La donna dei fiori di carta La donna dei fiori di carta

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    16 Aprile, 2016
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Tre domande

Il protagonista è uno sconosciuto ed è una buona trovata perché il co-protagonista ne deve scoprire l’identità. L’ho trovata una bellissima idea narrativa, sviluppata in modo evocativo, con il risultato di creare veramente una bella storia, in cui complice è il destino, destino che quando decide di deviare il corso della nostra vita non ci avverte, creando per noi inconsapevoli uno spartiacque fra ciò che c’era prima e ciò che arriva dopo. Tre sono le domande ricorrenti che fanno da filo conduttore a questa storia, dove scopriamo un uomo attraverso gli occhi di un altro uomo e dove il tabacco fornisce, oltre alla giusta atmosfera, anche energia al meccanismo della narrazione. Lo stile incentiva la lettura, per scoprire, per capire, per conoscere le persone attraverso gli occhi di chi le ama ed è come se lo scrittore ci prendesse per mano e guidasse nel libro, attraverso il cuore che comanda i sensi, attraverso le riflessioni dei momenti più estremi, con alcune espressioni folgoranti di vita, che lasciano senza fiato.

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carlito86 Opinione inserita da carlito86    06 Gennaio, 2016
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I VIAGGI DI GUZMAN

Sul monte Fumo lo scenario è quello della guerra di trincea. Un uomo viene catturato, è un italiano, ma la sua identità e il suo grado sono ignoti: soldato semplice, ufficiale o cos’altro? Jacob Roumann, un medico di origine ebrea a servizio dell’esercito Austriaco, ha il compito di dialogare con lui, provare a farsi rivelare la sua identità, o perlomeno il suo grado. Se questa confessione non avverrà prima dell’alba, il prigioniero italiano sarà fucilato.
Si apre in questo modo un confronto tra il prigioniero e il dottore, un viaggio fatto di racconti, di personaggi e di amori inseguiti. Guzman, perennemente alla ricerca, prima del padre, poi di un amore, Isabel. Un uomo in smoking che accoglieva la morte sul ponte del Titanic fumando un sigaro, Eva Molnar la viaggiatrice, Dardamel, il musicista inventore.
Ma chi è veramente Guzman? Chi è l’uomo che fumava sul Titanic? Ma soprattutto chi è il prigioniero e qual è il suo progetto?
L’Opera di Carrisi si svolge interamente sul monte Fumo, in un ambientazione di guerra e di morte, ma il confronto tra Jacob e Il prigioniero porta a viaggiare: Da Marsiglia a Parigi fino a Brooklyn, talvolta in luoghi quasi magici dove le montagne cantano e a conoscere persone che sembrano frutto di un sogno.
Accattivante, elegante nel suo stile, non il classico thriller stile Carrisi ma ugualmente consigliato.
Interessante la nota finale dell’autore nella quale viene data spiegazione di alcuni avvenimenti storici realmente accaduti inseriti nella narrazione e di alcune date importanti.

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Ersi Opinione inserita da Ersi    06 Giugno, 2015
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La forza del dialogo

Mi sono avvicinato a questo libro dopo aver letto il tribunale delle anime e devo dire che sono rimasto sorpreso perché non mi aspettavo una lettura così differente. Non é il Carrisi che conosciamo, maestro del thriller e della tensione, che tocca la profondità del male e il buio dell'anima, anzi questa volta si eleva su vette con momenti anche poetici. Il dialogo tra i due protagonisti è l'elemento trainante e coinvolgente di tutto il libro e vorremmo non finisse mai e quando questo succede, immediatamente, come il dottore, aspettiamo il momento che ricominci.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Marzo, 2015
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Un'avventura, un mistero, una favola

La donna dei fiori di carta. Se fosse stato solo per il titolo non l'avrei letto. Immaginavo fosse un romanzo rosa ma quando ho letto
Chi è Guzman?
Chi sono io?
E chi era l'uomo che fumava sul ponte del Titanic?
Non ho potuto fare a meno di prenderlo.
Nonostante questo libro non rappresenti il mio genere romanzesco preferito, è stato tra i più belli che ho letto nel 2014.
E' la storia di Guzman l'affabulatore che nei primi del novecento che per sbarcare il lunario racconta storie. Le storie non saranno mai belle quanto la sua stessa piena di avventure fino a quando non si innamorerà di una donna il cui nome è un mistero.
L'abilità di Carrisi, forse dovuta anche all'esperienza di sceneggiatore, è tale per cui è stato impossibile non farsi travolgere dalla voglia di leggerlo tutto d'un fiato. Forse troppo breve.
E' una favola raccontata nel modo più intrigante possibile e mai banale. Ha suscitato la mia curiosità dalla prima all'ultima pagina tenendo sempre alto il ritmo. Non vi nego la strana sensazione di contrapposizione tra la voglia che il libro non finisse più e la voglia di capire come andava a finire.
Consigliato agli amanati di qualsiasi genere.

