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De Luca e le vicende del 1943.
E’ indubbiamente un giallo che appassiona, anche perché ambientato in un periodo storico particolare, da luglio a settembre del 1943, mesi di rapidi e inaspettati capovolgimenti di fronte, nei quali non era facile schierarsi in una guerra che sembrava finire ma che doveva ancora riservare sorprese e sussulti. Il nostro bravo commissario di polizia De Luca (qui al sesto episodio della serie a lui dedicata) gode nella sua Bologna di ottima reputazione, ma non si aspettava certo di doversi occupare di una vicenda così pericolosa e intrigante quando scopre in un casolare periferico un tizio, detto Borsaro, ed un ragazzino, di guardia ad un deposito di salumi, olio ed ogni bene accumulato di nascosto e rivenduto poi clandestinamente. Non solo, in un locale attiguo scopre un cadavere senza testa: arriva la Scientifica, il console Martina, altri poliziotti, portano via tutto compresa una misteriosa borsa … De Luca vorrebbe indagare, ma viene invitato a calmarsi, a prendere tempo, a dedicarsi ad altro: incautamente non si rende conto che sta per infilarsi in un intrigo dove politica e interessi si intrecciano a traffici illeciti e delitti. Siamo a luglio, 1943: la notizia che il Re ha destituito Mussolini piomba a Bologna suscitando agitazioni e tumulti: sventolano bandiere rosse, si apre la caccia al fascista e De Luca corre il rischio di essere ucciso da un gruppo di facinorosi, ma il movente sarà un altro: De Luca vuole fare il suo dovere, ma c’è chi tenta di sviarlo, soprattutto quando viene trovata la testa scomparsa che però appartiene ad un altro cadavere: un morto senza testa ed una testa senza corpo! De Luca però non demorde: continua ad investigare e scopre che alla base di tutto, anche dei delitti (ce ne saranno altri due), c’è un importante traffico di droga, nel quale sono invischiati anche pezzi grossi della polizia. Intanto Mussolini torna al potere, il Re è pronto a fuggire, i tedeschi occupano la città: De Luca, invitato a dimettersi, non ci sta, teme per la sua vita, sa troppe cose, solo la sua fidanzata Lorenza cerca di stargli vicino, con devozione e coraggio. Anche se alla fine, in modo rocambolesco, i colpevoli la pagheranno, resta sempre un velo di malinconia, come di qualcosa di incompiuto, di qualcosa che si poteva fare meglio ma che è stato impedito dal corso particolare della storia e dei suoi tempi. De Luca è alla ricerca disperata di una verità che gli sfugge, di una verità che deve rimanere nascosta: una verità che non può essere rivelata e che rallenta forse anche il ritmo del giallo, che deve scontrarsi con il susseguirsi frenetico di eventi storici determinanti per la Storia dell’Italia, un Paese che all’epoca dei fatti narrati cambiava padrone ogni mese.
Grande è l’abilità di Lucarelli nel descrivere il tormentato momento storico attraversato in quegli anni dall’Italia: momento in cui non era ben chiaro per i tutori dell’ordine da che parte stare, tanto rapidi e ingannevoli erano i cambiamenti. Cambiamenti che spesso hanno reso quasi impossibile la punizione di colpevoli d’alto livello.
Un giallo che si legge con partecipazione, soprattutto da parte di chi quegli anni li ha vissuti e li ha sofferti.
Da consigliare senz’altro.