Io sono Dio Io sono Dio

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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    24 Agosto, 2019
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l’assassino può essere chiunque

Jean Loup è un famoso Dj che lavora a radio montecarlo e che conduce un programma radiofonico serale che ormai sta “sbancando il botteghino”, quando una sera riceve una insolita chiamata: “ciao chi sei?” dice Jean Loup.
L’interlocutore risponde “..io sono Uno e Nessuno..sono come te Jean Loup solo che di notte..Io Uccido”.
Il Dj crede di essere vittima di un tetro scherzo mentre la nuda e cruda realtà è che il serial Killer è già partito per la sua prima di molte opere assassine.
Ti affezioni alle prime due giovani vittime così spensierate, così innamorate, intente a vivere la loro breve storia d’amore nel principato di Monaco, la perla della Costa Azzurra dove il crimine non è una cosa tangibile ma è ridotto al minimo.
A prendersi cura del caso “Nessuno” scende in campo l’agente americano Frank Ottobre, la caccia è aperta e il killer lo sa benissimo:
“...niente è per sempre...si rabbuia e contrae le mascelle con la rabbia della ribellione.
Non è vero che il destino è ineluttabile non é vero che si può essere solo spettatori dell’avvicendarsi del tempo e degli avvenimenti lui può cambiare lui DEVE cambiare quell’ingiustizia eterna, lui può mettere riparo alle cose sbagliate che il fato distribuisce a piene mani in quel groviglio di serpi che è la vita senza curarsi se quello che succede spezza l’esistenza o la costringe per sempre nell’oscurità.
Oscurità significa buio, buio significa notte e la notte significa che la caccia deve continuare....scoprire che la preda si è trasformata in cacciatore, lui è Uno e Nessuno, lui é il Re.
Il re non ha domande, solo risposte”.
Le scene sono tutte descritte nei minimi dettagli. Lo stesso modus operandi per tutte le vittime:
Prima la chiamata alla redazione di radio montecarlo, con un piccolo indizio non lasciato al caso ed una canzone diversa per ogni omicidio. La peculiarità del nostro autore è che ha reso tutto il libro come una grande poesia, il libro è ricco già da subito di tocco poetico ed è questa poeticità che lo rende così voluminoso: (circa 700 pagine)
“.....è il ritorno, la presenza dell’altro, l’incombenza, la responsabilità. Era solo un attimo di pausa, svanito come una spruzzata di neve primaverile, non c’è spazio per i sogni non c’è mai stato, non ci sarà mai....”
Un killer spietato, deviato, con un preciso movente, capace però di ottime intuizioni, con un Q.I sopra la media, con una forte passione per la musica. E’ Capace di sfuggire sempre ai cani, gli agenti che gli danno la caccia.
Un thriller appassionante che ti lega a tutti i personaggi.
Un buon thriller che a mio parere non dá per scontato il finale anche se quest’ultimo è un po’ prolisso e il libro sarebbe potuto concludersi almeno cento pagine prima.

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Trinax Opinione inserita da Trinax    03 Agosto, 2018
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Una storia carica di tensione

È un sabato sera come tanti nella frenetica città di New York quando una terribile esplosione rompe la quotidianità causando decine di morti e facendo precipitare la città nel caos. Toccherà allora alla giovane detective Vivian Light, una donna che si nasconde dietro ad una ferrea maschera per non pensare alle proprie disgrazie, e al giornalista Russell Wade, un fotoreporter dal passato movimentato e in cerca di redenzione, scovare il feroce assassino. Un assassino che non rivendica le proprie azioni, che non segue nessuno schema logico, che affonda le radici del suo tormento nella tragica guerra del Vietnam, un uomo che si è autoproclamato Dio.
Con questo romanzo il poliedrico Giorgio Faletti dimostra ancora una volta il suo immane talento nel campo della letteratura; talento già dimostrato in precedenza dai titoli “Io uccido”, “Niente di vero tranne gli occhi” e “Fuori da un evidente destino”, regalando ai propri lettori una storia carica di tensione narrata con lo stile eccellente che lo contraddistingue. L’abilità dell’autore viene evidenziata ulteriormente dalla profondità emotiva donata ai numerosi personaggi, i quali si ritagliano ciascuno il proprio frammento di spazio all’interno della storia. Tra questi risaltano particolarmente i protagonisti del racconto: Vivien Light, una donna forte, energica e volitiva ma che porta dentro un’enorme tristezza (“C’erano momenti in cui il dolore, che si portava dentro rappreso come un grumo di sangue, di colpo si scioglieva e la invadeva tutta. Era pena per tutto quello che era stato, era rimpianto per tutto quello che poteva essere e che la sorte non aveva voluto che fosse.”) e Russell Wade, un giovane fotoreporter che ha vissuto tutta la vita nell’ombra di un defunto fratello, anch’egli giornalista, e del potente padre, il cui peso delle aspettative, fin troppo elevato, lo ha spinto verso una vita scapestrata nei bassifondi della società, interamente composta di istinti autodistruttivi, ma nonostante tutto in cerca di riscatto (“Quello che desidero davvero è smettere di essere un vigliacco”). Nei ringraziamenti l’autore esordisce con questa frase: “La fine di un romanzo è come la partenza di un amico: lascia sempre un poco di vuoto.”, senza alcuna esitazione è possibile applicare questa massima anche a “Io sono Dio”, una storia travolgente come un esplosione, ma anche complessa e con un finale altamente inaspettato.

