in ambienti che richiamano al silenzio come se vedessi un film muto, ovattato. Carrisi indipendentemente dal libro evoca delle sensazioni di tipicità, mentre lo leggi lo riconosci fra molti, come il calice di un buon vino.
Anche qui Mila Vasquez, come nel suggeritore, volano schivo e non troppo accattivante di un racconto che si svolge in ambientazioni molto stimolanti descritte con parole poco note ed incisive che catturano l'attenzione e fissano il ricordo, dall'obiotrio agli uffici del Limbo, alla camera 317 dell'Ambrus hotel, quest'ultima grondante atmosfere vintage come nel migliore Shining di Stephen King.
La regia degli omicidi e' manipolata da un predicatore, figura eterea e rarefatta che, a proposito di tipicità, sarà svelata solamente nelle ultimissime pagine con dei colpi di scena imprevisti e dopo aver terminato una partita a scacchi dal ritmo trainante dalla Vasquez che cerca, fiuta e si fa braccare dal Buio che assume molteplici forme che alimentano il coraggio ma soggiogano la mente.
Libro consigliato, un noir come ce ne sono pochi, soprattutto nella narrativa italiana, scritto così bene da sembrare straniero.
Dulcis in fondo, come nel suggeritore un'intensità narrativa tanto dettagliata ed appassionante quanto poi sfuggente ed eterea, a fine libro, come al risveglio dopo un intenso ed appagante sogno notturno, i dettagli del racconto dopo pochi giorni sfumano.
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AVETE MAI DESIDERATO SCOMPARIRE?
“Se esistesse un solo uomo sulla terra, sarebbe buono o cattivo?
Né l’una né l’altra cosa….o forse entrambe le cose.
L’ipotesi del male recita: il bene di alcuni coincide sempre con il male di altri, ma è valido anche il contrario. E’ un po’ come affermare che facendo del male si può fare anche del bene, e che per fare del bene a volte è necessario fare del male.”
Il cuore pulsante del libro è racchiuso proprio in questa definizione, condivisibile o meno…
E’ tenendo ben presente questo concetto che il lettore può pian piano, dare un senso agli eventi, ai comportamenti, alle parole dei vari personaggi.
“il suggeritore”, precedente libro, non mi aveva lasciata totalmente soddisfatta, in questo caso parte delle critiche mosse, non hanno più motivo di esistere; anche se Carrisi non mi ha ancora totalmente convinta.
La storia, ha un filo conduttore dal quale l’autore, questa volta, non si discosta arricchendo la vicenda di innumerevoli eventi paralleli .
Mila Vasquez è il personaggio principale, spicca in mezzo a tutti gli altri per l’originalità con il quale l’autore l’ha tratteggiato. Mila è un’ eroina non completamente positiva, in sé sono racchiuse zone d’ombra, atteggiamenti discutibili, caratteristiche comportamentali che non seguono il “politicamente corretto”.
Tutto questo la rende interessante, non prevedibile, agli occhi del lettore e per questo, assai piacevole da seguire.
Mila cerca tutti gli scomparsi che il mondo ha dimenticato. C’è una stanza particolare da valicare per raggiungere il suo ufficio, definita “Limbo” dove sono appese tutte le foto di donne, uomini, bambini, di cui non si ha più traccia, anche da parecchi anni, ma lei non se ne dimentica, non smette di cercare…..
Ma poi, si ritrova ad essere di nuovo chiamata sul campo, per indagare su un pluri-omicidio che sembra sia stato commesso da uno degli “scomparsi” che ha di nuovo fatto sentire la propria voce nel mondo, in maniera terrificante e violenta. Come è possibile tutto questo? E’ davvero così facile scomparire? E’ davvero così semplice vivere nell’ombra?
E ancora, chi di voi, almeno una volta nella vita, non ha mai desiderato scomparire?
Ma questo è solo l’inizio…. L’armata delle ombre è in arrivo, e Mila sente l’irresistibile chiamata del buio:
“E’ dal buio che provengo. E’ nel buio che devo ritornare.”
Gradevole thriller, originale. L’unica cosa che non mi entusiasma di Carrisi è che, viene preso come dalla fretta di concludere, quindi nelle ultime pagine del libro, vengono tirati i fili di tutto quello che ha fatto la storia, in modo, a mio avviso, troppo frettoloso, così che, si perde un pochino il gusto di assaporare a pieno il romanzo.
E’ come se noi, per parecchi minuti, ascoltassimo una melodia che ha una determinata metrica ed un determinato ritmo, ed improvvisamente, proprio quanto veniamo totalmente rapiti dalla musica stessa, il ritmo diventasse improvvisamente incalzante e frenetico così da spezzare l’incantesimo sul più bello....
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L'ipotesi del male
Dopo aver letto “il suggeritore” non potevo proprio perdermi l’ultimo romanzo di Carrisi, e ancora pregna del personaggio di Mila sono corsa a comprarlo .
Confronto al precedente romanzo questo l’ho apprezzato maggiormente perché meno crudo, non ci sono le scene particolarmente macabre che un po’ mi avevano disturbato anche perché io non sono un’amante dei thriller , quindi doppi complimenti all’autore che ha conquistato anche lettori come me lontani da questo genere.