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leonard Opinione inserita da leonard    22 Gennaio, 2015
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La ricerca dell'amore

Dopo aver letto "l'ipotesi del male" mi sono immerso in questo breve racconto ed ho scoperto un Carrisi diverso dal precedente. Il racconto può essere connotato come una favola moderna da raccontare ai bambini prima di addormentarsi. L'autore ci presenta un plot all'apparenza molto semplice in cui la ricerca dell'amore è il filo conduttore. La trama si sposta nell'asse temporale degli inizi del novecento, in cui gli avvenimenti dello scoppio della prima guerra mondiale e la tragedia del Titanic sono eventi significativi per un'intera generazione. L'arte narrativa di Carrisi è tale che l’atmosfera che si respira tra i due protagonisti del libro, esce dalle pagine e contagia il lettore creando una atmosfera magica. La poesia che invade il testo è allo stato puro, non solo quella incisa sui fiori che il dottor Jacob Roumann trova nel suo camice ogni giorno, ma bensì il racconto del prigioniero è autentica poesia. La trama incuriosisce il lettore sino all'ultima pagina in quanto tutti vogliamo avere indizi sul grande amore. Sono innumerevoli le sensazioni che il libro ci lascia basta lasciarsi conquistare dalla penna mai banale dell'autore. Quando il racconto termina rimane nell'aria il profumo di sigaro e di belle donne......

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diogneto Opinione inserita da diogneto    31 Luglio, 2014
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il piccolo principe incontra Carrisi

Sono tanti i libri a cui ho pensato durante la lettura di La donna dei fiori di carta.... il primo è "Il piccolo principe"... la ricerca, l'essenza dell'amore, lo stupore, la morte attesa e tragica ma nello stesso tempo piena di struggente poesia...

Forse per questo, aldilà della piacevole lettura, non trovo questo libro interessante perchè, come si può ben capire, è già letto.

Forse poteva, e mi permetto di suggerirlo all'ottimo Donato, approfondire alcuni personaggi lasciando da parte, anche solo per poche righe, il fumoso mistero fine a se stesso...

Comunque rimane un ottimo libro da regalare alla ragazza che si cerca di conquistare come, a suo tempo, si è fatto con capolavori del calibro di Siddharta o del, già citato, Piccolo Principe ma, avendo oramai 37 anni, 2 figli ed 1 moglie, penso che lascerò il libro nel cassetto in attesa che mio figlio compia 14 anni!

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Marco Caggese Opinione inserita da Marco Caggese    23 Dicembre, 2013
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Un audace autore italiano

E' inutile negarlo, Donato Carrisi scrive in maniera eccellente.
La prosa è fluente, accattivante, leggera, ma ricercata. Ci troviamo sicuramente dinanzi ad un autore dalle capacità letterarie notevoli.
Anche il racconto, quello di un dottore imprigionato in una guerra che non capisce e che non può accettare, è intrigante. Il soldato italiano che lui viene chiamato ad interrogare lo pone dinanzi ad una storia affascinante, quasi una favola di inizio secolo i cui personaggi sono tutti estremi, hanno caratteristiche che li rendono figure atipiche e per questo piacevoli da scoprire.
Ho sentito in questo racconto qualche richiamo, nelle modalità narrative, a "Novecento" di Baricco, dal quale credo che Carrisi sia stato ispirato.
Eppure nel corso della lettura mi è mancato qualcosa. Mi sono interrogato su quale potesse essere il motivo dellla sensazione di distacco che ho provato nella lettura e credo che il motivo risieda proprio alla scelta di disegnare alcuni dei personaggi protagonisti come delle figure quasi mitologiche più che reali.
Insomma, a mio avviso ci troviamo al cospetto di un autore di rango, mentre sospendo il giudizio in merito a questo racconto che, seppur ben congegnato, non mi ha tirato dentro la storia come speravo.

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Edobelle Opinione inserita da Edobelle    20 Dicembre, 2013
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L'eleganza del fumo