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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    20 Novembre, 2014
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10 per l'idea, ma...

10 per l'idea, ma...
L'idea del reduce del vietnam, che torna orribilmente sfigurato, e carico d'odio verso tutto il sistema e' particolarmente azzeccata.
La lettura scorre veloce ed in pochissimo tempo si viene carpiti dalla trama affascinante e curiosa.
I due personaggi principali sono originali e ben delineati. la detective Vivien Light cazzuta e decisa ma estremamente affascinante e complessa. Il giornalista Russel Wade , maledetto, autodistruttivo, complesso, oscuro.... In cerca di se stesso, di uno scopo ma sopratutto della redenzione.
Il libro nel complesso scorre fin troppo veloce, ed e' proprio questo il suo limite, se da un lato non ci sono momenti di noia o pause, dall'altro si ha l'impressione di troppa "frettolosità".
Quindi il buon Faletti ha avuto una grande idea ma poca voglia di svilupparla.
Senza fare alcuno spoiler dico: il finale sopratutto lascia perplessi!
Il cerchio si chiude in troppe poche pagine, e l'autore ci lascia con troppo domande e troppo interrogativi.
Troppe curiosità non vengono colmate, e particolari che andavano esplorati meglio sono solo accennati.


lettura consigliata a tutti i fan di Faletti, a tutti i "malati" dei telefilm americani, ed anche a quelli a cui piacciono i gialli o i thriller alternativi.

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Relic
Io uccido
I fiumi di porpora.
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bale8486 Opinione inserita da bale8486    10 Settembre, 2014
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Io non esisto più. Sono un fantasma.

Avevo questo libro nello scaffale, ancora incellophanato, intatto.
Ho pensato che per omaggiare la scomparsa di un grande artista come Giorgio, non potevo far altro che leggere quel libro che avevo comprato anni prima e lasciato “solo” sopra lo scaffale.
Ciao Giorgio.

Sin dalle prime pagine si crea un senso di rabbia e di vendetta per un uomo ferito nell’anima e nella pelle. Siamo amici, complici e condividiamo gran parte dei suoi pensieri, dei suoi timori, della sua delusione verso il mondo e verso il suo paese, che non l’ha difeso.
“L’uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso” e il suo passato aggiungerei io.
Perché è così, non si può cancellare un passato tragico come la guerra del Vietnam, evento che segnerà per sempre Wendell.
Dopo un inizio toccante nel passato arriviamo ai giorni nostri e ad un delitto apparentemente innocuo. Un uomo murato vivo circa 15 anni prima.
Così iniziano le ricerche della detective Light, donna forte ma al contempo molto fragile, che ostenta la sua forza con ogni mezzo. In questa strana avventura (strana, forse un po’) conosceremo vari personaggi con le loro sfaccettature: Russel Wade, un uomo in cerca di se stesso; Padre McKean, fondatore di Joy e uomo dal cuore generoso; Alan Bellew, capitano della polizia che sa il fatto suo.
Tutte le vicende si snocciolano velocemente e con un buon ritmo, complici le disavventure dei nostri personaggi chiave e degli attentati. Peccato per quelle ultime pagine, 2-3 che siano, perché lasciano l’impressione che l’autore abbia voluto concludere l’opera con fin troppa fretta.
Il risultato è comunque buono, con un impostazione che non si differenzia molto da “Io Uccido”.