Il ritmo è adrenalinico , quando lo inizi non puoi più mollarlo, lo leggevo anche alla sera nonostante certi passaggi mi facessero un po’ paura, ma la curiosità che s’insinua nel lettore è tantissima , perché tutte queste persone scomparse da anni stanno tornando ? Chi li guida ? Quale è il filo conduttore che li collega ? Toccherà a Mila e ai suoi colleghi trovare le risposte a queste domande .
Lo stile è quindi davvero ottimo, libro scorrevole grazie anche ai brevi capitoli con annessi colpi di scena finali , i personaggi sono credibili e ben caratterizzati, non solo Mila ma anche tutta la nuova squadra a cui lei si unisce . Interessanti i cambi di direzioni delle indagini che spiazzano il lettore e insinuano seri dubbi sulle sue certezze, quando pensi di aver capito è tutto da rifare.
Il finale ci lascia la speranza di un seguito che sicuramente non perderò.
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UN THRILLER TERAPEUTICO
Credo che questo libro non si possa classificare come un semplice thriller, ma molto di più. La sua lettura mi ha messo di fronte ad interrogativi che vanno oltre la soddisfazione di aver letto un thriller di altissimo livello, con una storia raccontata seguendo tutti i canoni di questo genere; suspence, ritmo ed intrigo.
Carrisi è riuscito a insinuare in me il dubbio se il male è la conseguenza del bene e/o viceversa.
Se al mondo esistesse una sola persona; sarebbe buona o cattiva, senza un metro di paragone? E inoltre ci sono comportamenti classificati “sbagliati”, che si possono in qualche modo giustificare perché hanno un fine nobile. Non mi riferisco alla solita piccola bugia, ma ad atteggiamenti palesemente violenti, che se guardati magari sotto un'altra ottica possono in qualche modo addolcire la gravità del fatto. L’esempio riportato nel libro è emblematico di come possa cambiare il nostro giudizio dopo aver visto una leonessa uccidere piccoli di zebra. Subito ci apparirà come una spietata assassina; ma poi vedendola portare il frutto della sua violenza ai propri cuccioli, capiremo che il suo comportamento era in funzione della sopravvivenza della sua stessa prole e ci apparirà come una mamma premurosa.
L’ipotesi del male è come un tarlo che pagina dopo pagina ti entra dentro ed inizia ha minare le tue convinzioni, non sai più quali sono i metri di valutazione; inizi ad accettare l’ipotesi del male; ma poi ti accorgi che stai cascando nella trappola che Carrisi a preparato per il suo finale.
P.S - Avrei voluto dare un bel "10+10+10", ma mi sono dovuto accontentare di un "5+5+5" - Pazienza!!
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IL MALE NECESSARIO ??? fate il vostro gioco ....
“ E’ DAL BUIO CHE PROVENGO. E’ NEL BUIO CHE DEVO RITORNARE …..”
Sono passati 7 anni dal caso de “ Il Suggeritore”. L’agente Mila Vasquez ha guardato nell’abisso e non sarà più una persona come tutte le altre. Ormai infettata dalle tenebre, Mila ne è attratta. Tanto da rifiutare una carriera più consona alle sue straordinarie doti e dedicarsi anima e corpo nella sezione PERSONE SCOMPARSE. Una sezione quasi dimenticata dal corpo di polizia, infatti i casi sono pressoché irrisolti. Le persone scompaiono e basta !
Il buio non ha preferenze, non fa distinzioni. Accoglie tutti: grandi e piccini, ricchi e poveri, sani e malati, maschi e femmine. Li accoglie da sempre, da decenni, da secoli …. Impossibile quantificare. Sono centinaia le persone che scompaiono nel mondo, OGNI GIORNO.
Ma qualcosa sta per cambiare. Gli scomparsi stanno per tornare, uno alla volta, dal regno delle ombre. Decisamente diversi e non solo per l’inesorabile trascorrere del tempo. Chi li ha presi? Dove sono stati in questi anni? Perché tornano? Cosa Vogliono? E CHI E’ KAIRUS ??!!
Solo l’agente Mila Vasquez potrà realmente avvicinarsi alla verità.
Avvicinarsi ….
L’ultima fatica di Carrisi è un concentrato di tensione e paura. 420 pagine prive di ossigeno. Si viaggia a ritmi sostenuti con la torcia sempre accesa e la pistola in pugno. Ma queste sono le caratteristiche preponderanti nei libri di questo strabiliante scrittore. Altro comune denominatore dei suoi romanzi e protagonista assoluto è il BUIO. Niente di soprannaturale, niente fantasmi, spiriti, demoni. Purtroppo l’abisso, le tenebre ma anche la luce, l’amore, la verità sono tutti i bagagli che ci portiamo dietro nel nostro viaggio. In questo pazzo pazzo mondo …. L’autore ci fa intendere come luce e oscurità fanno parte di noi e sta sempre a noi fare le scelte giuste. L’ipotesi del male, il male necessario e altre teorie verranno accarezzate in questo volume intriso di paura.
E , come ne “ IL SUGGERITORE” e “ IL TRIBUNALE DELLE ANIME” , finale pirotecnico con una porta che rimarrà sempre aperta …..
