La briscola in cinque
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LA BRISCOLA IN CINQUE
Davvero spassoso questo giallo tutto toscano…. Massimo Viviani (“il barrista”) è proprietario del BarLume, piccolo locale di Pineta, cittadina sulla costa tirrenica.
Assidui ed immancabili frequentatori del bar sono quattro pensionati, (“il senato”), dei quali uno è nonno di Massimo, che trascorrono il loro tempo libero sproloquiando e facendo congetture su ciò che succede nel paesello. Quando a Pineta una ragazza viene trovata morta in un cassonetto, il Bar diventa il luogo di ritrovo e di discussione del caso. Nonostante i tentativi di Massimo di non essere coinvolto, ed al contrario quelli del senato di avere sempre l’ultima informazione a portata di orecchio, il “barrista” diventerà la chiave di volta della risoluzione dell’omicidio.
Ironico, divertente e brillante… Malvaldi, oltre che regalare qualche ora di sorrisi, fa riflettere anche sulla difficoltà degli anziani ad integrarsi nella società moderna. Azzeccati gli aneddoti e lo stile dialettale, sempre comprensibile.
… Che Pineta non si trasformi nel nuovo Cabot Cove?
Consigliato a chi sa apprezzare l’unione di un pizzico di ironia al tradizionale genere giallo. Sconsigliato a chi si aspetta il classico thriller da suspance e brivido.
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Non eccezionale
Premetto che sono toscana, quindi ero davvero incuriosita di leggere un racconto in dialetto (anche se non propriamente il mio).
Il libro è davvero molto simpatico, il gruppetto di nonnini mi ha fatto piegare dalle risate e con Massimo (il nipote di uno di questi nonnini) a tenerli a bada il divertimento è assicurato. Il gruppo dei cinque si troverà a dover scoprire chi ha assassinato una giovane ragazza della zona.
Come hanno notato anche altri, devo dire che anch'io avrei preferito delle descrizioni un pò più dettagliate e in alcuni casi un approfondimento della trama.
Comunque il libro è leggere e simpatico, ho letto anche gli altri della serie ma devo dire che questo è il mio preferito forse perchè è stato il primo.
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Sopravvalutato
Non si va oltre l’intrattenimento in questo libro, a mio modo di vedere, sopravvalutato. La letteratura è davvero un’altra cosa. E se qualche pagina si salva, è simpatica e ben scritta, ho trovato troppo debole anche la potenziale vena ironica e un po’ inconsistente la trama.
La cosa che più di ogni altra mi ha dato fastidio però è che Malvaldi resta troppo sulla superficie, in particolare nella descrizione e nella caratterizzazione dei personaggi...
Non so, forse, viste le lodi, mi aspettavo troppo da lui, ma penso che per restare nel "genere" Camilleri sia veramente di un altro pianeta.
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UN PO' BAR SPORT UN PO' CAMILLERI
Un romanzo scorrevole, carino e ironico.
Ho apprezzato molto l'ambientazione del racconto (un Bar Lume che mi ricorda tanto il mio adorato Bar Sport) e lo stile linguistico adottato.
Il giallo che si snoda fra le pagine sinceramente non è il massimo, nel senso che l'ho trovato poco avvincente, ma ben controbilanciato dalla piacevolezza complessiva del racconto, soprattutto dalla simpatia dei vecchietti e dalla personalità di Massimo il barista.
