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I vecchietti indagano in teleconferenza
Primavera 2020, pure Pineta è asserragliata nel lockdown, nel tentativo di arginare il diffondersi del Covid 19.
Anche per colpa di Massimo, che, da buon matematico ha provveduto a terrorizzare dati alla mano i quattro vecchietti del BarLume, una cappa di terrore è scesa sugli altrimenti scatenati “penzionati”. Ora passano il loro tempo tra conta dei morti e statistiche sanitarie. Massimo, invece, tenta disperatamente di far quadrare il bilancio del bar, vuoto di clienti, e di gestire l’ingestibile, iperattiva mamma che, accorsa in Italia dall’Indonesia per assistere a nonno Ampelio che s’è fratturato un femore, ora si trova confinata nel miniappartamento assieme al figlio.
A risolvere il dilemma su come far passare le giornate, altrimenti di lunghezza infinita, ci pensa Alice, la fidanzata di Massimo. Il vice-questore è bloccata in Calabria per un corso d’aggiornamento, ma, a un certo punto, comunica di essere stata coinvolta nelle indagini per un omicidio. Un noto e affermato pizzaiolo è stato ucciso a colpi di fucile mentre era in fila davanti a un supermercato, contingentato per Covid. La moglie sarebbe morta in circostanze sospette solo due giorni dopo. Per i vecchietti che, per vie traverse, riescono a venire a conoscenza di alcuni frammenti dell’indagine, è una occasione di svago: tornare a ficcare il loro naso impiccione, ma pure ben acuto, nelle investigazioni di polizia. Perciò si mettono, anima, corpo e tablet accesi ad analizzare indizi e prove, in videochiamata, per scoprire cosa c’è dietro quelle strane morti.
Cosa dire dell’ennesimo romanzo del prolifico Malvaldi che non sia già stato scritto? Lo stile, di cui si fa vanto, è sempre impeccabile; le battute, a volte fulminanti, sono divertenti, quando non esilaranti; la storia è gradevole; i personaggi, super rodati, sono sempre simpatici. Riconosciuti questi meriti, però, si deve notare un velo di malinconia non presente nelle precedenti avventure del BarLume. Complice la situazione, indubbiamente abnorme, a cui tutti noi siamo stati costretti dalla pandemia, forse coniugata da una certa stanchezza del cliché “barrista&vecchietti”, il romanzo appare meno brillante del solito. La vicenda poliziesca ha meno mordente che in passato, forse pure per la distanza chilometrica che separa il luogo del delitto dagli investigatori per hobby. Si ride, ci si appassiona alle vicende, si apprezza l’abilità con cui l’A. gioca con la lingua italiana, ma tutto è offuscato di una patina di tristezza. Alla fine, poi, si rischia di leggere pure una notizia chioccante (non anticipo altro, per evitare spoiler), che lascerebbe senza fiato se non fosse stemperata dal solito ghigno toscano beffardo.
Ritengo che il romanzo valga più per le storie di contorno che per quello che dovrebbe essere il filone principale del racconto: il giallo risolto a tavolino. In questo libro, infatti, coinvolgono di più le vicende personali dei protagonisti, i loro rapporti familiari e d’amicizia, quel senso di complicità che li lega, la melanconica fratellanza nelle vicende che anche noi abbiamo sopportato. Tra l’altro, dopo ben otto romanzi e tredici racconti, riusciamo finalmente a far la conoscenza con il resto della famiglia Viviani: scopriamo chi è Gigina, la vulcanica madre di Massimo, e nonna Tilde, instancabile casalinga che “frigge anche il brodo” e scopriamo pure chi è e cosa fa l'ex moglie di Massimo, quella che "lo ricopriva di corna". E questo ambiente familiare, seppur per interposte connessioni telematiche, dona un aroma diverso a tutto il romanzo.
Insomma “Bolle di sapone” è un romanzo più intimista e raccolto, meno caciarone e platealmente comico, più meditativo. Comunque sempre una lettura piacevole e distensiva.
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Commenti
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Per fare un test conviene iniziare con romanzi autonomi. Io lessi per primo "Milioni di milioni", molto carino. Oppure consiglio quelli "storici" con protagonista pellegrino Artusi ("Odore di Chiuso" e "Il borghese Pellegrino") e Ernesto Regazzoni ("Buchi nella sabbia").
Comunque, a mio giudizio, i più esilaranti e meglio scritti restano quelli del ciclo del BarLume, ma si deve cominciare con "Briscola in cinque" dove compaiono per la prima volta tutti i protagonisti..
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