Dettagli Recensione

 
Pioggia per i Bastardi di Pizzofalcone
 
Pioggia per i Bastardi di Pizzofalcone 2024-05-17 20:56:19 Bruno Izzo
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    17 Mag, 2024
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

…e fuori nevica

Con “Pioggia”, l’ultimo suo romanzo seriale che vede per protagonisti gli oramai noti operativi di polizia in organico al commissariato di Pizzofalcone in Napoli, Maurizio De Giovanni non intende riferirsi solo alla precipitazione atmosferica uggiosa e torrenziale, malgrado la persistenza della stessa che, pressoché incessantemente, fa da sfondo, da scenario acqueo vaporizzato, alle vicende narrate.
E lo dichiara subito, già nelle prime righe: la pioggia la intende come sentimento.
La pioggia qui fa solo da unione, è come un denominatore comune, i fatti accadono velati dalle gocce più o meno grosse e fitte, e vengono descritti come dall’esterno di un acquario; tuttavia, la loro visione non risulta affatto distorta, le vicende fluttuano regolarmente in onde sinuose ed eleganti, scorrono in un mezzo comune.
I rovesci riversati dai nuvoloni grigi, per quanto scrosci continui ed insistenti fino all’ultima pagina, sono essenziali alla trama perché sono perturbazioni, certamente, ma dell’anima dei personaggi.
Sono cateratte d’acqua che scuotono il telaio interiore di protagonisti e comprimari, molto più che rivoli tumultuosi che, come cascate, si scaricano per devastare strade, paesaggi e intelaiatura di una città a torto considerata desueta a certi accadimenti atmosferici. Niente luoghi comuni, in questa storia, niente se non piove ora quando, la terra vuole acqua, o simili. “Pioggia”, qui e ora, non è un romanzo, nemmeno un giallo in senso stretto, è un sentimento, De Giovanni incanta con la storia dell’acquazzone intrinseco ed improvviso che talora tuona in chiunque di noi, e rivolta a galla ricordi, pensieri, rimpianti, rimorsi. Il bene compiuto è bello pesante, sta a fondo, non riemerge, ma il male è banale, perciò fatuo e leggero, galleggia, e scatena tempesta.
I fatti del passato, allora, qualsiasi superficie riflettente come uno specchio d’acqua te li presenta a chiedertene conto, ammenda e spiegazione; si scatena nel proprio interno un’alluvione di sentimenti che tutto travolge e rivolta, portando in vista alla propria coscienza, alla personale consapevolezza, umori sopiti, brividi improvvisi, emozioni dimenticate di vario colore, spesso quelle più nere.
Non è una tempesta che, ritiratosi le acque, lascia al suolo nel suo rifluire negli argini del limo buono e fertile, è temporale invece che fa male, acqua che può trasmutarsi in geyser, erutta bollente dal profondo allorché trova il canale adatto per riversarsi all’esterno, e scotta, fa male. Spinge ad uccidere, e così ustiona vittima ed assassino, li deturpa entrambi. “Pioggia” è rivoluzione, è il leit motiv della trama, ciascuno a suo modo, protagonisti e comprimari, si misurano con quella e con quella interagiscono, l’acqua funge da collante, è il bacino liquido e turbolento nel quale sussultano le vicende, sia quelle della vittima nonché quelle intime e personali dei componenti il team investigativo. Cosicché si creano storie nella storia: dapprima le indagini su un delitto, che di per sé investigano non tanto sulla morte della vittima, ma sulla sua esistenza in vita, poiché solo in quella si possono rinvenire i motivi che hanno portato al fatto delittuoso. Quindi, si sonda tutto quanto a conoscenza di vicini, parenti, comparse e sodali della stessa. In parallelo, si saggiano le vicende personali dei componenti della squadra poliziesca, nata come una sorta di parcheggio di derelitti, se non di discarica, di elementi scomodi di vari distretti di polizia sparsi per il comprensorio metropolitano. Rivelatosi invece un tutt’uno abile ed affidabile, per aver raggiunto lusinghieri risultati professionali sul territorio, e però ancora in discussione, ancora sulla corda e costretti ad industriarsi sempre una spanna buona sopra l’eccellenza a pena di scioglimento, con la solita motivazione di invidiose meschinità politiche. Riuscendovi alla grande, facendo leva sul sentimento di unione che li contraddistingue, dimostrando con i fatti che se la pioggia fa da unione, l’unione fa la forza, raggiungono risultati e soluzioni esclusivamente agendo da squadra solidale.
“Pioggia” è un racconto di sentimenti allora, e perciò è un bel raccontare: poiché De Giovanni in questo eccelle, non tanto nel creare intrighi polizieschi, in cui comunque si sbriga alla grande, ma perché ha bella penna nel delineare i meandri dei sentimenti, è il campione del sentimento principe della sua città, la sensibilità. Ascolta con attenzione gli umori della sua città, ricettiva e empatica, riversandoli su carta ha creato un format fortunato, che si ripete da qualche volume e però funziona sempre, miscela alla grande passione e sentimenti, ordine e rigore, azione e reazione, sprazzi di umorismo e momenti di autentica solidarietà, si destreggia con bravura, esperienza, tecnica e maestria, i suoi sono libri già visti e sempre nuovi, sempre graditi, poiché i buoni sentimenti, certi valori, alcune virtù, fanno giri immensi, magari si bagnano, poi tornano. Ci ritornano: come il senso dell’amore per i propri figli.
Perciò, magari fuori non solo piove, ma nevica, non importa, non vale a fermarli, si industriano spasmodicamente per i propri figli l’ispettore Giuseppe Lojacono con la giovane Marinella, sotto la pioggia battente; l’agente Francesco Romano con la piccola Giorgia, sotto la pioggia fortissima; Elsa Martini, ed il PM Diego Buffardi con la loro figlioletta, l’incredibile Vittoria, sotto una pioggia incessante; finanche l’avvocato Leonida Brancato, con il proprio figliolo Giancarlo e con la figliola acquisita, Brigida, che in realtà è la nipote, sotto una pioggia improvvisa; il boss della camorra Saverio Sibillo con il suo degno figlio Gennaro, travolti da una pioggia tumultuosa, e Ottavia Calabrese con lo sfortunato Riccardo, sotto una pioggia struggente; Adolfo di Nardo e la moglie Nora, genitori dell’agente Alex Di Nardo, sotto una pioggia preoccupante.
E altri, ma inutile tirarla a lungo oltre, lasciamo fare alla pioggia, tanto, prima o poi, smette. Per poi riprendere, a tempo debito, sono cose della vita.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Maurizio De Giovanni
Trovi utile questa opinione? 
50
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.4 (2)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Il passato è un morto senza cadavere
La regina dei sentieri
Stivali di velluto
Brisa
Il dolce sorriso della morte
Il castagno dei cento cavalli
Mare di pietra
Mala. Roma criminale
Una morte onorevole
Il bacio del calabrone
Giochi di ruolo
Pioggia per i Bastardi di Pizzofalcone
Dalla parte del ragno
L'orizzonte della notte
Pesci piccoli