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Io Uccido
Appunti di un venditore di donne
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Opinione inserita da Gianluca    26 Luglio, 2014

Ancora l'inimitabile e indimenticabile Giorgio

Dopo aver letto (e riletto) "Io uccido", e dopo la scomparsa di Giorgio Faletti, ho deciso di leggere un altro dei suoi romanzi soprattutto per scoprire se la stessa persona avrebbe potuto catturarmi, emozionarmi e sorprendermi: un po' come quando, da grande appassionato di calcio, vedo un giocatore che non conosco giocare una grande partita, da campione, ma prima di chiamarlo "campione" mi riservo di osservarlo in un'altra partita. Bene, credo che Giorgio Faletti sia un Campione, con la C maiuscola.
Ho impiegato pochissime pagine a ritrovare il suo stile penetrante e unico che avevo imparato a conoscere in "Io uccido", ed è stato come ricominciare un capitolo interrotto. Sono tante le cose che mi hanno sorpreso in positivo, confermando le impressioni avute in precedenza: la capacità di descrivere la vicenda dando importanza alla storia di ogni personaggio, anche il meno significativo per la vicenda stessa, che mi fa pensare quanto lo scrittore sia stato nella vita un grande osservatore, qualità che apprezzo e che cerco di "imitare"; la personalità dell'assassino, che è soltanto una delle due facce di una moneta; e, non meno importante, il fatto che sia riuscito a fregarmi ancora, alla grande.
Bellissima conferma, insomma, peccato soltanto per il finale un po' troppo controverso e indecifrabile.

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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    30 Luglio, 2013
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Credersi Dio

Credersi Dio

Nella concezione monoteistica ebraico-cattolica – ammesso che si possa stabilire una gerarchia nella gravità dei peccati – da sempre il peccato di superbia, ritenersi Dio, è considerato il peggiore: nella cosmogonia dantesca costituisce l’insubordinazione di Lucifero che viene precipitato all’inferno, nella Genesi rappresenta il peccato originale e la causa della cacciata dell’uomo dall’Eden, nel decalogo delle tavole “Non avrai altro Dio all’infuori di me” è il primissimo dei comandamenti.
Anche pensando a questa tradizione, il titolo del romanzo di Faletti, se non blasfemo, è almeno da brivido. L’eresia pervade un romanzo ove il lettore ha la chiara percezione che qualcosa di tremendo stia accadendo in una New York devastata dalle esplosioni.
Mentre il killer recita la sua vaneggiante litania: “Io sono Dio”, proclama nel confessionale l’assassino stragista dinnanzi a uno sbalordito sacerdote.
Il “terribile reale” si concretizza negli attentati catastrofici che evocano sinistramente la tragedia delle torri gemelle.
Il “terribile reale” affonda le sue radici nella storia di un uomo sopravvissuto alla guerra del Vietnam (“L'argomento era sempre e ancora la guerra, che tutti volevano nascondere come sporcizia immobile sotto il tappeto e che strisciando da serpente riusciva sempre a sporgere la testa oltre i bordi”), ma orribilmente sfigurato dalle ustioni causate dal napalm (“Di solito la gente abbinava alla deturpazione fisica una propensione alla malvagità direttamente proporzionale. Senza riflettere che il male per nutrirsi deve essere seducente, accattivante. Deve attirare a sé il mondo che ha intorno con la promessa della bellezza e la premessa del sorriso. E lui ora si sentiva come l'ultima figurina mancante per completare l'album dei mostri”). Tornato in patria, il reduce si dedica all'edilizia e medita la sua vendetta contro il mondo, piazzando cariche esplosive negli edifici che costruisce e collegando le cariche per farle esplodere a suo piacimento. Quando il reduce muore, qualcuno si sostituisce a lui per proseguire l’insana vendetta.
Si occupano del caso l'investigatrice Vivien Light del 13º distretto di Manhattan e un reporter dal passato discutibile, Russel Wade.
Ancora una volta – e secondo me, in quest’opera, ai livelli della prima, “Io uccido” – Faletti combina la devastazione psicologica ("Io non esisto più. Sono un fantasma") a quella fisica, il peso del passato (“Il tempo è un naufragio e solo quello che vale davvero torna a galla... Il suo si era rivelato solo un beffardo appiglio a una zattera, un faticoso approdo alla realtà dopo essere colato a picco nella sua piccola privata utopia”) alla deriva del presente, il senso del pericolo incombente (“Accanto alla strada correvano i fili della luce e del telefono. Portavano energia e parole sopra la sua testa. C'erano case e persone come marionette nel loro teatrino che quei fili aiutavano a muoversi e illudersi di vivere”) all’esplosione dell’odio (“L'odio non è più un sentimento. Ormai sta diventando un virus. Quando arriva a infettare l'animo, la mente si perde. E le difese delle persone sono sempre più deboli”).
Questa volta, il tutto è arricchito da una sfida sacrilega, che combina sacro e profano in un senso religioso oltraggiato e bestemmiato (“Il perdono è per chi si pente. Il perdono è per chi cerca di riparare al male che ha fatto”), in una visione pessimistica nella quale il passato è penalizzante (“Andare a caccia di ricordi non è mai un bell'affare... Quelli belli non li puoi più catturare e quelli brutti non li puoi uccidere”), il presente belligerante (“L'uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso”), il futuro compromesso (“Le certezze non sono di questo mondo. E quelle poche sono quasi sempre negative”).
Il finale, che a molti non è piaciuto, io l’ho trovato istrionico, granguignolesco. Sarà il passato del Faletti cabarettista che torna in una pantomima questa volta letteraria?

