Il tribunale delle anime Il tribunale delle anime

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vivian84 Opinione inserita da vivian84    19 Mag, 2020
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L'OSCURO VOLTO DI ROMA

Un serial killer in fin di vita, un misterioso ordine religioso e l’inquietante figura di un assassino “trasformista” che si muove nella penombra: vi ho appena illustrato gli ottimi ingredienti per il mix esplosivo di questo thriller che, già dalle prime righe, promette una buona dose di suspense a rischio cardiopalma nero su bianco.

Dopo la serie dedicata a Mila Vasquez ecco un nuovo ciclo firmato Donato Carrisi, nel quale si intrecciano le vite di due personaggi che mai avrebbero potuto incappare l'uno nell'altra se non a causa di complesse ed inusuali circostanze; l’autore introduce la figura di Sandra Vega, un'abile foto rilevatrice della polizia scientifica di Milano ed inconsolabile giovane vedova determinata a scoprire la verità sulla prematura dipartita del marito David, un fotoreporter freelance apparentemente morto suicida cinque mesi prima.

Subito dopo conosciamo Marcus, un uomo affetto da una profonda amnesia che gli impedisce di ricordare come avvenne l'incidente nel quale perse la vita il suo grande amico e mentore Devok e dove egli stesso fu gravemente ferito; la notte è tormentato da incubi spaventosi attraverso i quali rivive lo shock subito per poi destarsi bruscamente ed estrarne frammenti di ricordi come innumerevoli schegge di vetro dolorose e brucianti sotto la pelle. Anche Marcus è alla ricerca della sua verità e si affida a Clemente, il suo nuovo maestro spirituale che ha il compito di profferirgli la luce della speranza di un nuovo inizio e, nel contempo, lo istruisce con compiti precisi per guidarlo attraverso il buio profondo che si cela negli abissi dell'animo umano.

La storia resta perennemente in bilico sul sottile confine del sacro e del profano mentre una Roma piuttosto oscura e rea di segreti inconfessabili si staglia sullo sfondo storico-reale, tra flashback e continui riferimenti a luoghi e personaggi non riconducibili al filo conduttore del presente; immergersi nella scrittura di Carrisi è come avventurarsi in una macchia di fitta vegetazione dove è probabile smarrirsi, tuttavia la narrazione fluida consente al lettore di ritrovare facilmente quel filo conduttore che, fino all’ultimo colpo di scena, lo condurrà al capitolo finale.

Tralasciando alcune parentesi da romanzetto rosa poco pertinenti al contesto ed unica nota stonata, la trama è originale e ben strutturata e lo consiglio perché, oltre ad amare questo talentuoso scrittore italiano, è una libro che coniuga fantasia ed accurate ricerche.

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PaparattoC Opinione inserita da PaparattoC    25 Aprile, 2020
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Il male contro il male

Devo ammettere che il primo tentativo di approccio al libro non ha avuto molto successo, dopo una lettura quasi forzata delle prime pagine, non trovavo quell’interesse e quella piacevolezza necessaria che ti spinge a progredire, divorandone le pagine.
Inevitabilmente, dopo poco ho deciso di abbandonarne la lettura, inutile leggere qualcosa forzatamente, senza motivo alcuno.
Tuttavia, a distanza di tempo, decido di leggere questo romanzo- vale sempre la pena leggere un libro - e dopo i primi sforzi il racconto acquisisce sempre più scorrevolezza fino a giungere alla conclusione.
Apprezzo molto Carrisi avendo già letto altri scritti, tra cui il suggeritore, e certamente leggerò altri suoi romanzi, prediligendo questo genere; Occorre constatare comunque che, rispetto ad altre sue opere, ho trovato questo scritto eccessivamente sottotono, con un decorso lento e poco incalzante delle vicende descritte; una sorta di appiattimento che a tratti genera un senso di noia seguito dalla volontà di abbandonarne la lettura.
L’aspetto più ostico, come sostenuto dai più, è l’eccessiva presenza di protagonisti e di contesti temporali; con ciò non mi riferisco ai due protagonisti, Marcus e Sandra Vega, è senz’altro accettabile che i protagonisti siano più d’uno, ma in questo racconto i personaggi sembrano davvero eccessivi.
Si espongono diverse vicende, spesso macabre, che riguardano i molteplici personaggi sparpagliati in tutto il racconto, tutto questo senza percepire alcuna forma di collegamento, generando alla fine una gran confusione nel lettore, a cui contribuisce peraltro la presenza di flashback.
Vero è ovviamente che, avviandosi verso la conclusione, almeno alcune vicende si riordinano fornendoci un senso del tutto, ma non possiamo soffermarci solo sulla fine, bisogna considerare anche il “mentre” e proprio in quel “mentre” spesso si ha una sensazione di smarrimento.
Anche il finale non è poi così travolgente, di certo si chiariscono diversi aspetti, si mette un certo ordine a quell’ aggrovigliata matassa di eventi, ma non suscita quello stupore tipico di un thriller, dove tutto è diverso da ciò a cui si pensava.

Vi sono comunque anche aspetti positivi che emergono, ogni libro insegna qualcosa fornendoci materiale su cui riflettere, ciò indipendentemente dalla piacevolezza della storia.

Una componente interessante è quella legata alla Penitenzieria Apostolica e all’attività svolta dai penitenzieri alla ricerca del male, nonché alle ulteriori riflessioni che possono sorgere intorno a quest’ultimo:

Il bene e il male sono innati o dipendono dal nostro percorso?

In tal senso si aprono riflessioni utili all’individuo, dalla storia emerge, infatti, la possibilità che ciascuno di noi sia portatore di una componente maligna, pronta a fuoriuscire all’occorrenza:

“Si può instillare una rabbia omicida in qualsiasi animale, annullando il retaggio della sua specie. Perché l’uomo dovrebbe fare eccezione?”

Da questo punto di vista quanto descritto da Carrisi è molto avvincente, soprattutto riguardo all’esperimento volto a tirar fuori il male in colui che poi si rivelerà uno dei personaggi principali.
Si vuole quasi precisare come in ognuno di noi regni il male, si tratta solo di stabilire se farlo venir fuori o lasciarlo represso e sopraffatto dal bene.
Ancora, è possibile che un mezzo di contrasto del male sia il male stesso?
In questo senso mi sono posto l’interrogativo traslando quella domanda in un contesto reale, il male può essere lo strumento più efficace contro lo stesso male e il ricorso a questo può essere giustificato quando si è subito un torto dalla vita?
La risposta penso sia semplice, lo stesso Carrisi scrive, attraverso le parole di Smith, che il male genera solo altro male, la migliore soluzione allora dovrebbe essere quella di rispondere sempre con il bene.

In conclusione, è tutto sommato un bel libro, anche se eccessivamente caotico per la presenza dei troppi personaggi e con un inizio non molto incalzante, occorre andare parecchio avanti per iniziare a percepire quell’interesse, utile a spingersi sino in fondo.

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Tomoko Opinione inserita da Tomoko    12 Febbraio, 2019
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Thriller italiano

Donato Carrisi
Il tribunale delle Anime
Primo libro della trilogia che parla della Penitenzieria Apostolica.
Devo purtroppo dissentire da molti lettori, i quali lodano il libro.
Sebbene l’originalità di questo romanzo deriva appunto dal protagonista penitenziere,
L’autore aggiunge difficoltà narrativa e di conseguenza pesantezza alla narrazione:
Due storie parallele con due protagonisti, Marcus e Sandra la profiler professionista che non sa darsi pace per la morte del marito, il quale, invece di lasciarle un messaggio d’addio, lascia 5 scatti di Polaroid rivelanti indizi.
Inoltre, Sparizioni di donne,
Sparizioni di bambini,
Svariati Serial Killer,
Un trasformista, il susseguirsi di omicidi senza risoluzione, descritti uno dopo l’altro, invece che incentivare il lettore a proseguire (anche perché delitti realmente accaduti, come per esempio il famoso omicidio della donna trovata morta assieme all’amante che all’epoca fece scalpore per la peculiarità della scena del crimine: il figlio della donna era presente e rimasto per ben due giorni assieme ai cadaveri) lo confonde.
Non è a confondere solo L’interminabile lista di delitti ma anche troppi salti temporali. La collocazione oraria dei fatti c’è. Sì, quella c’era sempre. Donato è sempre preciso con gli orari. Il libro comincia infatti alle 07,45 del mattino.
Il contenuto a parere mio andava sfoltito per dare più spazio alle striminzite 20 pagine del FINALE per niente scontato spiegandolo meglio perché l’unica ripeto l’unica cosa meritevole del libro.
Per esempio, che fine ha fatto Shalber?
Il lettore rimane con svariati punti di domanda.
Pessimo anche pubblicizzare all’interno dello stesso, un’altro libro, sempre del medesimo autore.
Se consiglio questo libro? Ni.
Dipende dai punti di vista, preferisco i libri scorrevoli.