P.S. Se siete suggestionabili NON leggete questo libro in casa da soli … potrebbe farvi visita Kairus, Il Signore della Buonanotte ….
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Il bene e il male
Credo di non sbagliare se dico che Carrisi è attualmente il più bravo scrittore di thriller in Italia, personalmente mi sono piaciuti tutti i suoi libri, oltre ad essere ben scritti, hanno una trama avvincente e sanno davvero come tenerti con il fiato sospeso.
In questo libro ritroviamo Mila Vasquez, il detective che avevamo imparato a conoscere ne "Il suggeritore", e la ritroviamo ancora presa nella sua battaglia personale contro il "buio" da cui si sente sempre attratta, stavolta però secondo me nel finale troviamo finalmente un suo lato "umano". Ci sono poi nuovi personaggi, come l'agente speciale Simon Berish o il Giudice, che ho trovato ben descritti e realistici.
La trama è in un certo senso affascinante, il discorso ruota intorno agli scomparsi che ritornano, le loro nuove vite e come siano cambiati nel frattempo, la vendetta potrebbe essere una soluzione? Molto interessante anche il discorso sull'ipotesi del male, il bene che ritorna sotto forma di male.
Il finale lascia, come sempre, un senso di inquietudine e un discorso in sospeso per la prossima volta. Va letto, da non perdere assolutamente.
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Re italiano del thriller
Con questo libro Carrisi ha totalmente superato se stesso.
Riprendendo il filo della trama de "Il suggeritore", suo grandissimo successo, e di conseguenza la sua protagonista Mila, lo scrittore riesce a catapultarti in un altro thriller coinvolgente, dove attraverso i suoi brevi capitoli e colpi di scena ti colpisce e stupisce ogni volta di più.
Anche l'altro protagonista (Simon) è verosimile al 100% e decisamente ben descritto.
Per quanto riguarda le ambientazioni e la trama, i colpi di scena si susseguono, creando sempre di più l'interesse del lettore, con un finale davvero insospettabile e più che ben ideato.
L'altra cosa che ho apprezzato di questo thriller è che secondo me è meno "macabro" e più descrittivo, cosa più che apprezzata dalla sottoscritta.
Che dire, buona lettura e davvero non perdetevi questo libro fantastico!
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Il bene ed il male ovvero lo yin e lo yang..
Carrisi con "L'ipotesi del male" affronta la narrazione con un taglio ancor più internazionale rispetto ai suoi romanzi precedenti, decisione evidente già dalla scelta di utilizzare nomi inglesi per i suoi personaggi e di ambientarne le vicende in locations al di fuori del nostro Bel Paese.
Per tutta la durata della storia l'autore è stato accurato nel tingere di chiaroscuro la narrazione, in perfetta sintonia con il concetto celato tra le righe, ossia che esista un confine quasi impercettibile tra bene e male, tra luce e tenebre esista che ognuno esista solamente in funzione dell'altro.
La trama è molto ispirata, da subito ci si immerge tra le vicende dei protagonisti e con loro si vive pagina dopo pagina ogni sentimento ed ogni fobia..ogni personaggio è ottimamente caratterizzato: dall'agente Mila al reietto Simon Berish, dal "Giudice" al capitano Stephanopulos.
Lo stile narrativo dell'autore è, come ho già espresso in merito a "Il tribunale delle anime", particolarmente cinematografico (la trama stessa a mio parere sarebbe perfetta per il grande schermo).
Numerosi e imprevisti sono i colpi di scena presenti e gli intelligenti "depistaggi" narrativi che regalano un'esperienza di lettura particolarmente coinvolgente e avvincente.
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L'ipotesi del male
Sono trascorsi sette anni dal tragico epilogo dal caso del “Suggeritore” e l’Agente Mila Vasquez porta ancora su di sé i segni delle ferite che le sono state inferte. Non solo le cicatrici di quei tagli che si procura da sola, per non dimenticare mai il Male che l’ha “toccata”, ma anche il tormento che ha messo radici dentro di lei. Mila è stata presa dal buio, e il buio è divenuto parte della sua anima. È per questo che si trova così a suo agio a lavorare nel “Limbo”, il Dipartimento della Polizia che si occupa di persone scomparse. Un luogo in cui il tempo sembra essere stato sospeso al momento in cui le “vittime” sono state avvolte dal nulla.
Improvvisamente l’agente Vasquez si trova a dover fronteggiare un inquietamente enigma: gli scomparsi cominciano a far ritorno per mettere in atto una serie di raccapriccianti atrocità.
Ora, come all’epoca del caso del “Suggeritore”, Mila si trova ad ingaggiare una partita a scacchi con le tenebre. Ancora una volta i suoi fantasmi torneranno a farle visita. Non le resta che mettere mano al proprio coraggio e combattere una battaglia giocata sul filo del rasoio, in cui il minimo errore potrebbe consegnarla per sempre al buio. Nulla è come appare, comprendere di chi fidarsi diventa complesso e il richiamo dell’ignoto si fa sempre più invitante…
Dopo “Il suggeritore” Donato Carrisi ritorna con un nuovo thriller, “L’ipotesi del male”, ispirato a tali vicende ed in grado di ricrearne le agghiaccianti atmosfere. Straordinaria è la sua capacità di condurti per mano nel cuore delle situazioni descritte. Il coinvolgimento è tale da arrivare perfino a percepire una sorta di timore ad alzare gli occhi dal libro, in quanto ci si convince che ci si ritroverà ad osservare quanto si è appena letto. Ci sono passaggi duranti i quali il sangue nelle vene comincia a gelare e realtà e finzione sembrano confondersi.