Alessandro Baricco diceva che non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla.
E questa frase rispecchia in pieno l'anima del romanzo di Carrisi.
Presi in mano per la prima volta questo libro grazie ad un utente di QLibri che ne fece una recensione più che positiva. Mi precipitai in libreria, ne lessi la trama. Il riscontro su quanto scritto fu immediato: "Ma come gli viene in mente a questo di chiedersi chi era che fumava sul Titanic?". Lo comprai e ne diventai un completo amante, come Guzman lo era del fumo.
La donna dei fiori di carta è una storia, una splendida storia antica che attraversa l'anima e inganna la morte. Attraversa l'anima, sì, perché chi lo legge difficilmente potrà dimenticarsi della figura di Guzman, di Madame Lì,di Dardamel, del principe Davì e di tutti i personaggi che riempiono queste pagine, anche i meno significativi. Inganna la morte, sì, perché tutti vogliono allontanarla ma quando la vedi bene da vicino, dicono che non si possa fare a meno di inseguirla. Così ha fatto anche Guzman.
Jacob Roumann è un personaggio chiave, un dottore buttato nella guerra con la speranza che guarisca corpi in fin di vita e cuori malati quando il suo, di cuore, è stato spezzato da una moglie che forse soffriva troppo la sua lontananza e finisce per innamorarsi di un altro. In guerra, oltre alla dedizione per il suo mestiere, Jacob Roumann porta un agenda di colore nero, dove, affianco ad un orario, sono segnate alcune parole che si riveleranno particolarmente affascinanti.
Sono stato abbacinato da questa splendida storia, dove è ben delineata l'eleganza del fumo e viene descritta vivamente l'atmosfera di una guerra truce e cruenta, sempre pronta a rivelare i suoi lati peggiori, dominati in primis dalla paura per la morte. Ma non solo, perché se riesci a sopravvivere alla guerra, la ricompensa non è essere vivo ma poter tornare a casa.
Mi sono immedesimato facilmente nel corpo di Roumann e ho visto Carrisi nel prigioniero italiano. Ho osservato il fumo uscire dal libro e percepito la mancanza di Guzman nelle pagine finali.
Questa storia deve diffondersi, deve passare di bocca in bocca come un sigaro cubano fumato fra amici. Ecco, io non fumo ma continuerò a dar presenza fisica alla figura dei personaggi e alla loro storia. Però non posso prometterlo.
Perché, lo abbiamo imparato, le promesse pesano il cuore.

Purtroppo non ricordo bene il tuo nome, caro utente di QLibri, ma un grazie - da parte mia, nei tuoi confronti - mi sembra più che doveroso.
Grazie

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A chi voglia di una storia appassionante, di quelle che non ti fanno staccare gli occhi dalle pagine del libro
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DarioDelMo Opinione inserita da DarioDelMo    05 Dicembre, 2013
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Romanzo Breve ma intenso

Ho letto tutti i romanzi di Carrisi e sarò di parte, visto che adoro questo scrittore,ma consiglio vivamente di leggere questo romanzo breve. Personalmente mi ha colpito molto la storia, mi ricorda molto Baricco di Novecento-Questa Storia.
Una storia semplice ma efficace......Leggetelo.

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marlon Opinione inserita da marlon    04 Dicembre, 2013
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L'ULTIMO AEDO

Dolomiti 1912
Il dottor Jacob Roumann è l’ufficiale medico di una truppa austriaca (ultimo avamposto braccato dall’esercito Italiano). Uomo mite e sensibile, Roumann tenta di salvare più vite umane possibili. Il numero di sopravvissuti è pari a zero ed il dottore non può far altro che annotare su un taccuino le ultime parole dei suoi compagni. Parole spesso senza senso ma che una volta assemblate, come un puzzle, cominciano a prendere forma ….
Il protagonista viene incaricato dal suo superiore ( il Maggiore ) di interrogare un prigioniero italiano catturato da poco. Perché proprio il dottor Roumann ? Un interrogatorio condotto da un ufficiale medico ? Perché Jacob Roumann è completamente estraneo alla guerra. Non ne fa parte, non la sopporta, e questo è oggetto di odio e provocazioni da parte di tutti. Commilitoni e superiori. Quindi potrebbe far breccia nelle barriere alzate dal misterioso soldato italiano….
Il suo compito sarà di far confessare al prigioniero il nome e il grado in una notte. Se Roumann riuscirà nella missione, l’italiano potrà essere usato come “pedina di scambio “. Altrimenti il prigioniero verrà fucilato all’alba.
L’interrogatorio ha inizio, l’uomo del mistero comincia a parlare. Narra una storia che cattura subito Roumann . Una storia che lo porterà in giro per il mondo. Che lo porterà a guardarsi dentro. Una storia che gli darà risposte e anche domande rimaste sospese . Una storia che gli farà conoscere uno dei molteplici volti dell’amore e le strade sconosciute che spesso percorre. Sentirà parlare di persone straordinarie, vite straordinarie e luoghi straordinari !
Questo romanzo di Carrisi lascia il segno. A meno che il lettore non abbia la sensibilità di un Varano … Comunque il racconto è corto ( 160 pagine) ma intenso. A mio parere va letto tutto d’un fiato, ma l’autore ha pensato anche a questo. Non vi staccherete tanto facilmente.
Donato Carrisi ha dato dimostrazione di poter scrivere romanzi di qualunque genere. Ha definito LA DONNA DEI FIORI DI CARTA un noir. A me è sembrata più una splendida favola. Una favola che ci spiega tante cose sull’amore e dei sentieri tortuosi che esso percorre attraversando lo spazio ed il tempo. Di come l’amore, quello vero, smuove le montagne,vince la morte e dura in eterno Sicuramente non possiamo possederlo per sempre ma ne abbiamo disperatamente bisogno. Tutti.
Potrei scrivere un commento lungo chilometri perché sono tante le sensazioni ed i pensieri che ho provato leggendo questo libro. Lo consiglio a tutti . Senz’ombra di dubbio !
Caro Carrisi , puoi scrivere qualunque cosa … io la leggerò molto volentieri.

