Dettagli Recensione
Il frustino
Vipera è una prostituta, bellissima. La più bella di Napoli. E un pomeriggio viene trovata uccisa nel suo letto nel bordello dove presta i suoi servizi. Il caso è particolarmente complesso, perché fin da subito è evidente che tanti sono i possibili colpevoli e tanti sono i moventi, così come nello stesso tempo tante sono le persone che le volevano bene. In contemporanea al caso si evolve la storia del protagonista, il commissario Ricciardi, che in questo episodio vede dapprima allontanarsi per poi riavvicinarsi la donna del nord, così tanto di lui innamorata, Livia. D’altra parte Ricciardi ha una ferita insanabile dell’anima, perché ha il dono di sentirsi arrivare addosso il mormorio dei morti e la consapevolezza del loro dolore e questo dono è per lui una condanna, perché lo porta a chiudersi, alla vita e all’amore. Ed anche la delicatezza di Enrica, che rappresenta il fascino di una normalità da cui si sente escluso, non riesce a sfondare la sua corazza di difesa. Oltre alle dinamiche della trama, come sempre è la penna di questo autore a lasciare il segno, con i suoi tratti gentili, delicati, rispettosi, incisivi. Il capitolo della notte di primavera è pura poesia narrativa, perché senza fare nessun nome di nessun personaggio, ci tratteggia ogni loro pensiero. Ed il capitolo delle pastiere è narrativamente meraviglioso, perché tutto concatenato, tutto collegato. Caratteristiche stilistiche che mi colpiscono sempre e che trovo eccellenti.