A Carrisi va anche riconosciuto il merito di aver dato spazio ad un tipo di serial killer in grado di allettare sensibilmente l’interesse dei lettori. Parliamo di un individuo in grado di farci letteralmente accapponare la pelle: non si sporca le mani con il sangue, non brandisce l’arma che toglierà la vita alla propria vittima. Lui è molto peggio. Si serve della persuasione per entrare nella mente delle persone e le convince ad uccidere al posto suo. Rimodella la psiche di individui fragili, deboli, allo sbando ed insinua nei loro pensieri l’idea che massacrare sia lo scopo ultimo della loro esistenza. La legge non può nulla contro di lui. È sempre un passo avanti rispetto alla polizia e conosce ogni intimo segreto di chi ha deciso di colpire. Non sono i vampiri o gli zombie a farci paura, sono questi i mostri che ci tolgono il sonno e che, al tempo stesso, stimolano quella curiosità che è figlia dell’attrazione che proviamo nei confronti di ciò che è macabro o raccapricciante. Quella stessa attrattiva che ci spinge, ad esempio, a rallentare l’auto nei pressi di un incidente o fare la fila per vedere l’ultimo film horror uscito al cinema.
A questo tema si accompagna quello delle sparizioni. Nei momenti più cupi molte persone fantasticano di abbandonarsi totalmente all’oblio. Partire per non fare più ritorno, lasciandosi alle spalle delusioni, fallimenti e problemi. Ma il quesito, che Donato Carrisi ci sottopone per mezzo delle pagine de “L’ipotesi del male”, è: fuggire è la giusta via per saldare per sempre i debiti con il passato o questo prima o poi tornerà ad affacciarsi anche nella nuova vita? È davvero possibile lasciarsi tutto alle spalle?
Il serrato susseguirsi degli eventi del romanzo consentirà al lettore di riflettere su questo interrogativo e di prendere atto che nella lotta fra Bene e Male nulla è definitivo. Seppur si tratti di due elementi diametralmente opposti, si rivelano perfettamente capaci di interagire e mescolarsi fino a rendere complicato distinguerli. Si può agire in nome del Bene macchiandosi di orribili delitti? Come giudicare chi, pensando di agire rettamente, compie azioni che avranno atroci conseguenze?
“Il suggeritore” e “L’ipotesi del male” rappresentano due esempi lampanti di thriller che possono regalarci molto di più di un semplice brivido. Indagano e mettono a nudo le debolezze umane, ci consentono di scandagliare l’animo dei protagonisti e di affrontare un viaggio attraverso all’oscurità che ci accarezza nei momenti più difficili.
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Geniale!!!
Da premettere che non ho letto il suo antecedente “Il suggeritore” ma questo non ha influito nella comprensione della storia dove la protagonista Mila Vasquez una poliziotta che è attratta dall’ignoto è chiamata a scoprire cosa c’è dietro la ricomparsa di alcuni individui che erano spariti nel nulla 20 anni addietro commettendo feroci omicidi.
Ora una domanda viene spontanea: Dove e cosa hanno fatto in tutto questo tempo? Chi c’è dietro questi personaggi che nella loro prima vita erano docili e poi si sono trasformati in feroci criminali?
Insieme a Mila c’è un agente speciale Simon Berish , famoso peri suoi successi negli interrogatori con gli indagati, nonché studioso di antropologia, ma soprannominato (reietto) cosi lo chiamano i suoi ex colleghi di polizia perché anni addietro già imbattuto in questo caso, era stato sospettato per corruzione.
Insieme i due poliziotti insieme cominciano a fidarsi sempre più l’una dell’altro e questa complicità li porterà a scoprire alcuni dettagli che collegano il presente con il passato dei ricomparsi, anche non rispettando alcune procedure autorizzate dai loro superiori.
La storia si fa in ogni pagina che leggi sempre più incandescente, i personaggi enigmatici ti affascinano e soprattutto quello che ti colpisce di più è la parola “Buio” che ti spaventa e nello stesso tempo ti fa guardare dentro di te.
In questa storia il Carrisi ha centrato in pieno la volontà che in qualsiasi umano che c’è sulla terra
almeno una volta ha desiderato: Quella di scomparire, fuggire da tutto e da tutti , magari di ritornare quando più ti fa comodo, per provare la sensazione che si prova ad essere invisibili ,
Quanti di noi hanno mai sfiorato questo pensiero? La cosa negativa è che ci possono essere effetti collaterali come l’ossessione per questo desiderio e l’ossessione porta quasi
sempre al male anche se come narra l’autore “il bene non ci può essere se non c’è il male”da qui appunto il titolo di questo libro.