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fede.book21 Opinione inserita da fede.book21    18 Novembre, 2013
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Un piccolo tesoro...

È il primo libro che leggo di questo autore e devo dire che non sarà l'ultimo!
Una storia davvero intrigante che ti tiene incollato alle sue pagine, anche quando stavo facendo qualcos'altro pensavo a quando sarei potuta tornare a leggerlo! Ogni capitolo è talmente ben collegato al precedente che non riesci a smettere di leggere.
Lo consiglio a tutti, soprattutto a chi cerca una lettura leggere anche in fatto di pagine, perchè ha le giuste misure per poterselo portare ovunque.

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Pigottina Opinione inserita da Pigottina    29 Luglio, 2013
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Il mistero dell'uomo delle tre domande

Un libro che è impossibile non leggere tutto d'un fiato. Carrisi ti prende per mano e ti conduce in una storia bellissima, quasi magica, che ti porterà a scoprire le risposte alle tre domande che sono alla base della storia:
Chi è Guzman ?
Chi sono io ?
E chi era l'uomo che fumava sul ponte del Titanic ?

La brevità del libro lo porta ad essere un piccolo capolavoro, il cui unico difetto, secondo me, è un titolo che ha una scarsa attinenza con la trama.

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marccorazz Opinione inserita da marccorazz    24 Mag, 2013
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sorprendente carrisi

Che dire di questo libro, mi ha sicuramente spiazzato e sorpreso piacevolmente. Mi aspettavo qualcosa di nettamente diverso ma invece di essere deluso, mi ha lasciato stralunato (nel senso buono del termine, ammesso ce ne sia), stordito ma appagato.
Le tre domande che sono alla base del racconto sembrano a prima vista non poter avere nulla in comune, sembrano poter e dover appartenere a tre storie differenti, distanti tra loro e invece.....un nesso c'è. Ma raggiungere il nesso è come seguire le volute del fumo delle sigarette che vengono consumate dai due protagonisti: sfuggenti, imprevedibili, sottili e sorprendenti.
Come ha detto già qualcuno, un giallo senza assassino, io aggiungo un noir senza "noir", si tratta di un viaggio alla scoperta della vita.
Per concludere, questo libro mi ha fatto immaginare atmosfere, luoghi e paesaggi come ben pochi altri libri sono riusciti a fare.

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Franz82 Opinione inserita da Franz82    25 Novembre, 2012
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Inutile

Seguo Donato Carrisi dal suo primo libro, "Il suggeritore", libro che ho apprezzato anche se non nascondo di aver rivisto nella sua opera l'ispirazione molto evidente a grandi del genere come Patterson e Deaver. Ho trovato La donna dei fiori di carta un grande eccesso di presunzione. Ci troviamo in un'epoca in cui sono più gli scrittori che i lettori, essere uno scrittore non vuol dire saper scrivere e soprattutto poter scrivere tutto ciò che si vuole. Mi sono immaginato la seguente scena: Donato Carrisi, seduto sulla sua scrivania di fronte a una bella vista (che ne so, un bel panorama romano o pugliese che sono le sue due case), con il suo portatile, il suo Nestcafè (non sono sicuro che lo beva, è solo una scena di immaginazione) che si rivolge a se stesso: scriviamo qualcosa. Il libro è pieno di banalità e frasi ad effetto, l'analogia Monte Fumo, fumo di sigaretta è a dir poco adolescenziale. Insomma mi sarei aspettato un libro del genere da uno scrittore liceale di 16 anni di buone promesse, non certo da un autore del calibro di Donato Carrisi che rispetto soprattutto per il successo ottenuto a livello mondiale con le sue opere. Vorrei che cercasse invece che di impressionare, di imporre un suo stile e un' impronta che lo farebbe risaltare non solo di fronte al grande pubblico ma soprattutto di fronte ai grandi lettori che meriterebbero qualcosa di più creativo e interessante.

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A. Opinione inserita da A.    09 Ottobre, 2012
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14 aprile 1916 , sul Monte Fumo...

Bellissimo e troppo breve. Un racconto che cattura, avviluppa : le parole si sollevano dalle pagine, e si combinano magicamente per fare emergere ed assaporare profumi, sensazioni, epoche e vite passate, tragiche e bellissime.