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Una bella sorpresa
Questo piccolo giallo contiene in sé tutti gli ingredienti per far trascorrere qualche ora di puro divertimento al lettore. Quella che si respira è la più tradizionale Toscana, con i suoi vecchietti a giocare a carte nel baretto e a leggere il giornale come se fosse il pane durante la guerra! Le caratterizzazioni sono perfette, esilaranti, vere e l'atmosfera che si crea sdrammatizza la vicenda, alleggerendola, ma senza mai farla diventare farsa. Il piano narrativo è lineare, il giallo è di facile risoluzione, ma è la caratterizzazione dei personaggi a rendere adorabile questo libretto, il protagonista è forse il più riuscito, poiché da giovane barista laureato, ma non frustrato per questo, si vuole distinguere dai quattro ottuagenari paradigma dell'ultima età della vita, ma inesorabili in esso si vedono comparire i segni di ciò che sarà e sarà inevitabile un giorno giocare a briscola in cinque con i capelli d'argento e mirare "Il Tirreno" per accaparrarselo. I comprimari sono appena accennati, elementi necessari all'indagine, ma del tutto marginali, il cuore della vicenda è il bar ed è lì che la vita del paese si svolge ed è lì che l'essenza del paese, quella vera viene custodita e protetta e come un rito antico tramandato di padre in figli, anzi di nonno in nipote.
Lo stile è semplice, i dialoghi in dialetto toscano donano un tocco comico a tutta lettura costringendo il lettore più e più volte a interrompersi per ridere di gusto, i tempi narrativi sono serrati e non ci sono falle nella trama.
Senza dubbio consigliato per respirare l'aria della mia meravigliosa Toscana.
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un Bar...Lume di speranza
Giocata vincente per questo primo romanzo di Malvaldi, che si apre descrivendo uno dei tanti paesini toscani sulle spiagge del Tirreno e continua raccontando l’assassinio di una ragazza.
Tutta la vicenda viene esposta attraverso le parole e le congetture del barista Massimo, un po’ burbero e dispotico, scopritore del cadavere e le parole sagaci e pungenti, di quattro vecchietti. Tra una briscola e l’altra, Nonno Ampelio, Aldo dell’osteria, il Rimediotti pensionato delle poste e il Del Tacca del Comune fanno commenti in vernacolo livornese/pisano , narrando come pettegolezzi, dicerie di paese che aiutano a risolvere il delitto.
Libro brioso, comico quanto basta, con parole (anche se in dialetto) di facile lettura,che permettono alle pagine di volare via in fretta ed al lettore di scoprire l’assassino in pochi giorni. Il giallo semplice e lineare, senza artifizi che ne intaccano la credibilità, fa da solida base sulla quale vengono appoggiati personaggi, primi fra tutti i vecchietti del BarLume, come macchiette del più sincero vivere toscano.
Promosso a pieni voti questo “Camilleri al caciucco”, non resta che annoverare Pineta tra i luoghi da “fanta-visitare” nei prossimi “libri-viaggi”.
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Eravamo 4 amici al bar…
Classe 1929, in pensione, non sanno dove andare, il loro sport preferito sono le carte, il secondo…il pettegolezzo. Sono quattro ottuagenari che ogni giorno “infestano” il BarLume martirizzando il barista (nipote di uno di loro).
Era da tempo che non ridevo così tanto durante una lettura.
La storia a mio avviso fa solo da sfondo, il giallo è perlopiù un pretesto per sketch e battute esilaranti, soprattutto grazie ad un linguaggio colorito (in alcuni punti sembra di leggere il Vernacoliere!!) e pittoresco. Lo ammetto, mi sono sbellicato immaginando questi vecchietti che tra una partita di carte e l’altra provano a fare il Perry Mason della situazione in modo goffo, ironico e assolutamente “politically uncorrect”.
Il vero detective è, suo malgrado, Massimo (il barista) che si trova coinvolto nel delitto di una ragazza e sotto il sol leone di agosto piano piano trova il bandolo della matassa.
Suo malgrado, è vero, ma sotto sotto strizza l'occhio alla regina del giallo, sua maestà Agatha Christie, e si sente un po' come Poirot.
Divertente, proprio divertente.
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Quattro terribili vecchietti
In questo libro d’esordio Malvaldi ci porta a Pineta, un paesino della costa toscana. Ci racconta di un bar, dove quattro terribili vecchietti non sanno tenere a freno la lingua e per passare il tempo giocano a carte con il barista. Massimo desideroso di tranquillità si ritrova a badare alla sua clientela e, suo malgrado, coinvolto in un’indagine per omicidio.
