Dettagli Recensione
Le ultime emozioni dei morti
Giallista italiano capace di creare personaggi che sono gemme. Capace di circondarli di personaggi minori che sono forse ancora più speciali. Come in questa serie che vede come protagonista il commissario Ricciardi, dalla ciocca di capelli ribelle, ma nei cui casi ritroviamo sempre un brigadiere, Maione, ed un personaggio locale, Bambinella, a cui ci affezioniamo ogni volta di più. Il commissario ha la capacità di percepire il dolore sospeso nell’aria dopo una morte violenta e questo dono per lui è una condanna ad una solitudine e ad un senso di angoscia da cui non riesce ad uscire. La sofferenza fa da perenne sfondo alla sua vita e lui non riesce a sganciarsi da questa sensazione di fondo che lo tormenta e che lo affligge. L’ottuso ripetersi dell’ultima emozione dei morti è la sua ossessione, fino alla soluzione del caso, che gli dà un senso di liberazione. Il baratro in cui precipitano i sopravvissuti è la ciò che dà un senso al suo lavoro. Il suo intuito è la chiave per comprendere il movente e trovare il colpevole, perché sono sempre le passioni a generare le morti violente. Le sue storie hanno sempre un colore grigio, un velo di tristezza e malinconia che è difficile scostare. Ma se è vero che un uomo muore quando non significa più niente per nessuno, i morti che il commissario incontra sulla sua strada non muoiono mai.