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carlito86 Opinione inserita da carlito86    18 Agosto, 2015
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OMBRE A ROMA

Sono le 7.37 del mattino. Un cadavere si sveglia da un sonno profondo. Non sa chi è. Da dove viene? Cosa ci fa li? In una Roma grigia e piovosa Monica, infermiera internista di turno quella sera al pronto soccorso, e Tony, infermiere esperto, si recano in una villa isolata fuori città in seguito ad una chiamata. Provano a bussare, nessuna risposta. Entrano, quello che trovano è un corpo ormai quasi in fin di vita, agonizzante. Monica riconosce in quella villa il pattino a rotelle che apparteneva a sua sorella Teresa, morta sgozzata, caso rimasto ancora irrisolto. L’istinto di vendetta è forte, nessuno avrebbe potuto accusarla di omicidio, l’uomo che uccise sua sorella ormai è in fin di vita e ha una scritta incisa sul petto: “uccidimi”.
Marcus è un misterioso personaggio con un talento spiccato nell’investigazione e nella ricerca. È afflitto da continui dubbi sul suo passato e sulla sua vita. Lui e Clemente, il suo fido accompagnatore, vengono a conoscenza della scomparsa di Lara, una studentessa di Roma. Quando Marcus si reca nel suo appartamento qualcosa non torna; tutto fa pensare ad un allontanamento spontaneo, ma una serie di ANOMALIE spingono Marcus ad andare a fondo alla questione. Lara è stata narcotizzata attraverso lo zucchero, nei sotterranei Marcus scopre la catenina di Lara. La studentessa è stata rapita, esce un nome: Jeremiah Smith, serial killer che rapisce le donne e le sgozza dopo un mese di rapimento. Nessun maltrattamento, nessuno stupro, solo l’ossessione del male.
Sandra Vega lavora alla scientifica come foto rilevatrice. Dal generale al particolare immortala le scene del crimine, fissa i dettagli e li cataloga con rigore scientifico in modo da documentare ogni cosa, ogni aspetto che possa raccontare qualcosa in più, qualche dettaglio che possa portare ad una pista. Dopo la morte di David, suo marito, qualcosa la tormenta, non riesce a spiegarsi il motivo della sua morte, non si da pace. Il tormento arriva al culmine quando Shalber, agente dell’interpol, la contatta per restituirle il bagaglio del marito, dentro il quale Sandra recupera gli ultimi effetti personali lasciati da David prima di morire: 5 foto misteriose e apparentemente inspiegabili, da qui partono le indagini di Sandra volte a far luce sulla morte del marito. Indagini che portano Sandra ad un vecchio cantiere dove un nastro registrato prova che David è stato ucciso in seguito ad una colluttazione, non è stata una fatalità.
L’opera procede incalzante e misteriosa, alternando le vicende di Marcus e Sandra, entrambi personaggi accomunati dalla ricerca, dall’investigazione e dalla volontà di far chiarezza in vicende misteriose e ombrose. Dove si trova Lara? Chi ha ucciso David? Ma soprattutto su cosa stava indagando David di così importante e segreto tanto da farlo uccidere?
Le due vicende, ad un certo punto del romanzo, si incontrano svelando scenari inaspettati, dove la Chiesa assume un ruolo centrale. Tutti i peccati mortali vengono archiviati in una divisione segreta della chiesa cattolica: la Penitenzieria Apostolica, solo pochi ne hanno accesso, quei pochi non si conoscono nemmeno, e solo uno conosce l’identità di quei pochi detentori della conoscenza del male. Proprio quando David viene a conoscenza di questo mondo al confine tra il Bene e il Male, tra la luce e il buio, qualcuno lo mette a tacere.
Il romanzo ha delle ambientazioni precise: le chiese di Roma, una Roma continuamente cupa, grigia, gli scenari desolati di Prjpiat, città cancellata dal disastro di Chernobyl, ormai invasa dalla natura e dai lupi e Praga. Ambientazione che bene si sposa con il tema dell’opera.
Salti spaziali e temporali, il romanzo è caratterizzato da continui flash back, romanzo che dopo il Suggeritore e L’ipotesi del Male, non mi lascia affatto deluso, anzi, una conferma della grande abilità dell’autore. L’unico aspetto critico è la complessità della vicenda che necessita di una lettura concentrata e continuativa, insomma, non è un libro da leggere ogni tanto nei buchi di tempo.

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    25 Luglio, 2015
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Il male è gratis

Due anni dopo l’incredibile successo riscosso dall’opera prima “Il Suggeritore”, nel 2011 Donato Carrisi ha inaugurato un’altra serie con “Il tribunale delle anime”. Nuovi protagonisti, differente ambientazione, stesso nemico. La malvagità umana, in tutte le sue sfaccettature.

In una Roma grigia ed inondata da frequenti piogge, una ragazza poco più che ventenne di nome Lara è scomparsa, forse a causa di un rapimento.
Due personaggi, per motivazioni diverse, si interessano al caso.
Il primo è Marcus. È un penitenziere, un “cacciatore del buio” abituato a riconoscere il male e a prevederlo in virtù della sua capacità di immedesimarsi nella psiche criminale. L’altra è Sandra, agente della polizia esperta di foto-rilevazioni nelle scene del crimine.

Stavolta il nativo di Martina Franca cambia registro ed ambienta la storia in una precisa e definita località.
La serie che ha per protagonista Mila Vasquez, nei due romanzi “Il Suggeritore” e “L’ipotesi del male”, è infatti caratterizzata dall’assoluta assenza di riferimenti geografici, come a ricordare sinistramente quanto il male sia diffuso ovunque intorno a noi.
Stavolta la storia, suddivisa in numerosi flashback, è ambientata principalmente a Roma. La Città Eterna contribuisce a conferire al romanzo un certo fascino solenne, nonostante il cielo perennemente coperto.

L’eterna lotta tra bene e male, entità separate da un confine labile in cui si muovono personaggi tormentati ed irrisolti, è un vero e proprio marchio di fabbrica dell’autore italiano. A questa dicotomia Carrisi affianca la presenza della “Paenitentiaria Apostolica “, il più antico dicastero e primo dei Tribunali della Curia Romana, addetto a giudicare i peccati dell’umanità.
Secondo la leggenda, alcuni crimini attiravano l’attenzione della Chiesa cattolica per la presenza di un’anomalia di carattere simbolico o per la particolare violenza del reato. Una speciale categoria di sacerdoti si occupava quindi di analizzare e classificare questo tipo di omicidi, talvolta aiutando indirettamente le Forze dell’Ordine. Erano i cosiddetti penitenzieri, come Marcus.

È un astuto tocco gotico e tenebroso che garantisce maggiore mistero al romanzo, un buon thriller nonostante qualche leggera forzatura e una trama non esente da eccessive complicazioni.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    26 Mag, 2015
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Il male è in ognuno di noi

Questo libro mi è stato regalato da una cara amica che evidentemente conosce molto bene i miei gusti; è stato il mio primo incontro con Carrisi e posso dirmi favorevolmente colpita!
La vicenda si svolge su vari livelli temporali, intrecciati perfettamente, il che rende la storia meravigliosamente aggrovigliata, ma non complessa da seguire; anche il luogo non è lo stesso, ma possiamo individuare una città principale in cui la vicenda, ai giorni nostri e sotto ai nostri occhi, si sta svolgendo, ovvero Roma.
Lo stile di Carrisi è molto interessante: ho trovato la sua scrittura introspettiva, agghiacciante per quanto reale e allo stesso tempo dettagliata e semplice, complicata ma scorrevole. Il romanzo si divora, la pelle d'oca è stata la mia costante compagna durante la lettura e restare col fiato sospeso è d'obbligo.
L'argomento affrontato è sostanzialmente una eterna lotta fra il bene e il male e la conclusione del romanzo, senza spoilerare, è che di fatto il male risiede dentro ognuno di noi; il modo in cui il lettore arriva a comprendere questa semplice verità è quasi sconvolgente e, per quanto mi riguarda, sono rimasta anche un po' sconvolta.
Un argomento che ho trovato estremamente interessante è quello della Paenitentiaria Apostolica: il nostro principale protagonista, infatti, fa parte di questo organo della Chiesa istituito in tempi antichissimi per scovare il male. «C'è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. É lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine»: ecco la spiegazione che Carrisi stesso ci da di Marcus, il Penitenziere.
Una figura complessa, quella di Marcus, che vi porterà insieme a lui ad indagare nella profondità del male e in quella dei suoi ricordi. Vi ci affezionerete irrimediabilmente; e resterete vagamente scottati dalla sua figura.
Quando chiuderete il romanzo, sarete assaliti da molti interrogativi, ma primo fra tutti ne spiccherà uno: dove risiede realmente il male?
Come già detto in precedenza, ma è importantissimo ribadirlo, ho amato moltissimo questo mio "primo Carrisi" e il suo modo meraviglioso di sbatterci in faccia che in ognuno di noi risiede il male. E la scelta di perpetrarlo o no.

