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sotto un cielo di rami e foglie
Sulle pendici dell’Etna esiste un posto incantato, un’oasi verde dove è custodito l’albero più famoso e maestoso d’Italia: il Castagno dei cento cavalli, monumento arboreo plurimillenario di inestimabile valore naturalistico e storico. In quel “tempio naturale” sotto “un soffitto di rami intrecciati e foglie” viene ritrovato il corpo di una donna, strozzata e mutilata con una brutalità spaventosa. La scena del crimine è a dir poco agghiacciante e l’indagine si prospetta da subito ardua, soprattutto per la totale assenza di informazioni sulla vittima: nessuna traccia che possa aiutare a identificarla. E’ nuda e priva di documenti. Il suo passato è oscuro e nebuloso quasi quanto il presente: neanche l’ombra di legami familiari, amicizie o conoscenze di sorta, che possano portare luce nel buio di una esistenza apparentemente anonima. In paese la chiamano “Boscaiola” e dai pochi che, accidentalmente, hanno incrociato la sua strada viene descritta come solitaria, schiva, e silenziosa. Insomma: pochi indizi e troppi misteri. Ormai dovremmo saperlo... quando c’è di mezzo il vicequestore Vanina Guarrasi “non c’è caso in cui la morta non si trovi in qualche posto strano”. I delitti più rognosi… nei posti più inaspettati! “Pare che se li va a cercare con il lanternino” osservano i suoi stessi colleghi! Vanina, caparbia e testarda come solo lei sa essere, non si lascia intimorire. Al contrario.. un caso per le mani è sempre un toccasana, soprattutto quando ansie e cattivi pensieri sono pronti ad “attenderla al varco di una notte insonne” e gettarsi a capofitto nell'indagine è l’unico modo per anestetizzarli. Con l’aiuto della sua fidata squadra riuscirà a sciogliere tutti i nodi di questa matassa (e noi su questo non avevamo il minimo dubbio!) che più aggrovigliata non potrebbe essere e che sembra sfidare ogni logica.
La vicenda è ben architettata e accende l’interesse del lettore riuscendo a mantenerlo vivo sino all'ultima pagina e garantendo suspense, tensioni e colpi di scena degni di un perfetto giallo. Agli eventi incalzanti propri dell’indagine si frappongono le avventure private dei vari personaggi, tutti ben delineati e talmente vivi e concreti da diventare per noi lettori, veri e propri amici e compagni di viaggio che dispiacerà lasciar andare alla fine. Ritornano le pene d’amore del dottor Adriano Calì; le tresche amorose dell’ispettore Spanò diventato amante della sua ex moglie ufficialmente ancora compagna dell’uomo per cui a suo tempo lo lasciò (insomma un bel pasticcio!); i tormenti e le disavventure di Costanza che manda all'aria il suo matrimonio e che in queste pagine trova finalmente si ritaglia uno spazio accanto alla sorellastra; le gelosie e i comportamenti sospetti e preoccupanti di Angelina la moglie del commissario in pensione Biagio Patanè. Sarà proprio l’intervento di quest’ultimo a dare una svolta decisiva al caso. Grazie al suo contributo, metodi di indagine tradizionali e “mavarie”moderne diventano tra loro complementari e creano un giusto equilibrio tra recente e antico: le capacità investigative di questa squadra non possono che uscirne rafforzate. Un modo, forse neanche troppo velato, di rimarcare l’importanza dell’esperienza e della saggezza, e di valorizzare il vissuto e la memoria storica di cui Patanè si fa orgogliosamente portavoce. C’è poi l’ispettore Marta Bonazzoli con le sue diete vegane e le sue abitudini salutiste diametralmente opposte a quelle di Vanina e l’ingombrante e impacciato sovrintendente Domenico Nunnari che strapperà qualche sorriso e più di una risata. Ciascuno di loro impreziosisce questa trama, già di per se ricca di colori e sfumature. Le loro avventure riescono a trasformare la vicenda principale della Boscaiola in un contorno, lasciando spazio, al momento opportuno, a sentimenti ed emozioni nei quali possiamo specchiarci.
In questa combriccola, divertente e originale, si distingue poi la vera eroina, Vanina. Tenace e intuitiva, deve ancora imparare a dividersi tra un lavoro che ama e svolge con rara e ammirabile passione, e una vita privata tumultuosa. Amante delle Gauloises, appassionata dei film italiani d’autore, divoratrice di cioccolata e buona forchetta, nasconde, dietro una corazza impenetrabile, le fragilità di un passato che non si dimentica: il dolore per la morte del padre (ucciso da clan mafiosi davanti ai suoi occhi) e il tormentato amore per il magistrato Paolo Malfitano (amore che ha cercato di combattere a lungo ma con scarsi risultati). Vorremmo poterla accompagnare a quei pranzi luculliani alla trattoria di Nino o essere coinvolti anche noi in una di quelle serate a base di film e buon cibo. Dettagli, passioni e piccolezze che in apparenza possono sembrare irrilevanti ,ma sui quali la scrittrice ritorna spesso, perché proprio tra le pieghe di queste abitudini quotidiane si nasconde l’autenticità di un personaggio che ad oggi è tra i più interessanti del giallo italiano.
Emerge nel racconto un amore viscerale per la terra siciliana, per le sue tradizioni (soprattutto quelle culinarie a cui viene dato grande rilievo) e per i suoi panorami selvaggi e incontaminati. Le descrizioni vivide trasportano il lettore in posti unici e spettacolari, cui l’Etna fa sempre da sfondo. Ma non solo.. la scrittrice conferisce un senso di magia, incanto e, oserei direi, sacralità, a un luogo che si è fatto testimone involontario di un delitto cruento e brutale. Con la sua imponenza il Castagno diventa, non solo elemento scenografico, ma personaggio a tutti gli effetti: simbolo del mistero (del delitto) e memoria di un passato mistico e incantato.
Le espressioni dialettali sono frequenti ma non intralciano la godibilità del romanzo, al contrario, rafforzano lo stile e aiutano il lettore a sentirsi parte di questa grande famiglia allargata.
Il castagno dei cento cavalli è un bellissimo romanzo che definirei imperdibile. Porta inequivocabilmente la firma Cristina Cassar Scalia, nel suo stile incalzante, essenziale e rapido. La trama inizialmente sembra procedere lentamente per dare spazio alle vicende personali dei vari soggetti coinvolti ma accelera drasticamente sul finale con un carico aggiuntivo di suspense. La tensione narrativa nelle ultime pagine cresce parecchio e renderà difficile chiudere il libro e dedicarsi ad altro fino a quando il colpevole non verrà assicurato alla giustizia.
Sorellanza, amore filiale, amicizia, senso di protezione, dolore, ansia, complicità.. tutti sentimenti tangibili che si intrecciano come i rami secolari di quell'albero che, dalle pendici dell’Etna, dirige e manovra i fili di una storia che toglie il fiato.