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IL SESTO CASO DI VANINA
La storia è ambientata in Sicilia tra Catania e Palermo e la mattina del sei di febbraio la festa di Sant'Agata è ormai terminata ma una notizia sta per sconvolgere tutti, viene ritrovato il cadavere di un uomo, nel Municipio, in una delle Carrozze del Senato.
A fare questa terribile scoperta sono due ragazze francesi: Estelle e Nina in Sicilia con il programma Erasmus, erano curiose di vedere cosa ci fosse all'interno della ricca e antica berlina e dopo aver scavalcato il cordone hanno trovato la vittima sgozzata in una pozza di sangue.
Viene chiamata, per indagare sull'accaduto, il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, il personaggio che dà il nome alla serie.
Questo evento drammatico scuote tutta la comunità catanese, il cadavere appartiene a Vasco Nocera, classe 1946 e fervente devoto; spetta a Vanina il compito di scoprire cosa è successo all'uomo, la donna dovrà scavare a fondo nella vita della vittima, nelle relazioni famigliari e di amicizia.
Mi fermo qui con il caso giallo altrimenti rischio di fare degli spoiler e non ci sarebbe più la curiosità nel continuare la lettura.
Vanina è un personaggio che sembra forte e combattivo ma dentro di sé ha molte fragilità, si fa prendere dal lavoro anima e corpo e ha una personalità che mi incuriosisce. Ha molta esperienza nel suo lavoro, è corretta e cerca sempre la verità, lotta con tutta se stessa per trovarla e punire il colpevole; ma anche nel capire le ragioni che lo hanno spinto a commettere il reato.
Vaniva non è da sola, ha attorno a sé una serie di personaggi comprimari che la sostengono e danno rilievo ancora di più al suo personaggio. Ricordiamo, tra gli altri, il vero mentore della protagonista, il commissario in pensione Biagio Patanè, una vera risorsa e aiuto per Vanina.
Quello che manca secondo me è un personaggio veramente cattivo, un vero antagonista qualcuno che metta un po' di pepe nella storia.
"Quanti anni erano che aveva a che fare con cadaveri di ogni genere e provenienza? Una quindicina, all’incirca. Eppure ogni volta la reazione era la stessa. Repulsione, pena, rabbia. Un miscuglio di sensazioni che all’istante innescavano un meccanismo inarrestabile. La fretta di capire, di scoprire, di punire." (cit.)
Il caso crime è centrale nel libro però è anche quello che mi entusiasmata di meno, lineare senza grandi colpi di scena; la narrazione scorre velocemente ma il ritmo e la suspense sono quasi inesistenti e questo purtroppo è importante per me quando leggo un libro di narrativa di questo genere.
Ho apprezzato molto l'ambientazione della storia divisa tra Palermo e Catania, l'importanza delle tradizioni e delle feste popolari e mi è piaciuta anche l'idea dell'accostamento del dialetto siciliano all'italiano che secondo me ha dato maggiore credibilità e autenticità al testo. Forse alcune volte è stato enfatizzato troppo ma, per me, è stato sicuramente una scelta azzeccata.
Lo stile dell'autrice è molto semplice, traspare l'amore che ha per la sua Sicilia, per la sua terra, ma avrei preferito più mistero, più curiosità nello scoprire il colpevole; in alcuni punti la lettura è risultata un po' noiosa. Si parla moltissimo di cibo, che sbagliato non è, però quando è troppo diventa stucchevole.
E' un libro che diventerà presto una serie tv, ma purtroppo per me, questo sarà un crime che dimenticherò facilmente.
Rispetto ad altri autori italiani e contemporanei che scrivono lo stesso genere della Cassar Scalia, ho trovato che questa scrittrice fosse più debole e credo ci siano dei nomi con più talento nel giallo.
Lo consiglio a chi ama il genere crime prevedibile e leggero, io preferisco qualcosa di più cruento e in generale gli autori scandinavi, ma sono sicura che ci saranno dei lettori che lo apprezzeranno soprattutto chi non è molto avvezzo al genere.
Vanina è un personaggio costruito in maniera convincente e anche la sua squadra è un bel gruppo credibile e abbastanza verosimile, per questo avrei preferito leggere un caso giallo più solido e con un po' di suspense in più.
Indicazioni utili
- sì
- no