Dettagli Recensione
Dopo la Trilogia
Fortunato personaggio nato dall’abilissima penna dello scrittore Roberto Costantini, Michele Balistreri, commissario dall’animo tormentato e i modi spicci non sempre poliziescamente ortodossi, riappare in questo romanzo pubblicato nel 2016 dopo la bellissima e più che appassionante “Trilogia del Male”.
Rispetto alle vicende narrate nei volumi di quest’ultima, incentrate come sono sulla storia personale e familiare di Balistreri (in particolare quelle de “Alle radici del male” con tanto di ambientazione libica), non c’è paragone, i toni risultano decisamente diversi. Anzi, in verità, la prima parte de “La moglie perfetta” è pressoché monopolizzata dalle voci dei personaggi che animano i casi attorno ai quali ruota la trama, tant’è che, inizialmente, si potrebbe avere il sospetto che al nostro commissario sia stato stavolta assegnato un ruolo marginale legato giusto alle indagini in corso. Quella del dottor Giovanni Annibaldi, detto Nanni, psicologo dedito a terapie di coppia, è una di queste nuove voci che raccontano e si raccontano ampiamente; sembra quasi essere lui il protagonista del libro, sino a quando non inizia a parlare anche la moglie Bianca Benigni, pubblico ministero a Roma. Ma, da un certo momento in poi, il buon vecchio Mike si riprende con decisione la scena, il suo io narrante se ne fa di nuovo padrone, accompagnandoci a poco a poco verso l’epilogo di un thriller/poliziesco che, ancora una volta, non mancherà di coinvolgere e sorprendere il lettore.
“E l’ho imparato da ragazzo, da mia madre, che a volte la follia è l’unica forza che può staccarci da ciò che conviene spingendoci verso ciò che è giusto”
Mi è piaciuto molto ritrovare tra queste pagine Balistreri, anticonformista e ribelle nato (e ne dà l’ennesima prova), come l’avevamo lasciato al termine della sopraccitata trilogia con la scoperta di un legame di sangue davvero inaspettato; vedremo poi dove porteranno gli ultimi sviluppi della sua vita privata. Nel complesso, dunque, un romanzo ben riuscito che ci parla non solo di malavita organizzata, violenza e avidità, ma anche di sentimenti e di come troppo spesso si finisca per voler diventare a tutti i costi – e non senza fatica e infelicità – partner perfetti di relazioni imperfette.