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diogneto Opinione inserita da diogneto    12 Agosto, 2014
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tribunale delle anime

Un lungo fiume in piena che, nella della sua piena, travolge gli affluenti e tutto ciò che trova sul suo percorso per sfociare, con forza e determinazione, nel mare.

Questo è, in sintesi estrema quello che penso di questo libro... o meglio: quello che, anche durante la lettura, mi ha dato.

Il fiume in piena sarebbe la ricerca spirituale-psicologica-antropologica del senso del bene e del male! Nasciamo cattivi? Ci fanno diventare cattivi? Esiste la bontà? il bene cos'è? In questo contesto si incastonano la storia di Sandra, di Marcus, dei penitenzieri e della loro continua ricerca tra le nebbie del male.

L'unica pecca che trovo è la confusione che fa una persona che, leggendo nei ritagli di tempo, si ritrova con una trama così densa di personaggi secondari e scene del crimine che ora, a mente serena, forse potevano essere tralasciate a favore di una scrittura più introspettiva sullo stile della "Donna dal fiore di carta".

Nel complesso bel libro, avvolgente e coinvolgente.

PS: non possiamo però sempre e solo attaccarci alla Chiesa Cattolica come grande distributrice di misteri legati, quasi sempre, a crimini nel bene e nel male... alla fine la gente ci crede ;-D

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F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    25 Mag, 2014
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IL MALE E' CONTAGIOSO

Dopo avere concluso il libro, averlo chiuso e tolto il segnalibro, mi sono posto una domanda particolare:" Ho visto un film o ho letto un thriller?". Donato Carrisi ha l'abilità di portare il lettore dentro la storia, costruendo un'ambientazione cupa di Roma che sembra essere attorno a noi, e definendo complesse trame psicologiche dei personaggi protagonisti, il tutto gestito in maniera serrata e incalzante.
Basta leggere le prime pagine per rimanere ammaliati dalla storia, raccontata usando più punti di vista: Sandra e Marcus infatti svolgeranno delle indagini in parallelo su persone diverse, dando l'impressione che inizialmente le due indagini non avranno molto in comune, ma che si incontreranno nell'empio progetto del colpevole del libro. Ogni capitolo costituisce un pezzo dell'incredibile puzzle che Carrisi ha progettato, donando al libro un forte tono avvincente e appassionante. Spiccano e si distinguono i personaggi protagonisti e non, dai quali si rimane fortemente colpiti, nella loro follia o nella loro toccante morale.
Leggere il tribunale delle anime fa immergere in un oceano oscuro nel quale ci si vuole addentrare sempre di più, facendosi trasportare dal fluido maligno di cui è composto.
Un'opera davvero ben elaborata che sfiora la perfezione (anzi forse la raggiunge). Tentatissimo di dare il massimo dei voti al libro.

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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    23 Mag, 2014
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L'amore ti porta alla verità.

"Il tribunale delle anime" è stato uno dei libri migliori che abbia mai letto.Recensirlo è un pò difficile per me essendo stato davvero davvero molto entusiasmante. Questo libro brevemente parla di varie storie,precisamente 3,che apparentemente sembrano viaggiare ognuna in un binario diverso,ma che alla fine hanno delle cose in comune e si ritrovano insieme.Ci sono vari personaggi,primari e secondari ugualmente importanti.Marcus,Devok e Clemente che vivono in parallelo a Sandra che cerca di trovare la verità sulla morte del marito.Strane coincidenze si intrecciano in questo thriller. Un libro che vi terrà col fiato sospeso,che vi farà un pò temere che qualcuno sia con voi e vi segue in silenzio.UN THRILLER CON I FIOCCHI.
[Contiene Spoiler]
Dove avervi illustrato brevemente la storia vi dico un pò cosa ne penso...
All'inizio non capivo bene,soprattutto perchè ci sono sbalzi temporali con solo scritto "IERI" "OGGI" "4 GIORNI FA" e non capivo a cosa si riferivano e come queste storie potessero essere collegate.Poi ho capito,perchè nei thriller tutto ha un senso,le parole sono messe nel posto giusto e veramente ti fa scoprire cose VERE di cui pochi sono a conoscenza.Io personalmente non sapevo l'esistenza passata della PAENITENTIARIA APOSTOLICA non pensavo che comunque la chiesa potesse istituire un tale organizzazione per assolvere determinati peccati. Se esiste veramente tutt'ora un archivio del male,dove ci sono confessioni di seria killer o di persone di stampo mafioso,bhe io vorrei saperlo da cittadina italiana libera,ma andiamo oltre.Sandra è alla ricerca della verità su suo marito,chi lo ha ucciso?E' stato un terribile incidente o qualcuno l'ha ucciso di proposito? Tanti interrogativi che affliggeranno anche voi.Ma nonostante tutto il materiale che riuscirete e carpire dal romanzo VI ASSICURO IL FINALE NON E' COME VI ASPETTATE!
Inoltre a queste due storie (Marcus e Sandra) si intreccia una terza di un presunto "professore" che cerca la verità su un caso scientifico molto interessanti i cosìdetti "TRASFORMISTI" che vi assicuro non hanno niente a che fare con la politica!!Davvero un caso strano e vi assicuro che il finale non è così scontato come si può pensare!!!

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    13 Marzo, 2014
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Paenitentiaria apostolica

Il male generato genera altro male.
Costretto a subire il male, costretto a sopravvivere al veleno dei germi della violenza inferta, cosa sceglieresti di fare se ti indicassero la soluzione del tuo caso irrisolto? Se ti offrissero il colpevole e tu potessi disporne, quale strada imboccheresti ?
Perdono o vendetta. 
Il corpo, lo spirito, la mente. In quale di questi dicasteri umani si colloca il male ?

Roma. Roma di pioggia, Roma di sotterranei, Roma di cattedrali e catacombe, Roma di meraviglie eterne dove sacro e profano si intersecano in una croce di congiunzione chiamata arte. Atei e credenti in riverenza di fronte ad una citta' così ricca che improbabile e' conoscerne ogni angolo, svelarne ogni segreto.

Vaticano e Chiesa Cattolica, il Ministero ed il Magistero di una collocazione che non puo' che intrigare con la forza del suo potere, con il buio del suo passato, con l'attrattiva di cio' che non ci e' concesso sapere.
Poi una scintilla, l'autore la coglie e se ne impossessa. Si chiama penitenzieria apostolica, un'antica istituzione realmente esistita, il primo tribunale della Curia Romana. Il Tribunale delle Anime.

Trama corposa si snoda su due focolai principali, tanto che potrebbero essere due romanzi siamesi , invece che uno solo. Il banchetto di Carrisi non pecca di avarizia, la tavola e' lussureggiante.
 Nonostante gli elementi abbondino essi sono annodati in maniera fluente ed avvincente, per un romanzo che mi ha coinvolta a perdifiato fino alla fine. Io ammiro il talento di chi riesce ad immaginare una storia del genere e a pianificarla con cura.
E se deve essere fiction, che fiction sia.
Buona lettura.

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Carlo Bisecco Opinione inserita da Carlo Bisecco    06 Dicembre, 2013
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Il tribunale delle anime

Carrisi con questo suo thriller "Il tribunale delle anime" ci porta in un viaggio a Roma tra intrighi, misteri e indagini in cui è coinvolta anche la Penitenzieria, un particolare gruppo di sacerdoti che svoglono compiti piuttosto lontani dal normale svolger Messa.
Un romanzo che cattura l'attenzione e tiene il lettore sulle spine fino all'ultimo.
Il linguaggio è fluido, preciso, accattivante.
Il contenuto molto coinvolgente e con particolare accuratezza dei dettagli, secondo me importantissimi in questo genere letterario.
Lettura molto piacevole e coinvolgente.
Mentre lo leggevo n vedevo l'ora di sapere come si risolvessero le vicende, ma giunto alle ultime pagine ho iniziato a provare una certa nostalgia verso le vicende.
I personaggi e le loro avventure mi sono rimasti molto impressi nella mente, a tal punto da aver bisogno di una pausa prima di iniziare un'altra lettura.

