Dettagli Recensione
La costituzione del gruppo
Sono poliziotti e devono ricostruire l’immagine di un commissariato che ha una macchia difficile da cancellare. Li hanno scelti perché sono sicuri che falliranno. Nel precedente libro “Il metodo del coccodrillo” avevamo fatto conoscenza della figura di Lojacono ed era di fatto la prima storia, preliminare all’avvio di questa fortunata serie di gialli, ambientati nella Napoli contemporanea, scritti in modo esemplare. In questo libro assistiamo alla costituzione del gruppo ed è una fase che mi ha particolarmente interessato, anche per analogia ad altri ambiti in cui sto vivendo dinamiche analoghe in questo periodo. I poliziotti non hanno neanche il tempo di conoscersi, che si ritrovano subito catapultati nella necessità di risolvere un caso di omicidio avvenuto nel mondo dell’alta borghesia napoletana. Con un intuito non scontato, riescono a squarciare il velo, ad individuare l’assassino e, con abilità, riescono anche a farlo confessare. E’ un gruppo raccogliticcio, che però funziona. La loro guida ha deciso di metterli insieme, perché, essendo così eterogenei, l’unico modo per ottenere un qualche amalgama da persone così diverse, è quello di tenerle insieme per il maggiore tempo possibile. I loro momenti di brainstorming sono potenti e lasciano prevedere un crescendo di affiatamento anche nella risoluzione dei futuri casi. E’ un nome di battaglia che è tutto un programma, ma decisamente funziona. Non vedo l’ora di conoscere meglio le loro singole specificità, anche caratteriali, e di cogliere, sempre più, di cosa è fatto quel collante che li cementifica e li renderà sempre più speciali.