Bruno Elpis

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NonnaOlga Opinione inserita da NonnaOlga    24 Mag, 2013
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UN PO' DELUDENTE

E' il terzo libro di Faletti che ho letto dopo Io Uccido e Niente di vero tranne gli occhi e sono rimasta abbastanza delusa.
Io amo Faletti ma questo libro mi da l'impressione di un assemblaggio di parti differenti, scritte in tempi e con emozioni diverse.
La psicologia del reduce della guerra del Vietnam, tornato con orribili ferite nel corpo e nella mente, sembra venire analizzata da più persone, con un'alternanza di superficialità e scontatezza e di professionale
precisione. Mi è invece piaciuto lo sfondo di una New York raccontata in modo molto personale.
Trovo un cambiamento positivo dalla scrittura più grezza di Io uccido (che mi è piaciuto moltissimo) già riscontrato anche in Niente di vero tranne gli occhi, ma la trama, anche se all'inizio sembrava avvincente, è diventata monotona e poi addirittura confusa fino al finale deludente

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Opinione inserita da Alessia    27 Novembre, 2012

E' UNO SCHERZO, VERO?

Finale assolutamente deludente. Chi ci avrebbe scommesso?
Non vi è alcun indizio dal quale possa scaturire un minimo di dubbio, niente. Il finale arriva come un macigno di 30 chili sullo stomaco. Così, senza preavviso e assolutamente non piacevole. Per di più non viene neanche approfondito successivamente, dove si trovano solo dei risvolti scontati.
Molte parti sono di una banalità assurda o di una assurdità banale (come se ci si potesse innamorare di una persona dopo averci lavorato insieme per qualche ora)!
Si vede il tentativo di aver scavato nell'iter psicologico dei personaggi, ma fondamentalmente rimane scarno.
Ripeto alcuni altri giudizi qui sotto: Faletti sarà bravino a scrivere stilisticamente, ma non ha idea di cosa sia un VERO romanzo (thriller tra l'altro).

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Altri libri di Faletti; gialli, thriller.
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Opinione inserita da Franky    29 Agosto, 2012

Avvincente ma... che finale!

Questi miei ultimi due giorni sono stati completamente dedicati alla lettura di questo libro che, nonostante annoi un po' in alcuni punti, ha colpito la mia attenzione attirando curiosità tale da non riuscire a lasciarlo finchè non è terminato... poco fa e sono delusa!
Perché un finale così? Ci si aspetta molto di più, tanti dettagli usciti fuori durante il racconto che si perdono in un finale sbrigativo. Signor Faletti mi deve un volume due, nel quale racconta della storia della madre prima e dopo il trasferimento e tutto sul figlio... era importante questo per il lettore!

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Key Seven Opinione inserita da Key Seven    20 Agosto, 2012
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Faletti è un grande scrittore?

a forza di dire quanto è bravo questo Faletti sono riusciti a far comprare il libro a una massa di gente che di solito legge poco o svogliatamente. Così mentre hanno tra le mani "Io uccido" tutti a dire "urka che gran giallo!".
Va detto per correttezza che il primo romanzo di Faletti era un gialletto appena accettabile spinto più dal nome dell'autore e dalla campagna pubblicitaria. Inoltre, forse per riempire un pò è troppo lungo pieno di divagazioni sui personaggi secondari che servono solo a riempire e a fare le canoniche 500 pagine e passa, come se un romanzo si valutasse dal peso!
Comunque vende bene il primo e ne fa un secondo a fotocpia che vende altrettanto quindi Faletti da lì in poi si prende il diritto di scrivere più o meno coi piedi tanto ormai sà che la gente compra tutto così escono 2 romanzi uno peggio dell'altro...
Il primo è quella melassa in chiave indio-americana che non sì sà dove vuole andare e non si capisce quando arriva... l'altro è questo.
Un melange di luoghi comuni e nulla di originale... Forse se siete fans dei libri "Segretissimo" riuscirete anche ad apprezzarlo... Io ho iniziato a sbadigliare a pagina 20 e non ho più smesso...
Per favore smettiamola di dire che Faletti è uno dei più grandi scrittori italiani, per rispetto a chi scrive davvero bene finiamola.