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La donna dei fiori di carta
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noemi.musica Opinione inserita da noemi.musica    08 Ottobre, 2013
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Bello ma non all'altezza degli altri suoi libri

Premetto che ho letto precedentemente sia "Il suggeritore" che "L'ipotesi del male" dello stesso autore. Nonostante sia scritto con la solita precisione dell'autore e con la sua solita bravura, Carrisi non riesce ad "utilizzare" e "sviluppare" i lati positivi e intriganti del libri, rendendo il tutto un po' confuso.
I personaggi principali sono 2, e già questo mette un po' di confusione sulla faccenda. Per di più, nella scrittura Carrisi tende a mettere molta "carne al fuoco" e lascia varie questioni irrisolte, purtroppo però confondendo il lettore senza accattivarlo come negli altri 2 suoi libri. La lettura, nonostante i colpi di scena non manchino, è resa quindi meno scorrevole e più confusa.
Anche se il libro è per di più ambientato a Roma, lo scrittore ti rimanda in più punti al di fuori della città e dell'Italia in generale, quindi non sfrutta appieno l'ambientazione del romanzo.
A parte questo, non posso che consigliare il romanzo, come al solito con un finale inaspettato.

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Rory91 Opinione inserita da Rory91    31 Agosto, 2013
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La linea sottile

Ho avuto modo di conoscere Donato Carrisi come opinionista della trasmissione Matrix, di lui mi ha colpito la pacatezza con la quale esprimeva il suo punto di vista su fatti sconcertanti e drammatici di cronaca nera, motivo per cui mi sono incuriosita e ho deciso di scoprire in che modo si cimentava con la scrittura.
Il tribunale delle anime è il suo primo thriller che ho letto, i temi e lo stile sono ben lungi dal poter essere considerati originali nonostante questo il libro procede a ritmo spedito con un susseguirsi di colpi di scena e suspance, i personaggi sono descritti in modo molto accurato, oserei dire in modo "tridimensionale", questo permette ai lettori di far cogliere ogni loro dimensione, soprattutto quella psicologica e prettamente interna.
Il finale a mio avviso è eccessivamente frettoloso, sembra che abbia lasciato irrisolte alcune questioni.
Il tema trattato è davvero interessante perchè non si ferma alla descrizione della lotta tra il bene e il male, ma vengono narrate le conseguenza di quando il bene trasmuta in male, quando la luce incontra l'ombra,i personaggi infatti si collocano in quella ambigua terra di mezzo dove la luce è offuscata da una scura coltre e lottano per ritornare a percepire i raggi.
Inoltre è bello sapere che anche in Italia ci sono autori in grado di ambientare i loro romanzi nelle nostre magnifiche città facendo emergere anche luoghi poco conosciuti, ma egualmente caratteristici e ricchi di storia.
Consigliato!

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McLennon Opinione inserita da McLennon    27 Agosto, 2013
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Uccidimi....

Primo romanzo di Carrisi che mi accingo a leggere e giudizio senza dubbio positivo: l'autore ha tessuto una trama a mio parere originale e ingegnosa, molto accattivante e coinvolgente.
Esiste una società segreta ecclesiastica che, basandosi sulle confessioni dei penitenti, sceglie nei casi più cruenti di omicidio di opporsi al siglillo sacramentale e, tramite suoi agenti in incognito, di indagare in merito.
La storia è scandita dall'alternanza narrativa delle vicende dei protagonisti che alla fine intraprendono un filo logico che li accomuna e fa intersecare le loro vite.
Lo stile dell'autore mi ha ricordato molto gli scrittori statunitensi avendo un tratto fortemente cinematografico, dal ritmo serrato, incalzante e fortemente coinvolgente...uno stile molto alla Connelly o alla Deaver e a volte un mix tra i due - cosa quindi da me apprezzatissima.

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lakylucy Opinione inserita da lakylucy    10 Agosto, 2013
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Un altro libro ambientato nella splendida Roma

Carrisi l'ho appena scoperto e questo è il suo primo libro che leggo, ovviamente anche su consiglio dagli utenti di questo sito.
Beh, tante storie che s'intrecciano, personaggi che s'incontrano e si scontrano. Niente male come libro, ma non direi che è un Dan Brown all'italiana.
Il personaggio che ho apprezzato maggiormente è Sandra della scientifica. Una persona che, al di là della sua professione, ha debolezze, paure, incertezze e rimorsi di coscienza. Forte e fragile allo stesso tempo.
Un po' come tutte le donne :-)

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marlon Opinione inserita da marlon    16 Luglio, 2013
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IL CONTAGIO, LA VENDETTA, LA SCELTA.

Milano
Sandra è una poliziotta della scientifica. Una trentenne rimasta vedova a causa di un tragico incidente. Il marito, reporter indipendente, cade da un palazzo in costruzione, a Roma, in modo misterioso. Dopo mesi di dolore Sandra scopre che in realtà si è trattato di omicidio. Non solo. Tra gli effetti personali del marito trova alcune foto che daranno il via alle indagini nella capitale …
Roma
Clemente e Marcus sono” cacciatori del buio” ( per ora chiamiamoli così … ). Il primo è la guida. Il secondo è l’incaricato ad indagare sui casi più complicati. Più anomali. Il loro compito è intervenire dove si annida il MALE e dargli la caccia. Sono alla ricerca di Lara, una studentessa scomparsa da giorni. Ma chi sono in realtà Marcus e Clemente ? Perché operano in segretezza ? Chi è il “Trasformista”?
Due percorsi paralleli che inevitabilmente si congiungeranno. Il nemico rimane dietro le quinte a tirare i fili e condurre i protagonisti nelle tenebre.
Il secondo lavoro di Carrisi è sicuramente ben riuscito. Un cucchiaio di Dan Brown, un pizzico di D. Argento, un po’ de “Il Suggeritore”(Carrisi) e il piatto è pronto (mi associo ad altre recensioni). Come nel suo primo romanzo l’autore mette tanta carne al fuoco. E anche stavolta riesce ad imbastire una trama avvincente. Costruita in modo tale da reggere tante informazioni e tanti intrecci che potrebbero far perdere la bussola ai naviganti. I personaggi sono intriganti e ben descritti. Mi complimento soprattutto per la descrizione dello stato d’animo di una vedova. Le sue giornate, i suoi pensieri più intimi … CHAPEAU !!! Anche questa volta sono stato sorpreso dalla fantasia e dall’abilità di Carrisi nel mescolare svariati generi. Non è la perfezione ma spero che col tempo l’autore migliori sempre di più. Comunque BRAVO !!!
Il Tribunale delle Anime ci pone delle domande. La VENDETTA paga ? Chi combatte il Male tutti i giorni, lo respira, lo tocca, lo vede, lo sente, può sporcarsi ? Può contagiarsi ? Il libro comunque ci regala qualche spiraglio di luce. E comunque la vita di tutti i giorni ci insegna che SIAMO SEMPRE NOI A DECIDERE ALLA FINE ! Nel bene e nel male.
Come in una precedente recensione inserisco ancora LA PAROLA.
Romani 12:19 (versione di re Giacomo) 'Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore.'

