Dettagli Recensione
Sangue innocente
Questo è il libro che getta le basi della serie de “I bastardi di Pizzofalcone”, è direi proprio la sua genesi, perché ruota attorno a quello che sarà uno dei personaggi principali dell’intero sequel e fin dalle prime battute comincia a farci entrare nella sua mente e nel suo modo di ragionare. La premessa dell’autore al libro è folgorante, perché ci racconta di quanto un libro può essere un biglietto per un viaggio, forse senza sapere nemmeno lui per primo dove lo porterà questo viaggio. Nella storia si fronteggiano un cacciatore solitario e disperato ed un poliziotto altrettanto problematico. Sono entrambi esemplari della stessa specie, uno su un versante, uno sull’altro. Molto particolare è lo scandaglio della mente del poliziotto, che ci permette di entrare in empatia con gli ingranaggi dei suoi ragionamenti. E si intende molto presto che Lojacono, con le sue solitudini, con i dolori che porta, con la difficoltà di vivere che sente, non è un personaggio che ci si riesce a scrollare di dosso facilmente. Ti entra sotto pelle. Le indagini, congiunte con l’aiuto di personaggi secondari che ritroveremo anche nel futuro, portano a capire chi può essere quell’anima, traviata dalla sofferenza, che sta infliggendo ad altre anime la sofferenza più atroce, spargendo sangue innocente, fino alla corsa finale, che è un capitolo al cardiopalma, dove riga dopo riga si alternano scene come se fosse un film d’azione. Non è per niente un inizio in sordina. E’ un inizio di tutto rispetto.