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gli altrin libri di Faletti, libri di Dan Brown
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Daenerys Opinione inserita da Daenerys    25 Aprile, 2012
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io sono Dio... beh insomma...

Non ho apprezzato alcuni giochi di parole (polizia/pulizia; il doppio significato della parola cellulare, editore, direttore, altre parole che finiscono in "ore" e non ultimo un vero signore) in quanto, pur essendo stato scritto da un italiano, si presuppone che i personaggi parlino americano e che quindi non possano fare giochi di parole come quelli citati. Peccato per il finale un po' sbrigativo.

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Opinione inserita da Roberto    04 Settembre, 2011

Ma come si fa ???

E' incredibile come un così bel libro possa essere stato letteralmente deturpato, a mò delle carni bruciate dal napalm del bombarolo, da un finale tanto banale, sciocco, improbabile, farsesco, sommario e ridicolo. Ma i fior fior di agenti, consiglieri e consigliori che cavolo ci stanno a fare? Possibile che nessuno abbia intimato allo scrittore di concludere in modo differente (e il finale "serio" era già li bello e pronto...) il romanzo, possible che nessuno si sia reso conto della scontatezza deprimente della dilettantesca chiusura che ricalca in peggio schemi triti, ritriti e ancora ritriti? Incredibile davvero!
Le singole voci di stile, contenuto e piacevolezza non possono che essere eccellenti, dato che Faletti scrive splendidamente bene, ma se il voto del libro comprendesse la sua totalità non si andrebbe al di là di un' insufficienza piena e totale, infatti non ne consiglio la lettura. Perchè mai appassionarsi e finanche entusiasmarsi nello scorrere delle pagine, quando poi l'amarezza per il disastro finale lascia solo rabbia e delusione?
E' il primo libro di Faletti che leggo e credo proprio che, se mai succederà, passerà molto molto tempo prima che mi venga voglia di riprovarci.

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Alex81 Opinione inserita da Alex81    10 Marzo, 2011
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Buono

Piacevole lettura che si protrae per tutto il romanzo. Non ci sono momenti di stallo o pagine riempitive.
La trama rimane la classica di un thriller. Buona l'idea di inserire tra i protagonisti il giovane fotografo molto ricco ed un po' depresso.
L'ambientazione, New York, e' poco originale, ma l'autore descrive con particolare minuziosita le sue strade, i palazzi, i parchi risultando alla fine anch'essa digeribile. Il finale denota frettolosita' ed e' sembrato piuttosto prevedibile al quel punto..
Leggendo si ha la forte impressione di quanto Faletti si piaccia nello scrivere. E' bravo e bisogna riconoscerlo.

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    16 Novembre, 2010
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voto: quasi buono

Dopo le mezze delusioni del secondo e terzo romanzo, devo ammettere che da questo mi aspettavo molto.
Perchè il primo, Io uccido, mi aveva incantata! e, secondo il mio giudizio, lo stile di scrittura di Faletti è ottimo.
Per cui,mi dicevo, se aveva dato prova di bravura allora, possibile che non possa ripetere il successo?

Nel suo complesso il romanzo mi è piaciuto abbastanza.
Se dovessi stilare una Faletti- parade, lo metterei ad un dignitoso secondo posto, a pari merito con il secondo "Niente di vero tranne gli occhi".

Lo stile, come sempre, impeccabile, secondo me.
Buona scelta dei vocaboli, frasi brevi ad effetto, buone trovate, belle descrizioni.
Nella prima metà, io ho capito poco; il flash back, il cambio di protagonisti nei vari capitoli, mi ha portata in confusione mentale..
Poi, la storia prende avvio veramente, e tutti i tasselli vanno al loro posto, tutto è chiaro...ogni tessera del mosaico aveva un suo preciso scopo.
C'è pure una bella storia d'amore, non troppo calcata, ma bella!
Concludendo: la storia mi è piaciuta..è stato faticoso arrivare al punto di decollo!
Consigliato: NI.( non era prevista questa risposta nelle due opzioni!)


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Etien Grimaldi Opinione inserita da Etien Grimaldi    16 Settembre, 2010
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troppe somiglianze

Un libro è scritto abbastanza bene, lo stile è pulito e i personaggi sono ben inquadrati, e non stereotipati, ma il libro ha dei contenuti decisamente commerciali. Ho trovato tante somiglianze coi romanzi precedenti, scritti da Faletti, soprattutto con 'Io uccido', e poi credo che la seconda meta del libro sia un po' meno chiara, per quanto riguarda gli avvenimenti e l'indagine, rispetto alla prima parte, libera e fluente, e razionale nel modo di ragionare dei personaggi. L'ho letto volentieri, nonostante Faletti non sia uno dei mie preferiti.