In conclusione è un libro che tiene incollato il lettore con un crescendo di colpi di scena,(ogni capitolo, tutti brevi, ne ha uno),la lettura è piacevolmente scorrevole ,i termini usati sono comprensibili a tutti,e tutte le scene sono complete di dettagli che rimangono impressi nella memoria e per finire c’è la ciliegina sulla torta: Il saluto del vagabondo…..
Unico consiglio: Leggetelo!!!
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CAPOLAVORO!!!!!
Da oggi in poi quando troverò un libro di Carrisi sarò la prima a comprarlo...sempre! Mi capita per pochi autori e che uno di questi sia italiano mi riempie di soddisfazione. Adesso a distanza di giorni sono ancora qui che penso se mi è piaciuto di più Il Suggeritore o L'Ipotesi del Male.
Quando un romanzo è bello la recensione è una naturale conseguenza e viene da sè, si scrive quasi da sola... be' non sempre è vero. Perchè io sono qui, davanti alla tastiera e sono senza parole. Perchè le storie di Carrisi sono fatte per raggirarti in ragnatele di intrighi e cospirazioni... e io adoro farmi imprigionare dalle sue parole.
Con questo nuovo libro Carrisi ci presenta la mente umana con sfaccettature disordinate e dá al lettore il compito di risistemare i pezzi per dare un volto al colpevole e trovare l'uscita grazie a tutti i fili di Arianna disseminati tra le pagine.
L'epilogo non regala gli stessi colpi di scena del Suggeritore, ma di sicuro qualche colpo lo fa venire e così, sfogliata l'ultima pagina, mi sono ritrovata a battere di nuovo le mani, a ripensare a che storia folle, ma piena di verità abbia plasmato l'autore pugliese.
Così sono tornata nel buio. Dopo il caso del Suggeritore rieccomi di nuovo nel Limbo (sezione persone scomparse) insieme a Mila, una poliziotta ferita nel corpo e nell'anima, coinvolta in indagini che non sa mai dove la porteranno. Rapimenti? Omicidi? Allontanamenti volontari? Ma a Mila non dovrebbe interessare, lei è dal buio che viene, ed è al buio che deve ritornare...
Un giorno però gli "scomparsi" - persone che il mondo aveva abbandonato molto prima che loro abbandonassero il mondo - riemergono dall'oscurità e non per riappropriarsi delle loro vite, ma per uccidere...
In una città senza nome e coordinate, in un "non luogo" che potrebbe essere la casa di chiunque, il Male è tornato. Lo chiamano il Signore della Buonanotte ed è un incantatore di anime con al seguito un'armata che ha subìto il richiamo delle ombre. E chi meglio di Mila - battezzata anni prima dal buio, attratta dalla paura e incapace di provare empatia per le persone - potrebbe gettarsi nell'oscurità?
Eppure Mila ha scelto di lavorare al Limbo per cercare delle vittime, mai dei colpevoli, per non ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con la Morte nelle sue forme più distruttive, e adesso più che mai deve far prevalere la ragione sui suoi insani istinti. Ma Mila è una protagonista lontanissima dalle solite eroine e priva di qualsiasi tipo di clichè. Mila sbaglia, risbaglia e risbaglia ancora. È sveglia, intelligente, acuta, intuitiva, ma ci sono voci dentro di lei che non può fare a meno di ascoltare. Voci che non si vogliono zittire. Mila per venire a capo di questo nuovo incubo si ritroverà protagonista di una macabra danza che vedrà mescolarsi le più semplici logiche della vita. Quelle che ci insegnano da piccoli. Quando ci dicono cos'è giusto e cos'è sbagliato.
Mi crogiolo nella soddisfazione di aver letto un bellissimo romanzo attendendo con ansia il suo prossimo libro...Sono pochi i romanzi che colpiscono l'immaginario del lettore trasportandolo in terre inesplorate e 'selvagge' della letteratura, terre dalle quali, una volta giunti, non si vorrebbe più andare via, non si vorrebbe più tornare alla quotidianità per rimanere in un mondo e in una storia che ti lascia incollato alle proprie pagine e non ti ci fa staccare.
Questo è il sentimento che si prova quando si sta leggendo un capolavoro e, questo, è il sentimento che ho provato nello sprofondare e nel lasciarmi trasportare da L'ipotesi del male.
L'ipotesi del male è un romanzo superbo, scritto con una prosa accattivante.
L'ipotesi del male non è solo un romanzo, ma diviene quasi un manuale da seguire per chiunque voglia scrivere un thriller.
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L'ipotesi del Male
Anche l'ultimo lavoro di Carrisi non ha deluso le mie aspettative.
Dopo il caso del "Il Suggeritore" la poliziotta Mila Vasquez lavora nell'ufficio delle persone scomparse denominato il Limbo nel quale sulle pareti ci sono le fotografie di tutte le persone che sono sparite e che nessuno sa che fine hanno fatto, finchè il capitano Steph gli chiede di aiutare il collega Klaus Boris ad indagare su una serie di omicidi commessi proprio dalle persone svanite nel nulla.
Ora viene spontaneo chiedersi perché uccidono? ma bisognerebbe anche chiedersi , dove sono state in tutto questo tempo? chi li ha presi? E perché sono tornati?