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Baba Opinione inserita da Baba    22 Aprile, 2013
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luce e tenebre

Libro vendutissimo, libro apprezzatissimo dai più, libro recensitissimo (… mamma ho finito gli issimo….) e in finale libro regalatemi dal suocero… che tra le altre cose non gli è piaciuto moltissimo.. (chissà perché lo da a me!?) beh sono curioso e lo leggo: la prima cosa che devo dire è che non è facile fare un riassunto della storia senza mettere almeno uno spot (quindi avverto eventuali lettori di queste righe).
In una Roma alquanto buia, segreta e molto cupa una ragazza scompare nel nulla: due uomini ma soprattutto tal Marcus indagano. E’ un personaggio da subito strano, un super-mega investigatore che sembra guidato un istinto ‘superiore ‘, è un osservatore specializzato nel trovare le ‘anomalie’ nelle scene del crimine e quindi ad analizzarle per trovare il male che le ha generate: ma non è un poliziotto…. Sempre a Roma un report sembra suicidarsi gettandosi da un palazzo in costruzione, la moglie, brillante investigatore milanese decide di indagare per conto proprio: i destini dei due si incroceranno tra serial killer, strani personaggi che ‘rapiscono identità altri’, preti e … la chiesa… In verità credo che i veri protagonisti (ATTENZIONE SPOT) del libro siano i ’penitenzieri’ argomento che mi ha un poco affascinato e che non conoscevo: Marcus è un personaggio accattivante quasi irresistibile per modi di agire e di pensare e lo sono anche gli atri (…clemente…Sherman…). La storia è un intreccio molto abile di tutto questo un pizzico di thriller, un pizzico di giallo, un pizzico di chiesa . un pizzico di paranormale: il tutto per raccontare l’eterna rivalità tra bene e male e rispondere a domande difficili (quanto ‘l’idea del male’ può trasformare un uomo normale … quanto il male può generare bene e soprattutto viceversa… pensate a un fatto punitivo preventivo che evita tragedie ben peggiori) ma che credo sia difficile rispondere con un libro come questo e senza scendere nella filosofia. Lettura molto scorrevole, ho trovato il libro per certi versi affascinate: non si tratta di un libro ‘danbrowniano’, secondo il mio modesto parere, certo quando di mezzo c’è la chiesa è facile cadere in fantasie spacciate per realtà. Credo sia un buon thriller e tale deve rimanere (e vabbè se se sparatorie in chiesa in centro a Roma sono prive di realtà…. Il realismo a volte è controproducente sulla leggibilità e scorrevolezza). Libro consigliato, un buonissimo svago.

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Markk Opinione inserita da Markk    10 Aprile, 2013
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Un bel libro che ne ricorda però altri

Ho appena finito questo libro e prima di cimentarmi nella sua recensione mi sono voluto leggere, apprezzandole molto, le 24 recensioni degli amici che mi hanno preceduto.
Mi ha molto colpito trovare osservazioni che avevo già deciso di inserire anch'io e anche il riscontrare pareri ora entusiastici ora sensibilmente critici rafforza la mia idea circa la compresenza di pregi e ( piccole? ) pecche in questo romanzo.
I due miei concetti che ho ritrovato tra gli interventi altrui sono "danbrowniano" e "cinematografico".
"Cinematografico" perché la trama si sviluppa secondo modalità che mi hanno continuamente dato l'impressione di un incedere più da grande schermo che da carta stampata. Il meccanismo narrativo mi ha suggerito una tecnica davvero diversa da quella usuale: dipende dal fatto che Carrisi nasce come sceneggiatore? Penso proprio di sì. Per quanto mi riguarda, continuo a preferire la sensazione che mi dà un libro "che sa di libro" anziché di DVD.
"Danbrowniano" perché la combinazione Chiesa/giallo/caccia al "tesoro" non può non farcelo venire in mente. E' un fatto positivo? Per me no, sarebbe stato meglio se ci fosse venuto spontaneo definirlo "carrisiano".
Aggiungo un altro aggettivo? "Dariargentiano" ( e quindi il "cinematografico" viene ulteriormente rafforzato ): certe sequenze mi hanno rimandato immediatamente al modus operandi del famoso regista, cosa che non mi era mai capitata prima.
Mi levo il cappello dinanzi alle capacità dell'autore. Fantasia, tensione, capacità descrittiva, definizione dei personaggi e caratterizzazione della loro personalità meritano fior di complimenti e glieli faccio ben volentieri: però, per avere una bella tripletta di 5 avrei voluto un'opera che sapesse più di lui e meno di altri, che portasse impressa una sua impronta inconfondibile e unica anzichè la sensazione che i nomi di Dan Brown e Dario Argento non starebbero poi così male in un'ipotetica pagina dei credits.
C'è anche dell'altro che non mi torna del tutto ma è inutile stare a sviscerare troppo questo libro perché altrimenti si rischia di fargli un torto: è molto godibile, scorre via che è un piacere e non resterà tanti giorni sul comodino del lettore.
Un bravo a Carrisi con l'augurio che presto diventi un "bravissimo".

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Dan Brown, Glenn Cooper e tutti i loro colleghi che associano crime stories e Vaticano
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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    28 Marzo, 2013
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IL FINALE... QUESTO SCONOSCIUTO

Un buon thriller questo romanzo, con un titolo dal sapore esoterico che in realtà non ha.
Il titolo è un riferimento all’io cosciente di noi stessi, “cogito ergo sum” e quindi la domanda che ci poniamo è : Il male dove risiede nel corpo, nell’anima o nel identità dell’ individuo che commette il crimine ? ecco questo thriller potrebbe essere letto con questa domanda nella testa ed è questa la domanda che mi ha accompagnato, assieme ai tre originalissimi protagonisti che devono guardarsi nell’ anima per scoprire dove risiede il male a cui danno la caccia,per portarli cosi verso la risoluzione dei casi su cui stanno indagando e che difficilmente possono essere perdonati con leggerezza.(capisco che questa mia affermazione sembri un po’ contorta, ma leggendo il libro capirete il motivo)
Il romanzo si svolge in una Roma diafana, senza un minimo di colore. Avvolta da un mistero secolare, al centro del’eterna lotta tra bene e male… ma saranno poi realmente in lotta ?
La storia che Carrisi ci racconta viene da lontano, dalla notte dei tempi, da quando l’uomo prese coscienza di se, abbracciando con questa sua evoluzione il male il bene e ... quella sottile linea grigia che separa i due elementi, Yin e Yang ma li unisce e li vincola in modo indissolubile fondendoli e dando vita ad un crepuscolo dove il bianco e il nero si sostituiscono l’uno all’altro senza soluzione di continuità.
[…]«C’è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. È lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine. Ma ogni tanto qualcosa riesce a passare... Il mio compito è ricacciarlo indietro.» […]
Autore dal linguaggio semplice,immediato e coinvolgente, ma come già nella precedente occasione incapace di creare un finale forte e credibile. Non tanto nel suo epilogo che, anzi, è strutturato sicuramente meglio della precedente fatica ed esalta la trama nello specifico, ma nei fatti che conducono alla fine: Purtroppo anche qui sono rimasto deluso dai buchi narrativi e dalla mancanza di realismo dato nelle ultime 100 pagine ( sono convinto che una sparatoria in luoghi pubblici, difficilmente passi inosservata, e ancor di più in strutture pubbliche presidiate: questo per dare un esempio concreto e non buttare li un impressione). Non è che un romanzo di fantasia debba essere particolarmente realistico, ma sicuramente quanto più è possibile essere coerente e credibile,in particolare quando realtà e fantasia devono coesistere al interno dello stesso contesto.
Per concludere:
Una storia dalla trama affascinante,suggestiva e coinvolgente, che da qualche spunto per chi lo vorrà a soffermarsi a pensare sulla vera natura del bene e del male, ma un finale poco credibile che si compensa in parte con un epilogo all’ultimo respiro.

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DieLuft Opinione inserita da DieLuft    10 Febbraio, 2013
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Il segreto di Carrisi

Carrisi non si smentisce! Lo stile è quello del precedente romanzo, facilmente scomponibile ma di effetto. Una serie di personaggi, dapprima sconosciuti tra di loro che si uniscono lungo la vicenda per mettere insieme i vari tasselli del puzzle, ognuno porta il proprio. Carrisi si focalizza per poche pagine su di un singolo, lasciando il lettore ogni volta ad un passo da una nuova scoperta e poi... Poi passa ad un altro ripetendo lo stesso procedimento. Insomma una suspense continua.
Particolari sono i suoi personaggi ovviamente attinti dal suo percorso di studi sul comportamento e sulla criminologia. Ci mette sempre un dettaglio che noi lettori non ci immagineremo mai.
Una volta svolta la matassa di situazioni il romanzo diventa un thriller classico, nulla di speciale ma intanto sa come tenerti sulle spine.
Molto carine alcune riflessioni sul tema della morte e sull'indole umana.
Si nasce malvagi o lo si diventa?
Non ha grandissimi temi, lo consiglio se si vuol leggere qualcosa di "leggero" a livello tematico ma comunque piacevole.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    21 Luglio, 2012
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Tanta carne al fuoco

Mi è difficile esprimere un parere su questo thriller, perchè durante la lettura ho cambiato più volte prospettiva. Nella prima parte mi ha entusiasmato, soprattutto col personaggio di Marcus, addestrato a riconoscere le anomalie, minuscoli strappi nella trama della normalità. Poi mi è sembrato che la trama perdesse un pò smalto per poi riprendere tono e vigore nelle due figure femminili di Lara e Sandra. Lara riesce a conquistarti, anche senza conoscerla. Di Sandra ti innamori proprio, perchè comprendi quanto la sofferenza indebolisce e rende fragili. L'impressione generale di questa trama, scandita dal tempo, è che ci siano troppi fatti, troppa carne al fuoco, come se l'autore avesse voluto mettere in uno stesso libro tutte le sue idee. Per questo non mi ha convinto del tutto.

