Dettagli Recensione
Bagno Antaura
Edo è il bagnino tuttofare del Bagno Antaura, un lido di Viareggio. Guia è sua moglie e l’amore della sua vita.
Si sono conosciuti proprio al Bagno Antaura, a un evento letterario organizzato proprio da Edo, per la padrona del Lido, la signora Bardi, che scoprirà poi essere la mamma di Guia.
Guia è una aspirante scrittrice, o meglio è in cerca di un editore che la aiuti a pubblicare i suoi libri. Ma il mare, la notte, la noia, gli sguardi complici e Edo e Guia finiscono a fare l’amore nella cabina n. 7.
“Cos’è rimasto dei due sensazionali sconosciuti che eravamo quella sera?”
Su questa riflessione si centra tutto il romanzo.
Così inizia la loro storia che oggi, a distanza di anni da quell’incontro passionale, vive una profonda crisi dovuta a un figlio che non arriva. E negli svariati tentativi per ottenerlo, pian piano l’amore che li univa si spegne.
In questa crepa si insinua Anna.
Anna lavora per una ditta edile che Edo ha contattato per i lavori di ristrutturazione al Lido.
Tra loro nasce una profonda confidenza, sincera e complice allo stesso tempo, che alla fine culmina con un’inevitabile incontro passionale di un solo pomeriggio, dopodichè Anna scompare e di lei si perdono le tracce.
E’ inutile dilungarsi sulla trama, che comunque venga narrata, sembrerebbe molto banale, l’amore vero, il tradimento, i sensi di colpa, la negazione.
Ma questo non è il libro di Simi, quello che lui riesce, sorprendentemente, a fare è legarci ai personaggi, e ai luoghi, oltre che a appassionarci alla storia.
Leggendo vediamo il mare, ne sentiamo l’odore, gli ombrelloni che si aprono in estate e che si chiudono alle prime mareggiate che annunciano l’inverno, sentiamo la sabbia sotto ai piedi, e la malinconia della bella stagione che se ne va, le risa che si dissolvono ai primi temporali estivi, il sole che tramonta sempre prima e che segna i giorni, i mesi, le stagioni, gli anni.
“L’estate ci mette tre mesi per diventare perfetta e lo fa a Settembre. E a quel punto, raggiunta la perfezione può, solo finire.”
Percepiamo, come se fosse nostra la malinconia del protagonista, il suo dolore per l’amore che sta perdendo, il freddo vuoto che gli lascia dentro.
“Mentre inizia a piovere rimango a guardare fuori. In ogni goccia si riflette un minuscolo mondo chiuso sotto una volta trasparente e uguale a tutti gli altri. Sembrava non finisse mai quest’estate, invece stava solo morendo di nascosto. Che la pioggia se la porti via prima che inizi a marcire.”
La trama ci cattura sin dalle prime pagine, un intricato mistero che ci tiene incollati fino alla fine, e che nonostante sia narrata con un pizzico d’ironia, ci lascia tanta amarezza.
Simi ha uno stile inconfondibile, unico, che pur trattando di contenuti, se possiamo dire, banali, ci regala spunti di profonda riflessione, che ci portano anche a rileggere alcuni passaggi.
“Mi sembrò odioso e insopportabile come un’erba infestante. Sono quelli così che vanno avanti, mi dicevo. Gli indifferenti, i voraci, quelli che chi se ne frega…Non sono i migliori…sono semplicemente i più insensibili. Quelli che attecchiscono dove non si dovrebbe, nel freddo e nel marcio, nella sabbia e nelle crepe dell’asfalto. Sono i predatori indomiti…Loro lasceranno la traccia sul Pianeta…dall’alto della loro rapace, intransigente mediocrità.”
Un libro che si divora, un noir, psicologico, ma anche sarcastico, scritto con la giusta leggerezza, senza abbassare mai il ritmo e la tensione narrativa.
Il romanzo è anche un tuffo nel passato, in un tempo nostalgico, fatto di ricordi che ti allontanano dal presente e dalla realtà.
“Il tempo non è sempre lo stesso. Il tempo non è oggettivo, cambia densità, si fa vischioso. Non si ferma mai, è vero, ma altre volte gira su stesso e ha il potere di risucchiarti in un gorgo.”
Una lettura imperdibile per gli amanti del genere.