È una mattina come tante altre quando, aperto il locale, si presenta un ragazzo appena uscito da una discoteca. Non sembra molto lucido e chiede di poter telefonare alla polizia per avvisare il ritrovamento di un cadavere. La scoperta di un corpo in un cassonetto dei rifiuti trasforma, contro la volontà del proprietario, il BarLume nel “nuovo” commissariato di polizia. Massimo con il suo acume saprà indirizzare le indagini nella direzione giusta e aiutare il commissario Fusco a far luce in questo delitto.
Durante le ricerche faremo conoscenza con i quattro vecchietti che, con la loro parlata toscana, daranno un po’ di pepe alla storia. Un racconto breve ma godibile, ideale per qualche ora tranquilla in spiaggia sotto l’ombrellone.
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da livornese e pisana
Basti questo: da parziale attrice quale sono, livornese di nascita e pisana per simpatia, ne ho lette diverse parti in pubblico e ci siamo divertiti infinitamente.
Tante piccole cose intelligenti sparse che si ricordano,scorrevole, il che non guasta in una notte insonne:e una nostalgia lunga per quelle terre che sanno di patria, e che ormai mi sono lontane.
Mi pareva di sentire il mi' babbo, vedere la mi' nonna che diceva le stesse cose.
E Massimo è un personaggio che merita d'esser ritrovato!
(per non parlare dei giovanottini..)
unico problema: si capisce da quasisubito che non può essere che il dottore, evvia!ma resta la voglia di leggere, perciò, se in una notte di ripensamento volete sentirvi più leggeri, prendetelo in mano e cominciate.
(leggo ,poco i Sellerio, ma magari ora ci riprovo...)
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Un giallo come si deve...
La briscola in 5 è un libro che, come io stesso ho fatto, deve essere affrontato senza aspettative, senza aspettandosi di leggere un giallo, un romanzo o una commedia. Lo stile è molto leggero e scorrevole, con descrizioni dei luoghi e dei personaggi fatte in giusta misura e personaggi fortemente caratterizzati dai nostri quotidiani stereotipi. Il racconto narra le "gesta" di un barista di Pineta che insieme ai suoi compagni di briscola del bar, si vedono improvvisamente circondati dalla notizia di un cadavere di una giovane ragazza, ritrovato poco distante. Massimo, il protagonista, cercherà di dare delle risposte al caso, raccogliendo prove e testimonianze degli anziani del paese, confrontandosi con Fusco, il maresciallo di Pineta. Le ambientazioni sono principalmente il bar, dove lavora Massimo, e non escono comunque mai dai dintorni della cittadina. Il libro personalmente mi ha fatto spesso sorridere con esilaranti battute e trovo che anche il linguaggio schietto e provocatorio sia spesso concordante con il tipo di racconto, spesso contornato con aneddoti molto curiosi.
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Bar..lume
Il barista del BarLume si improvvisa suo malgrado un provetto investigatore, dopo aver scoperto il cadavere di una giovane fanciulla in un bidone dell'immondizia.
Il bar di Massimo diverrà una sorta di "commissariato" ufficioso, scenario di passaggio per i vari personaggi che ruotano attorno al giallo. Si, perchè se Fusco, l'investigatore ufficiale, crede di avere in mano l'indagine si sbaglia di grosso; nel bar, infatti, le persone coinvolte saranno oggetto di chiacchiere, non solo da parte del barista ma anche dei 4 vecchietti accaniti giocatori di carte, fedeli clienti e sostenitori di Massimo. Sarà grazie a queste chiacchiere, ad un pizzico di fortuna e all'astuzia di Massimo che si scoprirà l'assassino della giovane ragazza.
L'idea è originale, scorre in modo lineare e chiaro. Trovo che ci sia però un'incertezza di fondo, provo a spiegarmi meglio....