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Nasuti Opinione inserita da Nasuti    06 Giugno, 2012
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UN KILLER FORTUNATO

Lettura piacevole ma nulla di incredibile. Anche in questo secondo romanzo, Carrisi crea una trama complicatissima costruita tutta sulle coincidenze. Il "cattivo" è cattivissimo e trascina i protagonisti in una storia che lui aveva già previsto nei minimi dettagli. In pratica ci ritroviamo a leggere le avventure di vari personaggi che, magicamente, seguono i piani improbabili di un burattinaio geniale che (ovviamente) si rivela solo alla fine. Come thriller non è niente male: divertente e piacevole... ma la storia e troppo irreale.

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Lary Opinione inserita da Lary    30 Mag, 2012
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Mi tiene sveglia fino all'alba

Non parlo della trama perchè è stato scritto di tutto e di più, vorrei solo lasciare la mia impressione. Difficilmente leggo autori contemporanei italiani, non li trovo all'altezza di un pubblico abituato a leggere thriller internazionali e best seller. Gli autori italiani del genere restano chiusi nei loro confini nazionali e nelle loro credenze "di paese", ma Donato Carrisi, Donato amor mio, mi tiene sveglia fino all'alba. Lo ha fatto con il Suggeritore e lo ha fatto anche con il Tribunale delle anime. I temi trattati sono davvero molto interessanti, svelano una parte di storia a noi sconosciuta. I personaggi sono completi, ben delineati, ognuno ha una forte personalità e tanti sentimenti ed esperienze da comunicarci. Donato scrive in una maniera davvero coinvolgente: posso solo dire che c'è stato un momento della lettura in cui io ho "provato paura",io mi sono sentita dentro il libro, braccata, nascosta, terrorizzata come stava accadendo al protagonista. Una sensazione stranissima e bellissima. E' un libro davvero bello, e anche meno complesso e contorto del Suggeritore. Consigliatissimo per chi ama la suspance e i finali inaspettati e stupefacenti.

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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    11 Mag, 2012
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Il tribunale delle anime

Composito e intricato: sono questi gli aggettivi che più si adattano a questo romanzo, un pluristilismo e una serie di fatti così ampia e complessa da disorientare. Al di là della trama, di cui non parlo per il rischio di svelare alcuni passaggi, è interessante notare alcuni livelli stilistici che rendono il testo molto vario. Si spassa dal thriller puro e ricco di suspense, dominato da frequentissimi colpi di scena (forse troppi e troppo vicini ai romanzi di Dan Brown, che a tratti il romanzo mi ha ricordato), al poliziesco e, soprattutto, l'aspetto psicologico dell'opera, la parte migliore del libro. Carrisi non si limita a raccontare la trama, ma indaga le motivazioni che spingono i personaggi a compiere i gesti, porta in luce strane patologie e con esse gioca, le plasma e le inserisce con grande abilità in un quadro generale esageratamente ingarbugliato. Grazie ai suoi studi sulla criminologia, l’autore porta in luce la mente, la psicologia di un assassino. E fin qui, il romanzo appare interessante, ma ci sono delle questioni che spingono ad essere cauti. Certamente, pesa notevolmente (in negativo) l’ampollosità della trama, i dettagli, le minuziosità e le storie minori che vivono e si sviluppano più o meno compiutamente nel romanzo. Forse ci sono troppi distruttori, troppi fatti secondari che, sì sono ben scritti, ma i quali distolgono l’attenzione da un filone centrale che, spesso forzatamente, si allaccia alle altre vicende. Si arriva ad un punto in cui ci si perde (ma forse sono io che ho prestato poca attenzione), tuttavia il ritmo serrato e costante assuefà il lettore, inevitabilmente. Carrisi è bravo, anzi abilissimo, nel depistare, nel creare ipotesi false, e, ammetto, avevo pensato un finale totalmente diverso (e meno avvincente) di quello del libro. Quello che però distingue il romanzo è l’attenta costruzione della trama, sì intricatissima, ma con basi culturali abbastanza solide, sullo splendido sfondo di luoghi semisconosciuti di Roma. Interessante il mondo dei “penitenzieri” , certamente poco conosciuto. I personaggi sono ben delineati, con un notevole spessore psicologico ed è estremamente coinvolgente (o masochista) immergersi nella mente di assassini e di persone sconvolte da drammi interiori. Nessuno viene condannato in termini assoluti, ma si cerca, con grande efficacia, di fornire spiegazioni e di non fermarsi all’apparenza. Una cosa mi è rimasta impressa: la protagonista, Sandra, ha un rapporto particolare con le case e segue tre regole che ora non svelo, ma è incredibile come queste norme si possano applicare ai volti, all’aspetto, perché sì non basta l’esteriorità, ma il corpo porta i segni indelebili delle azioni. Insomma, un bel thriller, molto (troppo) ragionato, ricco di colpi di scena, ma non fine a se stesso, il rischio più grande che si corre nello scrivere questo genere di romanzi. E tutti i difetti del testo, seppur evidenti a livello della disorientante trama, vengono adombrati da sottili riflessioni e indagini psicologiche, che divengono un motivo imprescindibile per la lettura del romanzo. Sarà che la mente umana mi ha sempre affascinato, per la sua impenetrabilità e complessità, e forse, perché, conoscere meglio la psiche è una conoscenza, indiretta di sé. Letteralmente camaleontico.

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alexmai Opinione inserita da alexmai    12 Aprile, 2012
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Il tribunale delle coincidenze

Ho appena finito di leggere Il tribunale delle anime, di Donato Carrisi. Bella storia, probabilmente troppo complicata. E' difficile parlarne senza svelare troppo, ma qualcosa posso dirla, dato che se ne parla nelle prime venti pagine del romanzo. Il protagonista... beh, uno dei protagonisti dato che ce ne sono almeno 2-3 a potersi fregiare del titolo, è un prete particolare. Nel senso che fa parte di una specie di società segreta interna alla Chiesa, composta da investigatori che - sulla base delle confessioni - studiano delitti del passato... questo personaggio si incrocia a un fotografo morto in circostanze misteriose, a uno o più serial killer, a un sacco di gente diversa che per un concerto di coincidenze compie una serie di scelte, spesso molto difficili da giustificare... secondo me, un autore emergente che presentasse una storia del genere (ben scritta, per carità) verrebbe preso a pesci in faccia dalle case editrici, sommerso dalle risate sulla credibilità... insomma, leggete questo libro, perchè è avvincente. Ma non lo rileggete, perchè a mio avviso si vedrebbero "i fili" che fanno volare i modellini.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    01 Marzo, 2012
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Bel thriller

Roma, una giovane poliziotta indaga sulla strana morte del marito fotoreporter, una misteriosa organizzazione interna al Vaticano, la Penitenzieria Apostolica, cerca di liberare una ragazza rapita e nascosta da un serial killer. Su un piano temporale diverso un "cacciatore" segue la sua prossima vittima e in un luogo lontano succedono cose strane ai limiti di ciò che è scientificamente spiegabile. Tanta carne al fuoco che potrebbe fare semplicemenete fumo e basta ma Carrisi è davvero bravo a tenere lontani i vari piani narrativi per poi riunirli con grande ingegno senza smarrire il lettore, anzi , costruendo una storia avvincente e ben articolata che alla fine chiarisce tutto o quasi. Anche i personaggi sono ben caratterizzati , qualcuno semplicemente sfumato perchè ...lo scoprirete solo leggendo.
Unico appunto su una cosa decisamente improbabile: i componenti della Penitenzieria Apostolica, essendo comunque dei preti, mi sembrano troppo tipo "Mission Impossible" , è mancato solo il turpiloquio e poi ne avrebbero fatte di ogni...
Comunque un ottimo thriller , sicuramente migliore del precedente lavoro di Carrisi.