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FedeRN Opinione inserita da FedeRN    13 Luglio, 2010
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Io Sono Dio

L'autore ripercorre alcune tematiche già viste in Io uccido. Il viso deturpato del fratello di Verdier ricorda un pò il volto ustionato del Fantasma del Cantiere ed in qualche modo anche il quello perfettamente preservato della sorella di Vivian. Sempre volti e sempre rapporti tra fratelli inseriti in contesti familiari che tendono a penalizzare il più debole ed il più brutto...
Ottima la prima metà del libro. I tempi sono gradevoli e ben strutturati. I flashback sono perfettamente inseriti nel ritmo narrativo, nessun salto, nessuno strappo, perfetto. I personaggi sono ben descritti e mai delineati in modo troppo netto, come è giusto in un thriller d'autore. Purtroppo la seconda parte del libro è un pò caotica, non so quanto volutamente. Alla fine quasi si fatica a capire chi sia il colpevole... Lo stesso autore si servirà di uno psichiatra per spiegare al lettore come sono davvero andate le cose. Sarebbe stato meglio arrivarci un pò alla volta vivendo la storia.
Bella invece la parte conclusiva in cui ciascun protagonista da la propria soggettiva su cosa è stato e cosa sarà.

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Io uccido
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pinucciobello Opinione inserita da pinucciobello    15 Giugno, 2010
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Buono, ma poteva essere meglio

Tutti commenti positivi: piacevole, scorrevole, forse un po' troppo politically correct da sembrare forzato, comunque cattura il lettore nel suo gioco narrativo, ma ..... e il finale ?
Non ci siamo proprio !!!
E' come se l'autore si fosse stancato dei suoi personaggi ed abbia deciso di dargli un taglio netto. Finale arruffato, descritto in maniera sommaria e, tutto sommato, abbastanza improbabile. Davvero un peccato per noi lettori che, a quel punto, avremmo meritato di più.

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Opinione inserita da cesare giardini    21 Novembre, 2009

io sono dio - Giorgio Faletti

L'ultimo romanzo di Faletti (Io sono Dio), lo dirò sinceramente, non mi è piaciuto. La trama è complessa, i nomi dei personaggi vanno ricordati perchè riemergono a ondate successive, quando la memoria del lettore si affievolisce, lo stile è piuttosto sciatto, la scrittura banale e scolastica ( ho notato anche,ahimè,qualche errore sintattico e un apostrofo fuori luogo quando cita "un'Alzheimer" !!). Il finale ,poi,è del tutto gratuito; sembra improvvisato,al solo scopo di far colpo sui malcapitati lettori, senza un nesso logico con il resto del racconto.

Insomma, Faletti (che si rivela purtroppo un parvenu in campo letterario) ci aveva abituati meglio e mostra, forse illudendosi di essere un "vero" scrittore,un inesorabile declino dal pur piacevole primo romanzo in poi. Nulla a che fare con il grande Deaver o con il grandissimo Stieg Larsson e la sua strepitosa trilogia !

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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    18 Novembre, 2009
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intermittente

non vorrei ripetere cose già dette da altri, ma non posso evitarlo.. inizio molto dettagliato e finale poco approfondito: ritengo che la parte centrale sia la migliore del romanzo, quella per cui penso valga la pena di leggerlo.. niente a che vedere con "io uccido", tantomeno con "niente di vero tranne gli occhi" (sicuramente più belli e avvincenti a parer mio), lo ritengo invece più interessante rispetto a "fuori da un evidente destino".

lo stile di faletti è una garanzia: è scorrevole, il romanzo è piacevole da leggere.. peccato si abbia proprio l'impressione che il finale sia affrettato e personalmente credo non lasci abbastanza sbalordito il lettore: il colpo di scena c'è, ma non mi ha colpita più di tanto!!

aspetto il prossimo...

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Opinione inserita da Ross    09 Novembre, 2009

Peccato per il finale

sono assolutamente d'accordo con coloro che hanno scritto che il finale sembra quasi sia stato fatto per concludere in fretta il romanzo, dopo una serie di colpi di scena e d'intrecci che tengono incollato il lettore alla pagina.

Potevano, ed a mio avviso, dovevano essere date maggiori informazioni sul colpevole.

Gli ultimi capitoli avrebbero potuto sviscerare il nesso tra l'inizio..e la fine del romanzo!