Le risposte a queste domande le fornirà proprio Mila indagando su questo nuovo caso risolvendo questo mistero, lei è la migliore a dare la caccia alle persone che il mondo ha dimenticato
Il libro è scritto in maniera "astuta" perché l'autore lascia ad ogni fine capitolo o paragrafo quel punto interrogativo in sospeso che fa si che il lettore continui a leggere pagina dopo pagina fino alla fine,infatti
ci si ritrova ad avere una lettura molto scorrevole con una storia ricca di colpi di scena e molto originale. Molto dettagliate anche le descrizioni dei vari luoghi, ambienti, personaggi e anche i dialoghi sono ben strutturati con frasi "effetto" che fanno riflettere.
A me questo libro è piaciuto molto come del resto sono belli anche gli altri libri di Carrisi, perciò lo consiglio alle persone che vogliono leggere un bel thriller scritto bene, non impegnativo e per niente noioso.
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Ti piacerebbe cambiare vita?
Approdo a Donato Carrisi con il libro L’ipotesi del male. Capisco subito che avrei dovuto leggere prima Il Suggeritore, ma non ho comunque problemi a comprenderne la narrazione e ad apprezzarlo. Nonostante il personaggio del Suggeritore venga spesso citato, resta comunque avvolto nel mistero. Il Suggeritore è sicuramente un romanzo da leggere, anche per la diffusa opinione positiva, che sento di poter estendere a questo libro e, perché no, anche ai successivi, visto il finale aperto.
L’ipotesi del male è un thriller che colpisce, per la trama, che propone persone scomparse, scivolate, volontariamente o meno, nel Limbo, le quali decidono di tornare per uccidere, passando così dall’essere vittime del sistema a diventarne i carnefici. Si parte, quindi, da una efferata e varia serie di omicidi che lasciano sconvolto il lettore e gli trasmettono quel senso di confusione, che provano anche i personaggi che indagano, tra i quali Mila Vasquez. Una tecnica narrativa, voluta e riuscitissima, che aiuta il lettore ad entrare nella storia; a coinvolgerlo nella logica delle indagini; nelle questioni antropologiche, che ne sono la base; nelle vite dei personaggi che si evolvono, mentre la narrazione si dipana. Avvincente, enigmatico, intricato e con imprevedibili colpi di scena, Donato Carrisi, al momento, il miglior scrittore di thriller del panorama italiano, riesce a conquistare, meritatamente, il giudizio positivo anche dei lettori più esigenti.
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Io provengo dal buio!!
Un thriller avvincente e con una trama da capogiro, ricca di suspance.
La trama richiama l'eterno dilemma fra il bene e il male; il male, insito nella natura umana può influenzare le nostre scelte, dirigerle in direzioni malvage, ma può intorbidire anche le coscienze più limpide.
L'autore ci propone una storia particolare, che per metà abbraccia un mistero insoluto che oscilla tra la realtà razionale e una realtà paranormale, nel quale è difficile tuffarsi o riconoscersi.
Mila, la poliziotta che segue l'indagine è una creatura anomala: ella sostiene candidamente di provenire dal buio e di doverci ogni tanto ritornare.
La sua indagine riguarda delle persone scomparse, l'armata delle ombre e degli omicidi commessi da persone che, una volta ricomparse non sono più le stesse.
Zombie assassini? Ma non si tratta dei soliti zombie.
Uccidono con crudeltà e ferocia, per una sorta di bene sotterraneo, un bene provieniente dal male, ma che avrà comunque delle conseguenze benefiche.
Il Signore della Buonanotte Kaiurus li ha trasformati e li usa per i suoi malvagi scopi.
Mila rientrerà a contatto con il buio, allo scopo di smascherarlo...e quando tutto pare rientrato nella trita, comune normalità, il male sferra il suo peggiore attacco, in modo più brutale di quanto avesse compiuto in precedenza.
Il buio, l'ossessione, la corruzione, l'osservanza delle regole che governano l'oscurità.
Nessuno è immune al suo contagio e dovremmo stare molto attenti perchè il buio non è una cosa da sottovalutare. Può inghiottire noi e i nostri figli.
Il finale mi ha messo i brividi.
Lo consiglio a tutti gli amanti di questo genere letterario, escludendo ovviamente le persone sensibili o paurose.
C'è il rischio di non dormire per settimane, dopo questa lettura.
Saluti.
Ginseng666
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la parte peggiore di noi...