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Fonta Opinione inserita da Fonta    29 Febbraio, 2012
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un bel libro formato puzzle

Sandra Villa lavora per la polizia scientifica di Milano, si occupa di scattare fotografie slle scene dei delitti, il suo occhio, attraverso l'obiettivo ha la particolare abilità di scorgere particolari che ad altri sfuggono.
Sandra ha 29 anni, è dapochi mesi vedova, il marito David, fotoreporter feelance, è stato ritrovato a Roma, caduto da un edificio in costruzione.
David aveva detto a Sandra di essere ad Oslo, perchè?
David ha lasciato solo un bagaglio carico di vestiti e le sue due macchine fotografiche. Dei semplici indizi che porteranno Sandra e la sua sete di vendetta ad investigare privatamente sul caso.

Marcus ha un dono. Saper scorgere nei luoghi e nelle persone i lati più misteriosi ed intimi, sa trovare quelle anomalie che fanno diventare l'insignificante, saliente.
Marcus ha avuto un incidente pochi anni fa a Praga, si ricorda poco: un amico, una sparatoria ed ogni notte aggiunge qualche tassello alla scena.Gli rimangono quindi un'amnesia, una vistosa ciccatrice sulla tempia ed il dono descritto prima che sembra accompagnarlo da sempre.
Della sua riabilitazione se ne occupa il misterioso Clemente, che sembra conoscere tratti del passato di Marcus.

Shalber è un poliziotto dell'Interpool, chiaro accento tedesco, una moglie scappata ed una figlia piccola che vede poco. Dedito al lavoro, ha un fiuto sensazionale per le bugie.

Questi personaggi si ritrovano intricati in una fitta ragnatela di un killer seriale il cui corpo è stato da poco ritrovato in fin di vita nel proprio appartamento, il caso vuole che sull'ambulanza la dottoressa di turno sia la sorella di una delle vittime.

Ma, mentre il killer è in coma, manca all'appello la sua ultima possibile vittima: la studentessa e futura architetta.

Non c'è che dire, un romanzo intricato e ben congeniato, non ho ancora letto "Il Suggeritore" ma, ho trovato molto ricercato e ben scritto lo stile di Carrisi: un autore che non conoscevo ma che mi ha catturato in poche pagine.

Scusate la mia grossolana metafora ma, ho trovato questo thriller psicologico come un puzzle di quelli da 10000 pezzi, dove è facile perdersi nel particolari, dove ci si sente quasi più piccoli di alcuni pezzettini di esso che, con la loro semplicità e similitudine agli altri sembrano essere più intelligenti di te che lo stai componendo con il massimo sforzo celebrale; alla fine però il risultato è bellissimo, e l'opera risulta un capolavoro da appendere all'istante!
Non so se ho resol'idea, ma a volte sembreranno paradossali alcuni tratti, alcune intuizioni od indizi risolti in quattro e quattr'otto dai protagonisti ma, nel complesso direi un grandissimo libro!

COnsiglaitissimo!!

Buona lettura!

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valemarconi Opinione inserita da valemarconi    10 Febbraio, 2012
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sorprendente

Ho trovato davvero sorprendente l'esistenza dei Penitenzieri, una realtà di cui non avevo alcuna idea, e solo per questo sono grata all'autore che è riuscito a farmi riflettere su qualcosa che non sonoscevo.
Interessanti anche le idee sulle conseguenze del male, e dell'inevitabilità ed ineluttabilità di questo, nel mescolarsi ad esso.
Scritto bene, lineare, bello il finale, in grado di far ripercorrere tutta la storia da un altro punto di vista

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alessio Opinione inserita da alessio    24 Gennaio, 2012
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un viaggio nella Roma dei misteri

Certamente un libro che non può mancare nella libreria degli amanti dei thriller scritti veramente bene.
Un susseguirsi di colpi di scena capitolo dopo capitolo, una scrittura piacevole e scorrevole.
Davvero un bel libro consigliatissimo agli amanti del genere,aspettiamo il prossimo lavoro sperando che l'autore rimanga fedele a questa linea di scrittura

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il suggeritore e gli amanti dei thriller
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Tunesi Opinione inserita da Tunesi    07 Gennaio, 2012
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Matrioska

Questo libro é come una matrioska, ma al contrario..si parte dal pezzo piccolo per ricostruire, capitolo dopo capitolo, la custodia piú grande. Ogni bambolina é la storia di un assassinio.
Tante storie, una sola grande cornice per tutte: una Roma che sfugge agli occhi dei piú e due magnifici personaggi, che rimangono nella testa e nel cuore.
Armoniosa la scrittura, interessante la struttura temporale del libro e veramente avvincente la storia.
Dopo "il suggeritore" non volevo quasi leggere il secondo libro di Carrisi.
Beh, "il tribunale delle anime" non gli é affatto secondo, se non in ordine di pubblicazione.
La sensazione é la stessa di allora:"E adesso come faccio a leggerne subito un altro cosí?!"

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Il suggeritore, ma in generale a chi ama leggere "gialli" ben scritti.
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Opinione inserita da Davide Pastano    30 Dicembre, 2011

uno show letterario

Uno show letterario,solo così riesco ad immaginare questo libro,uno show che deve continuare,che non si ferma mai e che mostra i più incredibili colpi di scena che si possano immaginare.Un thriller in cui anche sforzandosi di provare a capire non si riesce ad intuire quelli che saranno i risvolti successivi,un epilogo di asfissiante fascino e suspance ornato da una soave descrizione della capitale italiana e dei posti più sacri e misteriosi che la circondano.
Una piacevolissima lettura che ha come unico inconveniente quello di provocare un'ansia artificiale in attesa del prossimo libro di questo spettacolare scrittore,Donato Carrisi,il cui valore letterario raddoppierà sicuramente dopo quest'ultimo libro.
Leggetelo assolutamente,e occhi bene aperti,non trascurate il minimo dettaglio presente nel testo.

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il Suggeritore,ma anche la Psichiatra e il Superstite di Wulf Dorn e Lars Kepler ne l'Ipnotista e L'Esecutore!
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Opinione inserita da andrea    26 Dicembre, 2011

Chi è Shalber?

CONTIENE SPOILER

Romanzo decisamente coinvolgente, a conferma del talento espresso nel "Suggeritore", e dove i colpi di scena si intrecciano fino all'ultima pagina; ed è proprio la rivelazione finale che, a mio parere, lascia aperto un punto interrogativo sull'enigmatica figura del funzionario dell'Interpool che nella storia si fa conoscere con il nome di Shalber: come può un prete, se tale effettivamente è, venire meno con tanta disinvoltura al dovere di castità che il suo ministero gli impone? Non mi sorprenderebbe,e francamente lo spero, che ci possa essere un seguito, dove i contorni di questo personaggio potranno essere meglio definiti,e la caccia al trasformista continuare.
Un saluto a tutti.

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Gondes Opinione inserita da Gondes    25 Novembre, 2011
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IL TRIBUNALE DELLE ANIME

Saper scrivere è un talento e Donato Carrisi ne ha molto. Questa sua seconda “fatica” ne è sicuramente la prova, secondo il mio parare nettamente migliore della prima. Leggendo “il suggeritore” pur piacendomi, ho avuto l’impressione che aveva forse peccato di presunzione, volendo stupire fin troppo i lettori, con soluzioni un po forzate, mentre con “Il tribunale delle anime” mi è sembrato molto più equilibrato, mettendoci le giuste dosi. Perché proprio come in una ricetta di cucina, tutti gli ingredienti devo essere nelle giuste proporzioni ed amalgamati bene per farne un buon piatto.
La scelta di ambientare le vicende in luoghi poco conosciuti, ma altrettanto affascinanti di Roma, hanno contribuito ad accendere la mia curiosità, con la voglia di scoprirli di persona. I personaggi sono tutti particolarmente indovinati e caratterizzati; tutti ugualmente importanti e determinanti nel proseguo della storia. Ogni situazione è descritta in modo particolareggiato, con descrizioni minuziose dello svolgimento dell’’azione, dando l’impressione di vederla con i propri occhi. L’architettura della storia può sembrare inizialmente complessa, ma comunque rimane molto chiara, non facendo mai perdere il filo del racconto. Tuttavia ho notato che è preferibile leggerlo in modo meno spezzettato possibile per apprezzare meglio il suo stile. La suspense è distribuita sapientemente in quasi tutti i capitoli ed è per questo che lo rendono un libro avvincente. Devo ammettere che il “gran finale” mi ha riservato una grossa emozione nello scoprire che……….

