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ascoltare la pioggia
A Pizzofalcone è arrivata la pioggia. In un martedì di novembre come tanti. Inesorabile. Spietata. Implacabile.
E’ pioggia per il vicequestore Luigi Palma, che annega in un mare di solitudine, costretto a vivere il suo amore nell'ombra. Come un ladro e un criminale.
E’ pioggia per l’ispettore Giuseppe Lojacono, sommerso dalla disperazione che allega gli occhi di sua figlia.
E’ pioggia per l’assistente capo Francesco Romano, braccato da un nuovo demone: l’amore che “arriva e butta tutto all'aria come la rabbia”.
E’ pioggia per la vicesovrintendente Ottavia Calabrese che, rinchiusa nella sua gabbia familiare, affoga in un mare di sogni e di sensi di colpa.
E’ pioggia per l’agente assistente Alex Di Nardo, che si trova a remare contro corrente per salvare gli affetti e la famiglia.
E’ pioggia per un’intera città, straziata da un delitto incomprensibile: l’avvocato penalista Leonida Brancato, ribattezzato “re del cavillo”- ormai in pensione per la gioia dei suoi avversari - è stato strangolato nel suo appartamento. L’assassino si è accanito su quel vecchio corpo malandato con una crudeltà che parla di rancore e vendetta. E’ un caso che scotta perché l’importanza del defunto richiama da subito l’interesse delle alte sfere, che vorrebbero affidare l’indagine a personale più qualificato affidabile, con conseguente capitolazione di quella squadra di reietti “cacciati dalle varie strutture per un sacco di ottimi motivi” e che il commissariato di Pizzofalcone ha riunito sotto un unico tetto. Nonostante le malelingue che li reputano inadeguati, i Bastardi proseguono per la loro strada con determinazione e caparbietà, riuscendo, non solo a mettere insiemi i pezzi del puzzle, ma anche ad incastrarli alla perfezione.
La vicenda è accattivante e ben costruita. La risoluzione del caso cattura l’attenzione immediatamente e invita a divorare ogni pagina, con la smania di guardare in faccia il colpevole quanto prima. Se ogni giallo che si rispetti esige un finale imprevisto e imprevedibile allora il romanzo non deluderà nessuno. Tuttavia, a far sospirare il lettore e a tenerlo con il fiato sospeso, sono soprattutto le vicende private di questa squadra sgangherata e fuori dalle righe. Ormai il team si è trasformato in una vera e propria famiglia, legata non da vincoli di sangue e lignaggio, ma da rispetto e fiducia reciproci. Lo stile limpido, pulito e fluido rende la lettura ancora più apprezzabile, unitamente alla scelta di raccontare le motivazioni di un delitto, apparentemente incomprensibile, tramite la voce dello stesso assassino: attraverso questo fiume di parole è più semplice accettare che spesso, oltre i confini del male, si nasconde un cuore che sanguina.
Come pioggia travolgente, poesia e musica impregnano ogni pagina del romanzo, conferendo alla scrittura di Maurizio de Giovanni una connotazione magica e originale. Con grande sensibilità e sorprendente audacia riesce a trasformare una perturbazione climatica, incessante e devastante, nella vera protagonista della storia. Prepotente ed egocentrica, influenza ogni decisione e sommerge tutti i sensi. La vista: è una pioggia fatta di luce. Il tatto: è una pioggia che accarezza la pelle. L’udito: è una pioggia che con il suo stillicidio segna il tempo della vita e della morte. Si insinua nelle pieghe dell’anima rimestando con cieca furia, rancori, turbamenti, paure e rimpianti che si pensava fossero annegati per sempre. Diventa colonna sonora di un delitto e poesia della vita privata, non solo dei protagonisti, ma anche di ogni lettore che, di fronte a questa pagine di dilagante realtà, non ha altra scelta se non quella di lasciarci portare alla deriva, perché la pioggia si sa.. non lascia scampo, martella, incalza ma alla fine se si ha la forza di ascoltarla e di accoglierla può regalare attimi di speranza, conforto e redenzione.
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