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Il Buio dell'inconscio
L’addormentatore di bambini Pietro Geber, psicologo infantile che attraverso la tecnica ipnotica aiuta giovani pazienti ad elaborare traumi imprigionati nell’inconscio, si ritroverà tra le mani un caso complesso. Il piccolo Mattias da ormai un anno ha un sogno ricorrente, una donna vestita di nero dai lunghi capelli inquieta le sue notti. Ma chi è questa donna una presenza o è reale?
Un romanzo che cattura l’attenzione trascinandoti nella storia densa di approfondimenti scientifici sulla psiche umana legate all’età dell’infanzia, sottolineando la complessità della mente e le sue attività non coscienti che possono dominare la parte razionale, con possibilità di danni permanenti se non si agisce in fretta. “non c’è più tempo” è quello che i genitori di Mattias dicono rivolgendo un disperato bisogno di aiuto allo psicologo, che dopo una seduta ipnotica è convinto che il piccolo paziente sia affetto da allucinazioni oniriche, ma è davvero così?
È proprio durate una di queste sedute che Pietro raccoglie indizi, che lo portano a dubitare che si tratti di un disturbo del sonno, ma allora come è possibile? da dove viene la storia raccontata da Mattias nella fase R.E.M. e soprattutto questa donna perché ha scelto proprio lui?
Pietro non sa come aiutare Mattias ricorre agli insegnamenti del padre anch’egli “addormentatore” per cercare di arrivare ad una diagnosi, ma sembra non funzionare, da sempre scettico su presenze soprannaturali o pseudo-scienze proverà ad aiutare il piccolo paziente trovando una spiegazione attraverso di esse, cominciando a dubitare del proprio scetticismo.
Donato Carrisi mette in scena un romanzo psicologico che ruota sull’attività onirica, celando un mistero che traina ogni capitolo a quello successivo, arrivando ad un finale “normale”: cioè quel tipo di romanzo che non ti accorgi di essere arrivata ad una conclusione finisce e basta, lasciandoti perplessa. Il raggiungimento del traguardo finale è marginale rispetto a tutta la storia che secondo me funzionava.