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Novembre, 2011
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I segreti di Roma

Ci sono legami strani che si creano a prescindere dalle nostre intenzioni. Legami mentali, fantasie, immagini. E per me Marcus, il penitenziere, ha la faccia storta di Forest Withaker e la psicologia intuitiva del suo Sam Cooper. Ed allora non ho potuto non affezionarmi a questa storia, non sono riuscita a non divorare le pagine una a una con la fretta di arrivare alla fine che è tipica dei grandi thriller.
Ma questo non è un grande thriller, è solo buono. Buono come una puntata (o forse due) di Criminal Minds.
E’ un ottimo libro, ma di mestiere, che non aggiunge né toglie nulla alla letteratura di genere. non per questo è meno godibile, sia chiaro. Anzi, è un divertissement assolutamente godibile, che fa incamminare Carrisi verso i grandi.
Piacevole e divertente.

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...Il Suggeritore, ma anche a chi ama Criminal Minds o il nuovissimo The killing
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violetta89 Opinione inserita da violetta89    16 Novembre, 2011
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un romanzo che merita davvero

Quando ho iniziato a leggerlo, le prime 50-70 pagine mi sembravano tante storie divise e sconnesse tra loro, invece poi tutto è cominciato piano piano a quadrare e alla fine ne esce un romanzo così bello e appassionante che quando sono arrivata all'ultima pagina ero dispiaciuta di averlo finito così alla svelta!
Avevo letto anche il Suggeritore, e anche quello mi era piaciuto molto, però credo che in questo si sia superato, oltre a un ottimo thriller c'è anche la parte che riguarda la Penitenziaria Apostolica (di cui anche io ignoravo l'esistenza) che rende la storia ancora più reale e interessante.
Uno dei più bei romanzi che abbia letto recentemente. Lo consiglio vivamente.

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loffreda Opinione inserita da loffreda    03 Ottobre, 2011
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ottimo

un bravo a Carrisi in quanto dopo il l'ottimo "Suggeritore" la tentazione (che altri hanno avuto) di ripetersi è forte invece il Tribunale delle Anime non ha nulla a che vedere con l'altro.Per il resto la storia è bella, avvincente quando entra nel vivo ed esplora un campo (Penitenziaria Apostolica) a me del tutto sconosciuto e particolarmente interessante.Per tutti quelli che avevano criticato la decsrizione dei luoghi nel "Suggeritore" definendola vaga ed approssimativa ecco la risposta: Il tribunale delle Anime sembra ambientato "nei dintorni" in posti conosciuti e quando non lo sono ti stimolano il desiderio di conoscenza...di recarti insomma a vederli.Bravo, bravo e ancora bravo a Donato Carrisi, ora sotto con il prossimo!

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dan brown e similari....
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gracy Opinione inserita da gracy    30 Settembre, 2011
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Mea culpa!

Carrisi ha voluto stupirci con effeti speciali e tanti enigmi insoluti. Le anomalie e i dettagli, il perdono e la vendetta, il penitenziere e il trasformista, il profiler e il cacciatore, yin e yang, la Penitenzeria Apostolica e gli angeli e i demoni, il bene il male, Roma eterna e misteriosa ed un tribunale di anime. Praticamente uno zibaldone di eventi e di personaggi avvolti in un mistero che solo il Vaticano conosce e tutela, io non sapevo dell'esistenza della Penitenziaria Apostolica dove sono archiviati i peccati .... mea culpa!

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Dan Brown
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    26 Settembre, 2011
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Il tribunale delle anime

La storia, in principio, stenta un po' a decollare ma d'improvviso la trama si sviluppa su più fronti, cronache di vicende al presente, flashback e passato, naturalmente il tutto collegato intricatamente come la tela di un ragno.
Mi è parso di leggere, a momenti, un' opera di Dan Brown, in quanto i personaggi sembrava vivessero in una caccia al tesoro (caccia ad un serial killer, gente scomparsa, indizi che conducono ovunque ed in nessun luogo).
Per fortuna la Roma raccontata e descritta non è così paradossale e scontata, anzi sono citate delle location da visitare assolutamente.
La storia tratta, anche in questo caso, di un gruppo parallelo di sacerdoti segreti, i penitenzieri, che forse sarebbero stati più efficaci al romanzo se approfonditi nel loro reclutamento, questo però è un neo assolutamente personale.
L'architettura del romanzo lo rende scprrevole nella lettura grazie ad i suoi capitoli non molto lunghi ma ho trovato sconveniente il saltare dalla storia di un personaggio ad un altro in modo troppo repentino, anche se sicuramente funzionali alla trama.
Il tocco di qualità lo abbiamo indiscutibilmente con il contenuto del libro, grazie alle descrizioni dei luoghi di una Roma sconosciuta ai più ma anche e soprattutto ai riferimenti criminologici, di cui l'autore ha una sicura padronanza.
Un buon Carrisi che ci prende ancora una volta per mano per condurci nei meandri oscuri dell'animo umano, nel bene e nel male.
Buona lettura.
Syd

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Acciaio Opinione inserita da Acciaio    26 Settembre, 2011
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Un bel secondo debutto

un confronto immediato con "il suggeritore" è stato automatico.
questo libro prende le distanze dal precedente e con un andamento a spirale aumenta poco per volta la tensione emotiva fino al culmine finale.
niente male per un'opera seconda.
aspetto la terza per chiarire il mio giudizio su un autore che potrebbe diventare un riferimento assoluto o una meteora

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kabubi81 Opinione inserita da kabubi81    24 Settembre, 2011
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Il tribunale delle anime

Partendo dal presupposto che a me "Il suggeritore" era piaciuto molto (ok, a tratti sembrava "un'americanata", ma la tensione ti teneva incollato alle pagine dall'inizio alla fine!), questo secondo lavoro di Carrisi mi sembra sia andato ancora oltre... Immutata la capacità di trasmettere suspense (anch'io come Stefp ho fatto più di un salto sulla sedia!), Carrisi ha affinato lo stile e migliorato il gioco di specchi e finzioni che già in parte conteneva "Il suggeritore", creando un thriller ad alta tensione, molto cinematografico tanto sono vivide e ben descritte le varie situazioni... Ancora d'accordo con Stefp, forse c'è materiale per 2 libri, la storia è formata da tanti (troppi?) fili, ma è talmente piacevole e intrigante che ci si passa sopra volentieri... Consigliatissimo agli amanti del genere!

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Stefp Opinione inserita da Stefp    16 Settembre, 2011
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Il tribunale delle anime

Sandra è una poliziotta della Scientifica di Milano. Giovane vedova, dopo aver perso l'amato David, fotoreporter freelance, caduto da un palazzo in costruzione a Roma. Tra loro la sintonia era perfetta, ma perché le aveva detto invece di essere a Oslo? Sandra indaga, si trasferisce per qualche giorno a Roma e viene invischiata in una misteriosa serie di vendette perpetrate ai danni di criminali che la legge non era riuscita a punire. Qualcuno indirizza i parenti delle vittime verso i veri colpevoli. Sandra non è sola in questa indagine, un misterioso individuo, Marcus e un poliziotto dell'Interpol incrociano le loro strade e i loro destini, portando a galla un mondo segreto, nascosto, fatto di cambi di identità, individui reali ma inesistenti, confessioni, pentimenti, assoluzioni e... vendette.
L'intero romanzo di Carrisi conquista il lettore dalla prima all'ultima pagina. Le atmosfere create sono così tese che mentre leggevo un passo particolarmente elettrizzante sono letteralmente sobbalzato alla vibrazione del mio cellulare (...e la mia mano è corsa da sola verso la fondina della pistola... Si trova scritto così, spesso, però io non ho la pistola). Il personaggio di Sandra, la sua evoluzione nell'elaborazione del lutto è ben riuscito, investigatrice razionale, che si compensa e contrappone alla figura di Marcus, istintivo, veramente attraente. Affascinanti le teorie sul male... Le storie attraversate che insieme formano questo bel thriller sono tante, diverse fra loro, vengono proposte a capitoli alterni, con salti temporali, e all'inizio, come spesso accade sembra di non capirci niente, poi ogni tassello va mirabilmente al suo posto e alla fine tutto è chiaro. Con ognuna di essa si potrebbe scrivere un romanzo a sé, i colpi di scena sono tanti, e quasi nulla è così come sembra, ma, e questa secondo me è anche la pecca; la carne al fuoco è veramente tanta, forse troppa, e alla fine rimane quasi una percezione di forzatura e di inverosimile.

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