Se l'intento di Malvadi doveva essere quello di mettere il giallo come sfondo, trovo che doveva dare più forza agli altri elementi della storia. Ad esempio, delineando meglio i quattro simpatici vecchietti, dilungandosi un pò di più sul bar come specchio della provincia livornese e magari anche sulle vicende di Massimo stesso. O viceversa se il giallo doveva essere il nocciolo della trama, allora forse bisognava spendere qualche passaggio in più.
Forse, la mia delusione è legata alle alte aspettative che mi ero messa in testa.
Malvadi non mollo proverò a leggere altri tuoi libri.
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La briscola in cinque
Un'immaginaria località balneare, Pineta, nel livornese fa da sfondo ad un delitto; una ragazza ammazzata e gettata in un cassonetto dell'immondizia. Il barista, Massimo, che scopre il corpo è il protagonista e, come in tanti gialli, si scopre investigatore di gran talento che inchioderà il colpevole. Ma il fulcro del romanzo, il luogo dove tutto converge, viene vagliato, commentato, analizzato e chiacchierato è il BarLume. Geniale trovata, spiritosissimo nome, simpaticissimo, per quanto è antipatico, il barista. Passerei in un bar del genere per almeno cinque, sei consumazioni al giorno. Corollario della storia, volutamente a rendere più leggeri i toni del giallo, quattro pensionati, fra cui il nonno del barista, che vistosi sottratti i luoghi classici deputati al trascorrere delle ore dei vecchietti, il bocciodromo, il parco-giochi della pineta, le panchine delle piazze, passano il tempo in un bel bar frequentato da turisti e bagnanti, giocando anche a carte, commentando ogni avvenimento e infarcendolo di sagaci battute toscane.
Marco Malvaldi ci regala un giallo di provincia lineare, senza risvolti storico-politici-del mistero-psicologici; una ragazza morta, qualche sospetto, un commissario che indaga senza averne capacità, un investigatore per caso ed un colpevole perché la vita vera, è sempre meno complicata dei romanzi che cercano di reinventarla e non è vero che un giallo relativamente semplice, più somigliante alla cronaca che viviamo sui giornali tutti i giorni, sia meno piacevole di un thriller pieno di colpi di scena che si succedono l'un l'altro fino allo sfinimento del lettore. La lettura è allietata dalle innumerevoli battute, scritte in livornese che alleggeriscono il clima del racconto (c'è pur sempre un assassino e una giovane morta ammazzata) e risulta molto piacevole.
Metto nella lista “da leggere” gli altri tre libri di Malvaldi.
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Noir che ti dona il buonumore
Piccolo gioiellino scritto con sapiente semplicità dal pisano Marco Malvaldi.
Questo breve noir ambientato in un bar di paese della provincia pisana ti prende anche per lo stile di scrittura che alterna momenti di humour toscano con un poliziesco alla Montalbano toscano.
Assai divertenti dei momenti e la parlantina del protagonista barista Massimo che gestisce la sua clientela di ultra ottantenni con la scioltezza di un navigato responsabile di un reparto di geriatria.
Difficile trovare un poliziesco che sappia alternare un omicidio a momenti di spiccata ilarità, specialmente nelle descrizioni delle maldestre azioni del commissario Fusco.
Non aspettatevi un Poirot o un Maigret e nemmeno un Montalbano ma per me questo noir toscano è una piccola perla e Malvaldi sa certamente farsi leggere con piacere!
Adesso vado a caccia di altri suoi scritti...
Maurus
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Sopravvalutato!
Il giallo c'è, ma è un po' sbiadito.
Il commissario Fusco non si fa certo onore, sempre pronto ad arrestare il primo sospettato, ma non sa distinguere una Renault Clio da una Micra. In compenso è l'unico ad avere, in quanto dirigente, la sedia con le rotelle, utilizzata in sua assenza dagli agenti per fare le gare di velocità nel corridoio.
Ne consegue che il vero commissariato diventa il bar Lume, con i quattro compagni di briscola, più bravi a diffondere pettegolezzi, che a giocare a carte, e l'improbabile proprietario, forse più bravo a fare indagini che a servire cocktail ai clienti (specialmente nell'ora del suo pediluvio quotidiano).
