Dettagli Recensione
Il romanzo dell'infanzia perduta
Quarto episodio della serie del commissario Ricciardi, ambientata nella Napoli degli anni ‘20, che dipinge una città dai colori grigi e dai toni freddi, in sintonia con la malinconia intrinseca del protagonista, un uomo destinato a camminare nel dolore e ad esserne soffocato. L’indagine ruota attorno alla morte di uno scugnizzo, un bambino come ce ne stanno tanti in questa città, sulla strada, un po' figli di nessuno, un po' abbandonati a se stessi, un po' figli di chi se li trova sulla propria strada e ne può cambiare, nel bene e nel male, le sorti. Interessante è la storia, il Fatto che si rivela in maniera inaspettata, ma più ancora lo è l’evoluzione dei personaggi, anche di quelli secondari. Ci ritroviamo a provare sempre più simpatia per Bambinella, che si rivela essere il centro dell’informazione della città, così come a trovare sempre più irritante Garzo, sempre più schiavo dei poteri forti. Magistrale il capitolo in cui l’autore descrive una domenica sotto la pioggia, con il punto di vista di tutti i personaggi, in una girandola che li tocca tutti, senza dire il nome di nessuno. Un tocco di classe la postfazione, in cui l’autore dialoga direttamente con uno di loro, in questo caso il dottor Modo, in uno scambio che trascende reale ed irreale, Napoli vecchia e Napoli nuova.