Come il fumo che lascia scivolare via l’anima, prima che arrivi la fine….

Non posso riassumere la trama, non posso dare una spiegazione di questo racconto, non ha alcun senso in questo caso. All’interno di un mistero che sfiora momenti indimenticati del primo novecento , le vere protagoniste qui sono le parole: se amate quella magia che a volte le rende straordinarie, saporite, profumate, amerete questo libro.
Io me lo sono proprio goduto, lo terrò da parte per leggerlo di nuovo, sono sicura che molto altro potrà ancora darmi .

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giuly@ Opinione inserita da giuly@    04 Ottobre, 2012
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breve ed intenso come il fumo...

libro che si discosta decisamente dai precedenti dell'autore...ho iniziato a leggerlo e mi sono immersa in quell'atmosfera strana e decisamente intrigante,
libro breve da leggere tutto d'un fiato.....

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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    01 Ottobre, 2012
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Nella botte piccola...

Chi è Guzman ?
Chi sono io ?
E chi era l'uomo che fumava sul ponte del Titanic ?

Queste tre domande, azzeccatissime, mi hanno portato a "fumare" questo romanzo di poche pagine,boccate profonde che mi sono entrate nei polmoni per toccarmi il cuore ! Un romanzo dai toni noire, dalle sfumature eleganti, d'una piacevolezza rara.
Una storia originale, che si perde nella storia dell'ultimo dei narrator, un ode al tabacco che diventa la scenografia di narratore girovago.
Un romanzo di una semplicità disarmante, ma di un intensita rara, dove tutti sono protagonisti, ma in realtà il protagonista è la storia.
Carrisi sfrutta a dovere alcuni degli avvenimenti storici piu significativi dell'eppoca, per imbastire una trama di tutto rispetto. Il Titanic:dove tutto avrà una risposta. La prima guerra mondiale:dove il tutto ha inizio. La parigi della Belle époque,dove tutte le storie di un prigioniero italiano, in mano agli austriaci, scivolano tra una boccata di fumo e l'altra.
Un romanzo che incuriosisce sino all'ultima pagina, che ti spinge alla lettura anche solo per il modo in cui Guzman racconterà le storie che hanno dato forma alla sua bizzara vita!
In conclusione un giallo senza assassino, senza vittima, ma enigmatico e ambinguo sino all'ultima parola. Un giallo come solo la vita sa esserlo .
Consigliatissimo !!!

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    16 Settembre, 2012
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Storie

Carrisi si avventura fuori da quello che credevamo il suo genere e dimostra che se uno scrive bene può tranquillamente rinnovarsi ed evolversi . Il romanzo è un noir molto delicato, inizia con un uomo tenuto prigioniero dagli austriaci sul monte Fumo , è un italiano forse è un uffciale , gli austriaci vorrebbero fargli confessare nome e grado per non doverlo fucilare e proporre uno scambio di prigionieri agli italiani ma lui fa uno strano accordo con il dottore incaricato di carpirgli queste informazioni. Tutto ruota attorno a tre domande : Chi è Guzman? Chi sono io? E chi era l'uomo che fumava sul Titanic? . Non mi dilungo o tolgo il gusto della scoperta su un libro che già è breve, è sicuramente ben scritto , è un libro fatto di personaggi che raccontano la storia di qualcuno , come se il raccontare fosse il filo conduttore della loro esistenza quanto il vivere "ci sono persone che vogliono la verità, altre che preferiscono immaginarla" e il viaggio fosse importante quanto la meta.
"Questa storia comincia con un fiammifero, è breve e fragile la vita di un fiammifero, come quella di tutti noi".
E come un fiammifero le storie di Guzman , Daly e degli altri personaggi si accendono, ardono per poi spegnersi troppo in fretta.

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Gondes Opinione inserita da Gondes    28 Agosto, 2012
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LA DONNA DEI FIORI DI CARTA

“Un piccolo libro, ma di grandi contenuti”; questo è la frase con cui definirei questo romanzo. Carrisi poteva dilungarsi con un storia molto più lunga e complessa, tanto a lui la dialettica non manca, invece con la sua scelta di presentarsi con un libro “slim” ha voluto dimostrare che non è necessario scrivere libri enciclopedici per arrivare al cuore dei lettori. Una storia incredibile che “danza” dalle trincee della prima guerra mondiale fino all’ultima notte del Titanic, legata in maniera sorprendente e credibile. La bravura dello scrittore è tale che l’atmosfera che si respira tra i due protagonisti del libro, esce dalle pagine e contagia il lettore. Sembra quasi di ascoltare la storia da un contastorie, illuminati solo dalla luce di un camino ed aspettare con trepidazione il finale, assorti in una atmosfera magica.
Se posso dare un consiglio a chi ancora deve leggere questo romanzo, mi raccomanderei di non spezzettare molto la lettura. Per come è strutturata la storia, con continui salti temporali, sarebbe molto meglio leggero tutto d’un fiato per poter ottenere il massimo.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    23 Agosto, 2012
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La verità, cercarla o immaginarla?

