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Mai una certezza
Questo non è il libro che ci si aspetta da Andrea vitali. Niente Bellano, niente lago di Como e neppure l'aria dell'insieme di varia umanità che popola di solito i suoi racconti. Invece un ometto, come tanti, a cui capita di spostarsi per lavoro e che strada facendo viene fermato per un controllo e gli viene contestato di avere al carta di identità scaduta. Da qui inizia un viaggio folle tra realtà, sogno e fantasia. Arrestato da una qualche autorità severa e poco comprensiva finisce in una cella isolata dal mondo. Tenta di fuggire ma si ritrova sempre al punto di partenza. E' un sogno, un incubo, sta delirando? Vitali non ce lo dice e lascia a noi decidere. Questo libro mi ha lasciato abbastanza perplessa, soprattutto perché è diverso da quello che mi aspettavo. Non sono sicura di averne capito a fondo il significato, anzi non so neppure se ci fosse qualche metafora o altro di particolarmente profondo alla ricerca del quale scavare. Ci vedo, con le dovute cautele, qualcosa di simile al Processo di Kafka, ma considerando l'ironia e il piacere nel gigioneggiare dell'autore potrebbe anche trattarsi solo di una presa in giro.
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