Dettagli Recensione
Non solo fame
Tra le pagine di questo romanzo, si apre un viaggio all'insegna della bestialità umana dove le analisi sulle cause non sono sufficienti per mitigare le immagini crude e spietate che si susseguono.
La miseria quella più profonda può essere la dinamo unica per far scaturire comportamenti amorali, per spingere l'uomo oltre il confine del lecito?
Un quesito che aleggia durante ogni momento della lettura.
All'inizio fu una famiglia ed uno status di povertà, poi è seguita la violenza come giustificazione della fame, ma una forma mentis anomala e alterata non tarda a mostrarsi in tutta la sua evidenza.
La storia raccontata non brilla per originalità, a tratti la mano dell'autore sembra eccedere sul particolare macabro e riprovevole come per stupire lo sbigottito lettore.
Ciò che permane di questa lettura a tratti gotica, è un impatto emotivo deciso, un senso di disagio di fronte ai personaggi, stupore e disapprovazione, mai giustificazione alcuna; forte il sentore che l'autore detti un gioco alquanto duro per confondere il pubblico, alternando ai gesti efferati una sorta di ricerca delle cause iniziali che hanno dato origine a tutti i mali.
Destabilizzante e provocatorio, sicuramente all'autore va riconosciuto il potere di tenere in scacco fino al termine, dove ciascun lettore cerca di trovare uno spiraglio di luce dopo aver percorso tanto buio.