14 aprile 1912, notte, sul Monte Fumo due eserciti, quello austriaco e quello italiano si contendono pezzetti di terra a costo di tantissimo sangue, gli ufficiali italiani per persuadere le loro truppe ad attaccare, prima di dare il segnale di carica sparano a caso in testa a due dei loro stessi commilitoni, tanto per far capire agli altri che: o si muore con le pallottole austriache in petto o con quelle italiane nel cranio.
14 aprile 1912, notte, una montagna di ghiaccio è comparsa all'improvviso in mezzo all'Oceano, mentre l'inaffondabile Titanic cola a picco, un uomo,elegantissimo, Otto Feuerstein, si è seduto in mezzo ad uno dei ponti,circondato dal caos,si gode la sua ultima sigaretta e aspetta la fine.
14 aprile 1912, notte, sul Monte Fumo il dottor Jacob Roumann, chiusi gli occhi all'ennesimo soldato morto ammazzato, s'arrampica lungo la montagna in direzione della grotta dove è tenuta prigioniera una spia italiana,il maggiore gli ha chiesto, vista la sua conoscenza dell'italiano, di convincere il prigioniero a rivelargli nome e grado, potrebbe servire per uno scambio di prigionieri.
14 aprile 1912,notte, in America Isabel Scott Phillips, sta cullando il suo terzogenito, pensa a quando giovanissima nell'ambasciata del padre, quella spagnola, gli uomini si contendevano il suo cuore , c'era Guzman e poi quell'italiano, come si chiamava?
Davì, forse?
14 aprile 1912, notte, il dottor Roumann offre l'ultima sigaretta al prigioniero italiano, se non rivelerà il suo grado e il suo nome sarà fucilato, ma l'italiano è disposto a fare un regalo al dottore che proprio quel giorno compie gli anni, gli rivelerà il suo nome ma prima dovrà ascoltare una storia e da questa capire :chi è Guzman,chi è lui, chi era l'uomo che fumava sul Titanic.
14 aprile 1912 è l'alba, Roumann si è destato, il ricordo della donna misteriosa che gli nascondeva fiori di carta, fatti con pagine strappate da libri d'amore, nelle tasche del camice in ospedale,anni addietro, quando era un giovane internista, l'ha tormantato tutta la notte:ci sono uomini che cercano la verità, altri che si limitano ad immaginarla, lui adesso come allora è chiamato a decidere che tipo di uomo essere.
Un romanzo accattivante, dove come un gioco di scatole cinesi, siete costretti a inseguire e risolvere misteri che subito dopo la soluzione, vi pongono un nuovo più intricato enigma.
di Luigi De Rosa

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    22 Luglio, 2012
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Inaspettato Carrisi.

Quante volte ci siamo innamorati di un libro?
E quanto è magico quando questo accade?
Che sia una persona,un cibo,un panorama o appunto un romanzo,l’innamoramento è sempre perfetto.
E oggi pomeriggio mi è accaduto.Subito,di colpo,dalla prima riga,senza esitazioni.E’stato amore.

Carrisi è venuto da me e circondandomi di sicurezza mi ha condotto con lui in un viaggio attraverso il mondo.
Nei miei occhi sono vivide le immagini di Marsiglia,dove l’unica persona al mondo che poteva farlo ci ha spiegato cos’è l’amore.
Impressa nella mia mente c’è la sala del Gran ballo a Parigi: ho visto tra un tango e un nome cercato e trovato,un uomo che ha conquistato la donna della sua vita.
E poi la Cina….avete mai ascoltato i monti intonare canzoni d’amore?
Ho sentito un po’di freddo quando ci hanno rinchiusi nella cella del Monte Fumo,ma un prigioniero mi ha scaldato con le sue parole e abbiamo dimenticato per un po’che fuori imperversava la guerra.
Siamo saliti sul ponte del Titanic.
C’era un uomo,aspirava ad occhi chiusi il suo ultimo sigaro.Chissà chi era.
Lungo è stato poi il viaggio per l’America,ma dopo ventuno anni dovevamo scoprire la verità.

E l’abbiamo trovata.
L’amore non si possiede,può solo essere preso in prestito.

Allora mio caro Donato,io non solo mi inchino davanti a te,ma ti presto anche un po’del mio amore.

Perchè il tuo stile adulto e maturo,la tua penna incisiva eppur poetica,il tuo animo romantico e le tue osservazioni intelligenti mi hanno conquistata.Senza se e senza ma.

Leggetelo.
Innamoratevi anche voi.