In ogni caso il libro è piacevole, scorrevole e consigliabile agli amanti del genere.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    27 Settembre, 2009
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Perchè ?

Per 450 pagine è un bel thriller, non un capolavoro ma un ottimo lavoro.

Mi è persino piaciuta la parte introduttiva ...

Ma il finale ...no Faletti...col finale NON CI SIAMO , fermo restando che uno può scrivere il finale che vuole: ma in questo caso non c'è argomentazione , non ci viene spiegato nemmeno con poche righe come sia possibile (non entro nel dettaglio o rivelo troppo a chi non l'ha letto...)quel colpevole, sembra uno buttato li per caso a fare da colpevole appunto! Un romanzo non è solo adrenalina, trama complessa, è anche argomentazione, analisi e descrizione dei personaggi, un minimo di credibilità.

Mi è quasi sembrato che ad un certo punto all'autore sia passata la voglia di scrivere e volesse "chiudere" sorprendendo, si va bene ci ha sorpresi , ma anche se avesse scritto che l'assassino era un UFO ci avrebbe sorpresi però resta il quesito : PERCHE' ?

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Opinione inserita da Daniele    04 Settembre, 2009

finale inverosimile

I voti dhe darei ai primi tre libri di Faletti sono rispettivamente 10, 9, 8. Ad "io sono Dio" darei solo un semplice 6 pieno: e' un voto positivo perche' il romanzo si legge comunque bene ed e' scorrevole. Ma il finale e' molto inverosimile e la relativa spiegazione troppo sbrigativa. Al contrario dei primi tre libri, questo non mi ha trasmesso alcuna emozione.
Giusto una lettura da fare sotto l'ombrellone.
Ben lontano dai livelli di andrenalina che i suoi primi 2 romanzi mi avevano generato...

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Opinione inserita da vero    02 Settembre, 2009

io sono Dio

Estremamente lento all'inizio, troppe descrizioni e troppi paroloni per spiegare cose in realtà molto semplici ed enfatiche di per sè..risulta a tratti noioso..verso la fine in effetti si intravede un po' di trama. Purtroppo trtacollo sul finale: come già è stato detto, la spiegazione sull'identità dell'assassino e sul movente non sono assolutamente verosimili. Anzi la parte più importante di un qualsiasi giallo (il momento in cui si svela chi è l'assassino) è sbrigativa, imprecisa e sembra proprio "buttata lì" senza un minimo ragionamento logico a reggerla! Veramente un peccato. Assolutamente lontano dagli accattivanti "io uccido" e "niente di vero tranne gli occhi", anche se ovviamente lo stile e la prosa di Faletti sono sempre molto piacevoli.

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Tanu Opinione inserita da Tanu    16 Agosto, 2009
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Io sono Dio ???

Il verosimile deve essere la base di un buon giallo. Ebbene tutto è altamente inverosimile nel racconto di Faletti che nel finale non si spreca più di tanto nelle spiegazioni (forse perchè improbabili). Lasciano perplesso anche le traduzioni letterarie dallo slang americano che fanno pensare che il libro sia stato scritto in americano e maldestramente tradotto in Italiano.

Insomma, se Faletti strappava qualche sorriso come comico ed ha qualche discreta comparsata da attore, resta un pessimo scrittore esaltato da un disceto esordio (io uccido) e che continua a vivere di rendita su quell'esordio.

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federica84.f Opinione inserita da federica84.f    25 Giugno, 2009
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This is the end..my only friend..the end

Sulla scia dell'entusiasmo che avevo,da poco terminato "Io Uccido",mi sono buttata a capofitto in questo nuovo romanzo di Faletti appena uscito...Nonostante sia ben lontano dal genio che ha messo insieme una storia da brivido come quella del capolavoro uscito nel 2002,anche questo libro non manca di trascinare il lettore in un mondo di vite parallele e ingarbugliate tra di loro a tal punto,che per spiegarlo a qualcun'altro si fa prima a consigliare di leggerlo....Non si può fare a meno di farsi coinvolgere dai personaggi e dai loro vissuti e devo dire che la soluzione del thriller lascia davvero a bocca aperta,anche se lontanamente intuibile per un'appassionata di gialli come me.Comunque devo fare i miei complimenti a Faletti,che ancora una volta ha creato uno scenario che se si verificasse nella realtà sarebbe a dir poco peggiore della prima scena di Apocalipse Now...con la voce suadente di Jim Morrison che intona poche terrificanti parole....this is the end..my only friend..the end...

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Opinione inserita da orsotrentino    08 Giugno, 2009

pensavo meglio

Sono rimasto un po' deluso. Forse pretendevo troppo perche' secondo me "io uccido" e' un capolavoro del thriller a livelli di Agata Christie, con un finale geniale.