Un libro che gira si e no intorno a 10 personaggi, con ambientazioni che si possono sintetizzare in un bar, in un commissaariato e in un cassonetto della spazzatura.
In sintesi questo è il contenuto del libro, che mi sembra essere sopravvalutato da giudizi fin troppo ottimistici.
Unico vero punto di forza è lo stile di scrittura, divertente e a tratti esilaranti, soprattutto per quanto riguarda la descrizione dei poliziotti e le gaffe del commissario.
Un libro leggero che può essere letto in vacanza, sotto l'ombrellone, da cui non ci si deve aspettare nient'altro.
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Interessante
Il libro è scritto sicuramente con semplicità, intriso di espressioni dialettali pisane gradevoli, il tema trattato è quello del ritrovamento del cadavere di una giovane ragazza all'interno di un cassonetto dei rifiuti. Ecco cosa si potrebbe scrivere di questo libro, la recensione si sarebbe potuto concluderla così ma Syd questa volta ha davvero ritrovato il sorriso.
Alla fine della lettura di quest'opera mi sono chiesto quanto l'autore sia stato ispirato dalla regina del giallo, si, perchè gli ingredienti ci sono tutti, un omicidio per la cui ricostruzione e per giungere alla scoperta di chi sia il colpevole, l'autore Marco Malvaldi gioca con il lettore, lascia scivolare quest'ultimo in una lettura scorrevole mettendo sotto gli occhi, con una semplicità spiazzante, svariati indizi che sicuramente diventano difficili da decifrare per la fiducia che il lettore ha nello scrittore. La trama è condita con sprazzi di una comicità provinciale rappresentata dai frequentatori di un bar che diviene, nella storia, l'ombellico del mondo in cui si fondono la realtà semplice di provincia con la brutalità sconcertante di un tragico avvenimento.
Questo racconto è sicuramente consigliato, anche per chi, tra breve come me, si ritroverà sotto l'ombrellone in una località balneare come quella rappresentata nelle pagine qui recensite.
Consigliata la lettura di questo, permettetemelo, tragi-comico giallo di sublime piacevolezza.
Se dovessi paragonarlo ad una bevanda lo ricondurrei ad un latte e menta...
Buona lettura a tutti.
Syd
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Gustosissimo
Appassionatissimo di briscola in 5, gialli e vita di provincia, mi attendevo molto da questo libro.. e sono felice di aver trovato piena soddisfazione!
Nel gioco la componente psicologica è cruciale e così, come nella vita reale, anche nel libro è l'architrave da cui si profilano i caratteri dei personaggi, oltre che metafora nascosta della trama del giallo.
Il protagonista è il bar prima ancora della figura a tutto tondo del barista/detective improvvisato: come nel miglior Benni il bar è vivo di battute fulminanti e varia umanità, un'ideale agorà ad alta valenza sociale contrapposto a nuove forme di aggregazione più alienanti. Si può essere d'accordo o meno con questa visione ma il libro per me è coerente e gustosissimo, anche perchè il barista intellettuale mi ha sedotto alla stessa stregua di Adamsberg e Montalbano.
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Un caffè al Bar Lume
Il giallo all’italiana va di moda, specie se racchiuso in una tipicità regionale “simpatica” e macchiettistica, che sia romana o siciliana poco conta.
Ma tra tutti i nuovi autori italiani, spunta all’improvviso LUI.
Marco Malvaldi incanta con questo romanzo breve (o racconto lungo, a vostra scelta) , piccolo delizioso affresco dell’immaginaria città di Pineta, località balneare sonnolenta appoggiata sul litorale toscano, suppergiù verso Livorno.
Un piccolo giallo, ma con grandi personaggi. E che fa venire voglia di serialità.
Unico peccato (veniale): la brevità.
