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Troppo “americano”
Il team di investigatori guidato dal criminologo Goran Gavila deve indagare su un caso a dir poco inquietante: cinque ragazzine sono scomparse negli ultimi venticinque giorni e di loro non si ha nessuna notizia finché in un bosco vengono rinvenute delle braccia umane, tutte sinistre, palesemente riconducibili alle stesse bambine. La macabra scoperta aggiunge un mistero in più: gli arti infatti sono sei e finora non è stata sporta nessuna ulteriore denuncia di scomparsa. Ma allora a chi appartiene il sesto braccio? Perché tutta questa violenza su degli esseri così indifesi ed innocenti? Ad aiutare la Squadra Speciale viene chiamata Mila Vasquez, agente esperta nel ritrovare persone scomparse ma alla sua prima esperienza con un serial killer. Il suo inserimento non sarà esente da problemi ma si rivelerà decisivo nello sviluppo dell’ indagine. Nonostante la troppa violenza il libro parte bene ma sembra perdersi un po’ strada facendo, pagando un’ eccesiva voglia del suo autore di stupire continuamente il lettore con un abuso di colpi di scena che, se da un lato danno vivacità alla storia, dall’ altro spezzettano e rendono confusa la trama. Donato Carrisi usa uno stile un po’ stereotipato, con una prosa abbastanza elementare e dei personaggi poco originali anche se ben delineati, dimostrando di andare troppo dietro al prototipo trito e ritrito dei thriller commerciali d’ oltreoceano che, con tutto il rispetto, saranno anche avvincenti e venderanno pure un sacco di copie, ma con la letteratura hanno poco da spartire. Un libro fin troppo “americano” consigliato solo agli amanti del genere o a chi vuole rilassarsi con una lettura leggera e scorrevole, senza troppe pretese.
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Commenti
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...andateci piano cowboy...al primo passo falso vi sbatto dentro!!! :-)