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Ancora amore, nonostante tutto.
Dopo aver letto il “Pianto dell’alba” mi chiedevo come De Giovanni avrebbe raccontato la perdita ed il dolore del nostro commissario Luigi Alfredo, rimasto vedovo dell’amore della sua vita. Con Caminito si riprende il racconto, dopo cinque anni, delle storie di ognuno degli ormai "cari e amati" personaggi della bella Napoli. Ancora bella sì, ma con un clima sociale ostile, freddo e guardingo. Gli anni non sono passati senza lasciare tracce, i “nostri eroi” sono invecchiati, un po’ cupi e soggiogati da un opprimente “clima politico”. Il commissario e tutti gli altri sono ancora impegnati a vivere degnamente la propria vita e a scoprire la verità su di un efferato delitto. Ricciardi ha trovato un suo equilibrio interiore continuando a mantenere una stretta comunicazione di parole ed immagini, con la sua amatissima Enrica ed ha una venerazione incondizionata per il frutto del loro amore: Marta. La piccola che ormai ha 5 anni, vive felicemente tra le attenzioni amorevoli dei due “angeli custodi”: la fedele Nelide e la contessa Bianca. Scopriremo come, a dispetto dei timori del padre, la piccola ha qualcosa di "speciale" che l’amore dei genitori le hanno donato e che sarà di aiuto e consolazione per molti. Bellissima e ricca di speranza la storia parallela, in Argentina, della nostra " inconsolabile " Livia. Ci sono sviluppi interessanti per tutti, anche per chi nel passato è stato un po’ in ombra, come ad esempio il capo della polizia Garzo. Il risultato finale è veramente piacevole ed interessante, De Giovanni si dimostra ancora una volta di essere un autore sensibile e ricco di umanità, le sue descrizioni sono sempre esaustive e poetiche. Sa esprimere molto bene l’animo umano ed ognuno ci si può " ritrovare".