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alessio Opinione inserita da alessio    11 Luglio, 2012
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Un capolavoro

Un libro molto bello scritto benissimo e molto scorrevole nella lettura.Non si tratta di un libro trhiller ma di un racconto noir dove l'abilità di Carrisi fa viaggiare e coinvolge il lettore in questa storia senza capire dove è realta o finzione.Mi è piaciuto il modo di raccontare questa storia,come ha descritto i personaggi,i luoghi,e il modo di scrivere i capitoli non lunghi cosi da invogliare a proseguire con la lettura.L'unica pecca forse è il fatto che il libro ha solo 176 pagine però sono 176 pagine di emozioni.
Aspetto il prossimo libro e non vedo l'ora

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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    23 Giugno, 2012
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Le tre domande

Premetto che non avevo mai letto nulla di questo scrittore, attratta dalle buone recensioni e dalla tanta pubblicità ho deciso di intraprendere la lettura.
Devo dire che il suo modo di narrare mi ha saputo prendere dalla prima all’ultima pagina.
I capitoli brevi invogliano il lettore a scoprire al più presto che cosa accadrà alla fine della storia.
L’autore narra la sua storia con estrema chiarezza, in maniera onnisciente, miscelando fatti reali con parti inventate senza mai far perdere carattere alla vicenda principale.

Si tratta di un romanzo breve, sono solo 176 pagine, nelle quali Carrisi ci racconta: di antiche leggende, di guerra, del Titanic e di amore.

Probabilmente in occasione dell’anniversario dell’affondamento del Titanic l’autore ha deciso di metterci a conoscenza di questa storia che aiuta il lettore a far trovare delle risposte alle tre domande che troviamo nel libro:
- Chi è il prigioniero che è stato catturato?
- Chi è Gutzman?
- Chi era l’uomo che fumava sul ponte del Titanic?

Passiamo alla trama.

È il 1916, durante la Prima Guerra Mondiale ed alle pendici del Monte Fumo gli austriaci si stanno difendendo dagli attacchi degli italiani.
Durante la battaglia viene catturato un soldato italiano ed un medico austriaco dovrà interrogarlo.
La loro conversazione durerà una notte immersi tra le nuvole di fumo prodotte dalle sigarette rollate dal dottore austriaco per il soldato italiano.
Questi due uomini scopriranno a mano a mano che le loro vite sono legate.
Il prigioniero italiano narrerà vicende di guerra, viaggi strabilianti e racconti pieni di fantasia.

L’autore è diventato il nostro cantastorie attraverso la bocca del soldato italiano, ci narra di vicende incastrate una nell’altra e che hanno come sfondo la guerra, ci guiderà dalla prima all’ultima pagina senza rendercene conto.

Un libro veloce adatto a tutti, una storia di tempi lontani e di paesi altrettanto lontani.

Un romanzo che mi sento di consigliare a tutti perché Carrisi con le parole più semplici riesce ad ammaliare il lettore ed a tenerlo con gli occhi incollati fino alla fine.

Cosa posso aggiungere? Buona lettura!

“-Un giorno nel futuro-, mi diceva Gutzman, - tutte le famiglie all’ora di cena avranno qualcuno che si siederà a tavola con loro e gli racconterà delle storie. Sarà una cosa normalissima, vedrai. Come avere il teatro in casa-“

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    12 Giugno, 2012
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UNA POESIA IN UN FIORE DI CARTA

Una gelida trincea, una montagna e una guerra assassina.
Al riparo, un soldato italiano prigioniero e un medico di guerra austriaco.
Una tazza di latta , neve che si scioglie su una fiammella, caffe’ in polvere il cui aroma e’ ricchezza per chi non ha piu’ nulla, se non la morte. Tabacco che si arrotola in sigarette con gesti veloci delle dita.

Un lussuoso transatlantico che dall’Inghilterra vuole raggiungere gli Stati Uniti d’America. Si chiama Titanic. Il piu’ drammatico naufragio della storia .
Sul ponte della nave ingoiata dai gelidi abissi, un uomo vestito elegantemente lascia la sua cabina di prima classe, sale sul ponte, accende un sigaro e aspetta la morte.
Inizia cosi’ il racconto di Donato Carrisi. Inizia cosi’ la leggenda dell’uomo che fumava sul ponte del Titanic.

Una bellissima storia, scritta con una penna leggera ma mai banale, Carrisi incanta con questo libro.
Mi sono sentita come la notte di Natale, un bambino di qualche anno seduto in terra su una coperta che ascolta ammaliato il suo papa’ raccontargli una storia, occhi sgranati per la meraviglia, la bocca aperta trattenendo il fiato. Si ferma il tempo.
Poi il racconto finisce, il libro si chiude. Il bambino appagato abbassa le palpebre e si abbandona ai suoi sogni. Ma il libro resta e oltre lo spessore della copertina riecco la donna, che legge tra le righe e sente ancora il suono delle parole dell’autore, non resta che pensare.
Ti torna in mente quella dichiarazione d’amore lasciata nella tua tasca in un giorno di primavera.
Pensi a quell’uomo che se ne e’ andato per sempre senza nemmeno dirti addio.
Pensi alle ultime parole posate nel velluto di una voce malata lasciate da qualcuno che amavi, sul suo letto di morte.
Pensi a quante volte non avresti voluto sentire la verita’, ma te la saresti soltanto voluta immaginare.

