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Nostalgia per Sara
Torna Maurizio De Giovanni, con un nuovo libro intitolato Un volo per Sara. Torna anche la sua protagonista, Sara Morozzi, una “donna invisibile”,
“una donna di media statura dall’aria dimessa, capelli grigi, niente trucco, niente tacchi, vestiti dozzinali, ma la pelle liscia ed elastica, i tratti raffinati, gli occhi azzurri e profondi cancellavano l’interesse per chiunque altro fosse presente”.
Donna sposata, facente parte di un Nucleo Speciale dei Servizi Segreti, abbandona senza esitare il marito Carlo e il figlio Giulio, per seguire un amore grande, quello per il suo dirigente Massimiliano Tamburi, che morirà colto da un male incurabile. Morirà , in un incidente, anche l’amato figlio. A lei che, la forte nostalgia rende sempre più invisibile, non rimane che l’amato nipotino e la nuora Viola. E’ in loro compagnia quando apprende che un aereo, diretto ad Olbia, è miseramente caduto in mare. Tra i passeggeri eccellenti un oscuro personaggio, tale Pierfelice Ribaudo:
“Imprenditore del divertimento, proprietario di ristoranti di lusso e discoteche, collezionista d’arte e inveterato playboy, con interessi nella motonautica e nell’alta moda”.
Perché costui è tanto importante?
“Un personaggio scomodo, una scheggia impazzita che aveva stretto e mantenuto rapporti con molti uomini potenti. Ricostruire la rete dei suoi contatti con sarebbe stato facile.”
Alla tv mandano in onda la sua ultima intervista rilasciata poco prima di salire su quell’aereo, quando una voce di donna trasporta Sara all’indietro nel tempo. Al tempo in cui in Italia vigeva il sistema tangentizio, a mazzette di denaro che circolavano, di corrotti e corruttori. Cosa ha a che fare la caduta di quell’aereo con quel periodo? Cosa trasportava la misteriosa “signora”? Sara riuscirà anche questa volta a risolvere il caso?
Torna un personaggio caro a Maurizio de Giovanni, ovvero Sara Morozzi e la sua squadra ufficiosa, composta da Teresa Pandolfi detta la Bionda, Andrea Catapano, un uomo dei Servizi Segreti in pensione, quasi cieco, che ha imparato ad affinare tutti i restanti sensi; l’ispettore Davide Pardo, e Viola, sua nuora. Tutti quanti, in misura diversa, hanno imparato a lavorare con lei, e concorrono alla risoluzione del caso. Un giallo a tutti gli effetti, con la protagonista in prima persona, molto nostalgica, che racconta episodi importanti della sua vita e del suo passato. Emerge, oltre all’indagine vera e propria, anche l’importanza delle scelte fatte, a cui Sara guarda con nostalgia sempre crescente. Una trama ben congegnata, personaggi seriali ben delineati, per cui il libro, pur facendo parte di una serialità, si può leggere e gustare anche autonomamente. Un bel giallo che strizza l’occhio a una parte misteriosa, e per certi versi ancora irrisolta, del nostro Bel Paese. Ottima lettura!
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Commenti
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innanzitutto voglio dire che assolutamente dissento con quanto lei afferma. In primo luogo dire di un autore che l'unico motivo di apprezzamento è che scrive bene , è già di per se una contraddizione di termini. Sai quanti scrittori possono avere questa accezione? Pochissimi. Lo scrivere bene è già motivo di apprezzamento in quanto tale. Che la storia possa essere fragile, può anche essere, ma ci sono anche libri che possono essere intrinsecamente più leggeri di altri e non per questo non essere apprezzati. Non crede? Si deve solo leggere alta letteratura? Questo è un giudizio che rivela essere solo da snob, che francamente mi sembra abbastanza caustico in sè. poi se la lettura l'ha delusa, questo è un suo problema , non mio. Ho espresso le mie motivazioni in modo assolutamente preciso, elencando i lati positivi e negativi. Giustificando, oltretutto. Poi se la mia recensione è ritenuta da lei inutile, questo non mi tocca. Chiedo solo se lei ha scritto e valutato 853 libri come ho fatto io, dopo di che allora possiamo discutere. Ma con un atteggiamento meno drastico, e più professionale. che non mi sembra proprio il suo caso. Non è per fare polemiche, ma ciò che Lei è andato affermando mi sembra intrinsecamente debole e niente affatto costruttivo. Quando si legge può non piacere ciò che si sta leggendo, ma lo si demolisce con motivazioni più forti. e non tanto per dire. Inoltre la lettura è sempre molto personale, ma i giudizi devono essere impari e non determinati dal caso. E' il bello intrinseco della lettura, se sa a cosa mi riferisco. Grazie comunque del suo giudizio negativo, di cui dissento in modo totale , ma con ragioni più che fondate!
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La storia è fragile e leggera infarcita di rimandi al passato che per chi ha letto tuti i precedenti risultano noiosi
e inutili; così come le riflessioni interiori dei personaggi principali che aumentano le pagine di stampa ma non certamente il valore del racconto. Sostanzialmente e sorprendentemente deluso.