Eccomi al seguito del ‘Suggeritore’ libro che mi aveva molto colpito anche se con qualche ‘esagerazione’ narrativa: Carrisi fa centro, il libro è molto dark e sicuramente migliore nella narrazione del precedente. L’impressione iniziale è sempre molto positiva, nel modo di scrivere, negli argomenti, tutti molto ‘americani’ e sono ancora una volta molto sorpreso (positivamente) di come un autore italiano sia assolutamente all’altezza dei colleghi oltre oceano. La storia ha come protagonista Mila Vazquez eroina del ‘Suggeritore’ : l’esperienza la ha resa forte ma allo stesso tempo debole di fronte ai propri demoni, dall’oscurità…. dal buio provengo, li voglio tornare…. Ora fa parte di una particolare agenzia che si occupa dei casi scomparsi e senza apparente soluzione, una sorta di limbo, dove vengono conservati i cadaveri e le foto di persone dissolte nel nulla ma non per questo dimenticate. Ora però alcune di queste anime del ‘purgatorio’ ricompaiono dopo vent’anni e ogni una ha un demone, un’omicidio da rivendicare. Ogni personaggio è caratterizzato in maniera perfetta nella sua lucida follia omicida che però sembra sempre avere un motivo: chi è ucciso è migliore o peggiore del killer?. Ritornano antichi quesiti se sia meglio l’omicidio preventivo, se è permesso all’uomo compire azioni malefiche a fin di bene, fino a che punto bene e male possono mischiarsi…. E soprattutto chi ‘suggerisce’ a queste persone le loro azioni, chi le ha tolto l’esistenza portandole nel limbo, chi le ha risvegliate? Ricompare un un nome, Kairus, che la polizia aveva fatto finta di dimenticare, il Signore della Buonanotte: l’unico che può aiutare Mila è un collega ’reietto’ che anni prima si era imbattuto in questo demone. Ecco forse uno dei limiti di Carrisi è forse la banalizzazione di alcuni personaggi come appunto il poliziotto reietto, come il capo in carriera bella e brava e sempre profumata di Chanel n°5 e forse la stessa Mila troppo malata di empatia e poco avvezza al sentimento. Ciò che colpisce è invece questa atmosfera cupa, la tensione spinta al massimo, la malvagità intrinseca dei personaggi: poco importa se il mix del Suggeritore tra Criminal Minds e The following si ripropone, in questo libro si spinge al massimo la parte nera di ognuno dei personaggi, nessuno è come sembra , in tutti (noi?) bene e male si mischiano, si confondono, si uniscono…..’’ Tutti indossiamo una maschera per nascondere la parte peggiore di noi’’…. I personaggi ti riecheggiano nella mente, niente è come sembra, fino all’ultima ennesima inquietante immagine (leggete bene fino alla fine… in verità il personaggio si intuiva un poco.. avevo quasi indovinato…. Che bravo…?) Libro consigliatissimo agli amanti del genere giallo/noir/ thriller
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Il Leone e la zebra
La leonessa che uccide i cuccioli di zebra per sfamare i propri cuccioli è buona o cattiva?“Alla base di questo superbo thriller di Donato Carrisi
c'è quest'interrogativo etico al quale è semplice dare una risposta se pensiamo agli animali. La leonessa è un carnivoro, non ha scelta, deve uccidere i piccoli della zebra se vuole vivere. Ma noi ci chiediamo e con noi i personaggi di Carrisi, l'uomo di fronte all'ipotesi del male , quella che sostiene che nel male c'è anche del bene, a che comportamento è chiamato? Assassinare un altro essere umano in alcuni casi può essere giustificato.
Basterebbe questo quesito così intrigante a spingerci a leggere il libro, ma Carrisi a questo aggiunge ritmo,suspance e mistero, quello legato alla ricerca delle persone scomparse. Ognuno di noi ha esperienza almeno televisiva, penso a "Chi l'ha visto?", di che tremenda condizione debba essere quella degli scomparsi e di chi li cerca. E' per tutti gli attori di questo tipo di tragedia una condizione fuori dal mondo, fuori dal tempo. E' un limbo dove l'unica certezza e che non c'è certezza. In questo buoi scava la protagonista del romanzo Mila Vasquez, fa parte di una sezione della polizia che impegna i suoi effettivi, a dir vero pochi e male in arnese, nella ricerca delle persone scomparse, dai colleghi la sezione è conosciuta come "il Limbo", a comandarla è il capitano Stephanopoulos,per tutti Steph, vecchio ufficiale scaltro e meticoloso, molto protettivo nei confronti di Mila che a sua volta ha sempre dimostrato grande talento nel ritrovare bambini scomparsi, forse perchè a sua volta è madre di una bambina,Alice, con la quale per ironia della sorte non ha un buon rapporto. La svolta nella vicenda giunge con l'arrivo di un agente della polizia criminale Klaus Boris nel Limbo, la famiglia di Thomas Belman ,magnate di un industria farmaceutica è stata massacrata, è sopravvissuto solo Jes il figlio più piccolo, l'assassino è Roger Valin, uno spree killer?, No, non è di quei killer seriali specializzati in massacri, risulta che avesse una madre malata di una rara patologia, che le industrie Belman fossero gli unici proprietari del brevetto e i medicinali se li facessero pagare cari, troppo cari per un povero impiegato qual'era Valin: allora si tratta di vendetta? Forse sì, ma c'è un particolare, fino alla strage Roger Valin risultava fra le persone scomparse; da anni la sua foto era negli archivi del sezione "Limbo", come evidenzieranno Steph e Mila al Giudice, la figura misteriosa a capo di tutta la squadra di agenti speciali e non è tutto,altri omicidi si stanno verificando, gli assassini sono,guarda caso,tutte persone scomparse da anni, compreso un vecchio agente Eric Vincenti collega un tempo di Mila e Steph: che cosa sta accadendo?
Un thriller che non smetterà di sorprendere il lettore fino all'ultimo rigo.