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La banda dei cinque
Ho scoperto Malvaldi al supermercato facendo la spesa. Ammetto che la scena non e' delle piu' idilliache ma grazie all'esposizione massiccia operata con studiata abilita' commerciale nel grande punto vendita ove mi servo abitualmente, sono stato efficacemente attratto dal lavoro di questo giovane scrittore toscano, pubblicato dall'editore del piu' noto scrittore e giallista italiano dell'ultimo decennio. Ho comprato i primi tre romanzi e - come spesso mi succede quando scopro un autore - ho iniziato la lettura osservando l'ordine cronologico.
Il piccolo romanzo, ambientato in una popolare localita' turistica dell'alta Toscana, e' molto divertente, scoppiettante almeno come il carattere fumino dei quattro arzilli vecchiacci che popolano il Bar-Lume, epicentro di una inchiesta su un omicidio di una giovane ragazza un po' troppo disponibile.
L'indagine finisce per coinvolgere gran parte della popolazione che frequenta il locale, anche perche' il gestore dello stesso - il burbero e irriverentemente sincero Massimo - diventa uno dei testimoni oculari del ritrovamento del cadavere.
Indagini semiserie, divertenti, ed efficacissima coreografia - solo apparentemente di contorno - capitanata dai quattro anziani che si riparano dalla canicola estiva fra le mura del bar, passando le ore a giocare a briscola e a osservare tutta la vita che scorre accanto. Un esordio apprezzabile e molto promettente.
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BarLume Atto Primo
Libro d'esordio di Malvaldi, divertente e leggero quanto basta, in alcuni momenti ti sembra di essere seduto ai tavolini del Bar Lume ad assistere alle gustose dicussioni tra i nonnetti.
Sicuramente poco approfondito nei temi e nelle motivazioni del delitto (ah ! ma perchè così tanti finali di libri gialli mi sembrano frettolosi e superficiali?)ma comunque una piacevole lettura, l'intercalare toscano nei dialoghi è divertente a prescindere dalle battute.
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Consigliato
Primo libri della serie che vede protagonisti i vecchietti del BarLume e il proprietario Massimo, "La briscola in cinque" è un giallo classico nell'impostazione (un omicidio pulito pulito, nessun dettaglio horror, niente adrenalina, scoperta cadavere-indagini-indizio rivelatorio-soluzione del caso) ma senz'altro originale nello stile e nella caratterizzazione dei personaggi, toscanacci dalle battute taglienti e la parlata irresistibile, che tra una partita a carte, un gelato "rubato" e un pettegolezzo, rimangono coinvolti nelle indagini sull'omicidio di una ragazza del posto... Il "barrista" Massimo è tanto intelligente quanto surreale nelle risposte e nel servire ai clienti solo quello che vuole lui e non quello che gli viene richiesto, i vecchietti potrebbero sedere ad un qualsiasi bar di provincia, il delitto sconvolge il classico tran tran del loro piccolo paesino come farebbe in ogni altro piccolo paesino della penisola... Divertente e "quotidiano".
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”La briscola in cinque”
Da Settembre è nelle librerie il romanzo ”La briscola in cinque”, opera prima del giovane autore pisano Marco Malvali (edito da Sellerio, pag.161, euro 10,00).
Una ragazzina viene ritrovata uccisa alle prime ore dell’alba in un cassonetto della spazzatura. Sullo sfondo della provincia toscana si avviano le indagini : si cercano indizi, si formulano ipotesi sino alla scoperta finale del colpevole, secondo il procedere consueto del romanzo giallo.
La narrazione si sviluppa con un ritmo regolare, spesso molto coinvolgente grazie anche al linguaggio utilizzato, a tratti vicino al parlato toscano con le particolari espressioni della lingua orale e la presenza di termini popolari, di esclamazioni tipiche.
Nella riuscita contaminazione fra italiano e dialetto, consiste l’originalità del testo, e la lingua dunque diviene per l’autore mezzo per comunicare, per delineare una realtà e disegnare i personaggi che sino alle ultime pagine “discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante” .
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