Anche "io sono Dio" ha un finale geniale: e' il primo giallo che riesco a scoprire il colpevole. Un consiglio se volete scoprire il colpevole: tenete conto che il colpevole e' pazzo...quindi.. io ci sono riuscito solo grazie a questa mia considerazione e qualche nozione di psicologia.

A parte il finale geniale il libro secondo me' divaga un po' troppo su diverse location e argomenti: "io uccido" ti coinvolgeva di piu'.

Forse la mia e' una considerazione non del tutto ponderata avendo appena finito il libro.

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io uccido
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fabiomic75 Opinione inserita da fabiomic75    31 Mag, 2009
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Io sono Dio di Faletti

Con questo romanzo ho ritrovato il sapore di rileggere il primo Faletti, quello dell'esordio, con la sua innata capacità di rendere le immagini, le descrizioni, le emozioni. Pochi hanno come lui la dote di comunicare con azzeccatissime metafore anche il più banale dei concetti. Secondo il mio modesto parere non siamo sugli stessi livelli di "Io uccido" per il semplice fatto che la trama risulta meno avvincente. In ogni caso la storia è ben strutturata e inchioda alla lettura. L'argomento ripercorre le paure dell'11 settembre partendo da lontano ed esattamente dagli anni '60 e '70, anni teatro della tragica guerra del Vietnam. E' proprio un reduce dal conflitto infatti il protagonista negativo del romanzo. Da leggere!

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Io uccido, Niente di vero tranne gli occhi, Il suggeritore
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ThomasPesaro Opinione inserita da ThomasPesaro    26 Mag, 2009
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Un minestrone

l'inizio è molto lento, un minestrone di intrecci di storie e persone.. molte volte ho pensato di mollare per tornare all'azione diretta e veloce di McNab. Ma poi visto quello che mi è costato, ho deciso di finirlo. Dopo 200 pagine noiose e poco utili, si incomincia a intravedere una trama e un pò di suspence. Ci si perde troppo in frasi poetiche e descrizioni con paroloni di scarsa utilità. Certo, il cattivo solo nel finale lo si scopre, almeno questo, però è stato poco esaudiente e realistico come finale. Perchè proprio LUI, come ha fatto a diventare quello che è? Chi lo leggerà capirà cosa sto dicendo. Reggete fino alle prime 200 pagine e dopo andrete + veloci.

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kabubi81 Opinione inserita da kabubi81    26 Mag, 2009
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io sono dio

Con questa caccia all' uomo piena di salti cronologici, paure del nuovo millennio e una piccola ma curata storia d'amore, Faletti è decisamente tornato ai fasti dell' esordio, regalando agli appassionati del genere un bel thriller coinvolgente, attuale eicco di intrecci che si dipanano a pochi passi dalla fine... se non è "Io uccido", poco ci manca!

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Primi 2 Faletti, i migliori Deaver, la new entry Carrisi...
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Opinione inserita da Simone Fato    22 Mag, 2009

Il miglior romanziere italiano

Quant'è bravo Giorgio Faletti! Fin dalla prima opera, "Io uccido", ho pensato che finalmente un autore è riuscito ad unire le cadenze del thriller americano ad una prosa europea. La sua capacità di proiettarci nelle vite e nelle sensazioni dei personaggi, di tutti i personaggi, è la conferma della possibilità di costruire un thriller "alto" pur senza rinunciare alle regole del genere (azione, intreccio, velocità, suspense). Non credo che al giorno d'oggi sia semplice sorprendere il lettore di gialli più esperto e smaliziato, che certamente intuirà un finale comunque ben innescato e ben costruito, ma la strada per arrivare a quel finale è un percorso ricco di emozioni, psicologia, storie che s'intrecciano e personaggi dallo spessore profondo e superbamente tratteggiato. Ci sono romanzi il cui finale riscatta ampiamente una lettura globale non sempre piacevole, ma in questo caso non c'è nulla da riscattare perché ci ritroviamo fin dalle prime pagine completamente dentro la storia e senza alcuna intenzione di uscirne. Il gioco delle coincidenze richiamato con ironia dall'autore è una chicca che ci ricorda quante siano le sfaccettature del personaggio Faletti. In definitiva sento di consigliare questo libro a tutti coloro che vogliono riprovare le emozioni di "Io uccido" condite da una maggiore maturità ed esperienza, e ringrazio il miglior romanziere italiano per averci regalato questo splendido libro.

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Io uccido, Carol O'Connell, Michael Connelly, Jeffrey Deaver, John Connolly.
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