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E' dal buio che vengo...
Un trhiller orginale, avvicente, ed elegante. Carrisi finalmente scrive un romanzo senza sbavature, con l’eleganza narrativa che ormai lo contraddistingue. Mi è piaciuto sicuramente più dei due precedenti(Il Suggeritore e Il tribunale delle anime) e non vedo l’ora di leggere il prossimo; sono convinto che Mila e Simon Berish torneranno presto
Il legame con il suggeritore è molto forte; in tutta la lettura però, non sei costretto a spremerti le meningi per ricordarti il tutti gli accadimenti, i personaggi o le particolarità del precedente romanzo. E’ sufficiente rammentare i passaggi fondamentali. Il finale questa volta non mi ha deluso, anzi, anche se è stato incalzante e avvincente non ha per nulla sbandato in curva. Ha retto bene tutta la vicenda dando valore alla storia narrata.
Donato Carrisi torna a raccontare le vicende di Maria Elena “Mila” Vasquez in questa città senza nome, semplificando la vita del lettore, concedendogli la fantasia di immaginarla a Los Angeles come a New York , oppure Philadelphia, si forse un po’ troppo americano, ma questo tipo di vicende e di logiche d’indagine sono lontane dalle nostre culture o tecniche e penso che altrimenti ci si troverebbe a disagio, se non del tutto fuori luogo . La sua narrazione e le sue metafore sempre tra il filosofico e l’esoterico sono eccezionali, mi piace percorrere la sottile linea oscura dove si svolgono le sue storie e dove vivono i suoi protagonisti. Sempre al limite delle ombre, sempre pronti ad affacciarsi nel buio, Mila “è dal buio che viene, ed è al buio alle volte deve tornare”. I’Ipotesi del male,ben argomentata, permette di entrare in sintonia anche con chi nel buio si rifugia, o che ha dato sfogo al suo “lato oscuro” , facendo in modo di aumentare il fattore empatico.
Tanti cose belle sgorgano con impeto dalla fantasia di Carrisi, Il limbo: -Questo luogo dove i senza nome “scomparsi” vengono catalogati nella speranza che qualcuno li trovi. Berish un personaggio fantastico con questa suo dono e condanna, di diventare il confessore di chi lo incontra, il depositario dei peccati del prossimo. Detta cosi puo sembrare banale , ma parola mia, non lo è affatto, anzi. E poi il cattivo, il Signore della buonanotte, non voglio dirvi di più.. se avete voglia di fare un viaggio nelle tenebre, dove il male regna sovrano allora… Leggetelo, leggetelo, leggetelo… così scoprirete perchè gli abitanti del limbo stanno tornando.
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"UN' ARMATA DI OMBRE"
Mila Vasquez, dopo aver risolto il caso de Il Suggeritore, si ritrova senza gloria e con numerosi postumi a lavorare nella sezione di polizia relativa alle persone scomparse: soggetti che volontariamente o tramite rapimento non hanno più un domicilio proprio e di cui sono disperse le tracce.
Simon Berish è un poliziotto dal passato torbido, accusato dai colelghi di essersi venduto, un reietto del corpo di polizia che viene trattato con spergio o ancor peggio ignorato. Simon nasconde vertià celate, nella sua apparente tranquillità. Ma questo suo stato lo ha sempre portato ad avere un canale preferenziale con le persone,infatti, tutti si confidano con Simon Berish.
Il bellissimo libro di Donato Carrisi ha altri personaggi che costellano le sue pagine ma, credo che partendo da questi due soggetti, uno dei quali proveniente dal suo primo capolavoro, siano un bel trampolino per lanciarsi in una lettura che consiglio vivamente agli amanti del genere.
Una cadenza ritmica, fatta di capitoli brevi, che iniziano in sordina portandone ogniuno ad aumentare continuamente la tensione nel lettore, il quale sarà costretto a proseguire.
Che dire di più, se con "Il Suggeritore" abbiamo scoperto Donato Carrisi, dopo averlo apprezzato analogamente ne "Il Tribunale delle Anime" e lodato nel bellissimo romanzo da scrittore a tutto tondo e non solo da giallista in "La Donna dei Fiori di Carta", con quest'ultima fatica siamo veramente di fronte ad uno dei migliori scrittori di thriller sulloscenario italiano.
Carrisi unisce i suoi studi universatari in criminologia e scienza del comportamento ad una penna che scrive in maniera forbita e scorrevole. Mai sopra le righe e con concetti anche complicati ma spiegati in maneira semplice e diretta, non è cosa da poco. Un thriller psicologico? Non so come definirlo, per me già la parola "grande libro" riassumono opera ed autore.
Come giàdetto per i suoi precedenti romanzi, mi sarebbe piacerebbe che un romanzo così fosse ambientato in Italia,vista la bravura dello scrittore italiano, invece Carrisi predilige ambientare il tutto in una ignota terra, con nomi stanieri che non danno collocazioni geografiche, ma questo è forse solo un mio pallino,
Libro ed autore promossi a pieni voti. Un'opera da possedere per gli amanti degli enigmi e dei casi complicati.
Buona lettura
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"Io ti Troverò" di Stewens.
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