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Spadafora e la prima indagine
«Morto. Ne era certo. Lo aveva percepito immediatamente come avrebbe fatto chiunque avesse visto, anche una volta sola, un morto.»
Siamo a Brescia, è caldo, l’estate non accenna a mitigare il suo incedere di afosità e calura. In questo contesto chi è fortunato si reca in località balneari o montane alla ricerca di ristoro o refrigerio, viceversa chi resta in città si arrabatta in quel che resta a disposizione. È in un clima come questo che per Roberto Spadafora, capitano dei carabinieri, ha inizio l’indagine. Eh sì, perché proprio in questi giorni di festa del Ferragosto, ecco che si risveglia la città con la scoperta di un omicidio efferato: Marco Piovani è stato assassinato da un colpo d’arma da fuoco alla nuca ed il corpo è stato rinvenuto sul luogo del lavoro. Sulla scena alcuna traccia del colpevole e, ancor meno, è evidente o ravvisabile un presunto perché di questa morte. Quale potrebbe essere il movente? Cosa e chi si cela dietro la sua morte? Chi avrebbe potuto trarne profitto o vantaggio?
Roberto Spadafora, dal carattere eclettico ma l’acume unico, si ritrova a dover indagare su un mistero non semplice da risolvere e che in più occasioni lo riporterà anche al passato, a un passato fatto da un terrorismo “a cinque punte” e a fantasmi di una vita forse non così tranquilla.
Quello proposto da Gian Luca D’Aguanno è un giallo/poliziesco davvero piacevole che si struttura in un crescendo costante che appaga e soddisfa il lettore. È bene precisare che l’indagine e il protagonista potrebbero far tornare alla mente il Vicequestore Rocco Schiavone e che quindi, per chi già ha amato la serie di Manzini, certamente questo primo capitolo delle avventure dedicate a Spadafora non deluderà le aspettative, ma la maestria del romanziere è anche quella di sapersi staccare dall’idea di un personaggio più noto donando autorevolezza, corpo e spessore ma anche autenticità a un protagonista che saprà far parlare di sé anche in futuro.
«Spadafora tacque per qualche istante fermandosi a meditare sulle parole di Lopez. In effetti, chi altro poteva essere stato? Pensò fra sé.»
A far da cornice una Brescia da scoprire, una serie di personaggi che ben fanno da spalla, una vicenda intrigante e un ritmo narrativo ben ponderato e cadenzato che cresce piano piano, poco alla volta. La curiosità nel lettore di leggere ancora dell’autore resta, dunque, a quando il prossimo Spadafora?