Italia, paese di artisti. Questo non ce lo togliera’ mai nessuno, io ne sono certa.
E nelle varie sfumature in cui l’arte si puo’ esprimere, avere un autore italiano che scrive un racconto cosi’ bello, non e’ altro che l’ennesima conferma alla mia convinzione.

Buona lettura

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Fonta Opinione inserita da Fonta    22 Mag, 2012
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Un Carrisi diverso per una storia senza tempo

Mettete da parte l'icona del Donato Carrisi che avete apprezzato nei thriller psicologici come "il suggeritore" o "il tribunale delle anime", ma preparatevi a coglierne una nuova ed inaspettata, quanto affascinate anima di cantastorie.

Un Carrisi che ci porta deliziosamente in una leggenda popolare, che come tale é avvolta da una nube di mistero: la storia del fantomatico uomo che fumava beato durante l'inabissamento del Titanic.

Questa leggenda popolare ha ispirato al "nuovo" Carrisi questa storia, carica di mistero e di meraviglie, ricavandone un bellissimo scorcio storico-emotivo, vissuto dal protagonista, il dottore di trincea austriaco Jacob Roumann a cui viene affidato il compito di scoprire l'identità del prigioniero italiano sul Monte Fumo.
Roumann sarà cosí tavolto dalle parole del prigioniero e dal racconto di esso sul misterioso Gurzman.

Un libro bellissimo che ho letto nell'ultimo finesettimana e che, caso volle, é stato mio compagno di viaggio tra le mie bellissime dolomiti trentine e quelle austriache, scenario del libro.

Un Carrisi che non ti aspetti, lontano anni luce dalla laurea in criminologia che lomha ispirato nelle due opere precedenti, ma abilissimo nel reinventarsi e nel dimostrarsi scrittore magistrale per stile ed inventiva. Mi perdoneranno gli amanti del genere ma, Ho trovato in questo Carrisi delle tracce di Zafón, per il suo sapore di fumo e mistero!

Un libro conisgliato a tutti, una storia bellissima senza tempo ne età, che ci farà viaggiare da un capo all'altro del mondo e sopratutto dentro a noi stessi!

Buona lettura!

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Opinione inserita da vittorio    22 Mag, 2012

una gemma

c'è poco da dire. dopo due thriller questo libro si stacca con decisione e come un fiore di carta portato dal vento atterra sul gradino più lato della letteratura prodotta quest'anno.
da leggere e da ascoltare allo stesso tempo.
bella la storia, bello l'intreccio

se anzichè un autore italiano l'avesse scritto un autore apsagnolo il cui cognome inizia per zeta, si sarebbe gridato al capolavoro. ma a noi, lettori che ascolatano, piacciono le storie raccontate a bassa voce e non urlate

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    07 Mag, 2012
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La donna dei fiori di carta

Chi è Guzman? Chi sono io? E chi era l'uomo che fumava sul Titanic?
Tenete bene a mente queste tre domande perchè saranno il filo conduttore dell'opera.
Donato Carrisi evoca subito pensieri rivolti ad un genere thriller, lui stesso alla fine del libro confessa che ne avrebbe voluto trarre una storia su questo genere ma alla fine lo definisce un noir, lo scrivente invece vuole ricondurla ad una "favola antica" perchè è questa l'impressione che ne è scaturita alla fine della lettura.
Un libro da leggere in riva al mare di sera con un falò acceso...
Una storia nella storia con cui l'autore un po' ci prende in giro bonariamente ed il risultato è positivo.
Tutto è ambientato in un campo di guerra sulle Dolomiti... nel quale due uomini di opposte fazioni, uno impegnato a raccontare la storia che unisce i tre quesiti posti all'inizio della recensone e l'altro ammaliato da tutto ciò... immersi in una coltre di fumo di sigarette.
Donato Carrisi attraverso uno stile davvero leggero ci rapisce per condurci in una storia la cui trama ci assorbirà...un po' anche per rendere uno strano omaggio ad una leggenda legata anche al Titanic di cui il 14/15 aprile ricorre l'anniversario della collisione con l'iceberg ed il conseguente inabissamento.
Sarebbe superfluo dire che il breve romanzo è piacevolissimo e se ne consiglia la lettura ma va sottolineato.
Complimenti Carrisi.
Buona lettura a tutti.
Syd

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