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Chiudemmo gli occhi e aspettammo
Sandrone Dazieri immagina un ragazzo quindicenne nel 1993. Gli capita di vivere in quella Toscana funestata dai delitti del mostro di Firenze. un mostro che è in carcere, ma che non convince molti. la scia di terrore che ha lasciato nelle campagne fiorentine ancora continua a fare sussultare chi vi si addentra. Ma poi e soprattutto, le cose stanno come si racconta o dietro ci sono ancora misteri irrisolti? Chi veramente faceva parte di quel fantomatico gruppo di assassini dediti a riti satanici, a orge e ad atroci delitti? Di tutto questo Antonio si preoccuperebbe poco, se non fosse che suo padre: il mago, muore in un incendio nella suo roulotte. Una rapida indagine nel campo di giostrai in cu è avvenuta la morte liquida la questione come un tragico incidente. Pare che l'uomo, noto astrologo, abbia lasciato qualcosa sul fuoco, e da lì il fuoco si sia propagato nella sua roulotte trovando strada facile grazie ai numerosi materiali infiammabili di cui era composta. Me, e se non fosse così? Spinto dalla curiosità Antonio si introduce nel deposito dove è sotto sequestro il mezzo e trova appeso sopra il sedile un mazzo di rose rosse chiaramente poste lì di recente. Questo e l'insistente richiesta di riavere un pacco appartenuto al padre, fatto da un presunto amico di famiglia lo mette in allarme e lo spinge a farsi delle domande su una vita segreta del padre, magari collegata al mostro. Scopre alcune cose, altre le sospetta, altre ancora non osa neppure tradurle in parole. Alla fine con la sua ragazza si chiede " Forse il mostro di Firenze non c'entrava, forse mio padre aveva aperto il gas per errore. Magati i fiori, i ladri, i libri di magia erano avvenimenti senza ragione."
Questo libro parte con delle premesse importanti. La scelta di abbinarlo a un caso, che anche se piuttosto datato, ancora stuzzica la curiosità dei più è stata certamente una balla furbata da parte dell'autore. Il modo in cui è stata sviluppata la trama, però mi ha entusiasmato poco. Non tanto il fatto che in definitiva non ci vengono date delle risposte chiare. Avevamo dei dubbi all'inizio e ce li teniamo fino alla fine. In realtà trova che il libro sia piuttosto lento, con colpi di scena poco clamorosi, spesso scontati. I personaggi sono privi di spessore: delle caricature dei cattivi. Probabilmente si tratta di qualcosa di voluto visto che anche nella realtà abbiamo avuto modo di conoscere più dei poveri diavoli che dei feroci demoni. questi ultimi probabilmente sono rimasti ben nascosti. Lo stesso autore nelle note finali cita tutti i delitti di quel periodo a cui si è ispirato e che sono stati considerati probabilmente collegati a quelli del mostro, anche se le indagini non hanno portato a risposte certe. Tenuto conto anche di questo fatto concluderei con un bravo per l'impegno, anche se il risultato finale è poco convincente. Non sempre basta la fantasia e la capacità di narratore per riempire i buchi che mancano nel racconto della realtà.
Indicazioni utili
- sì
- no